
L’accordo tra il civismo di Ciambella e Fratelli d’Italia non è solo alleanza tattica, ma primo tassello per un possibile secondo mandato di Rocca. Il “futuro partecipato” evocato suona già come lo slogan elettorale per il 2028.
Come deve leggersi – da un punto di vista politico – il recente apparentamento tra il Movimento Civico “Francesco Rocca Presidente – Per il Bene Comune” e Fratelli d’Italia? Ci sono due modi in realtà ma quello che stimola di più è il criterio strategico, non certo quello tattico di mettere a crasi due formazioni peraltro già contigue.
Il dato politico invece è un altro e parte dallo scenario di un Rocca bis alla Pisana. Un secondo mandato a cui l’attuale governatore aspira anche al netto di uno score non altissimo ed un po’ impersonale, come testimoniato anche dalla recente indagine sul gradimento dei Presidenti di Regione italiani. (Leggi qui: Rocca precipita nella classifica SWG: il Lazio non lo sente suo).
Il quadro di riferimento è quello: Rocca vorrebbe un bis e per farlo deve fare sponda con il partito di maggioranza a cui già afferisce per tatuare un’impronta vincente ad un movimento che potrebbe non esserlo più. Ecco perché l’azione congiunta di Paolo Trancassini, deputato e coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, e Luisa Ciambella, responsabile del Movimento Civico, da questo punto di vista è stata cruciale.
Evoluzione di un rapporto

In punto di formalità pubblicistiche l’operazione ha avuto come mission un “percorso di confronto e collaborazione politica, fondata su obiettivi comuni e una visione condivisa del bene pubblico”.
Ovviamente serviva anche una mezza ammissione empirica, con cui ribadire che ala fine è così che doveva finire. Cioè con una intesa che “rappresenta un’evoluzione del rapporto costruito in occasione delle elezioni regionali del 2023, rafforzato nelle recenti elezioni europee del 2024”.
La solfa è quella: la crasi tra civismo che attrae fuori e partitismo forte che attrae dentro. Il tutto con la “volontà di proseguire su una traiettoria che ha dimostrato di saper unire energie civiche e forze politiche nel segno della concretezza e della partecipazione”. Sì, ma lo scopo, quello vero? Tra le righe e neanche troppo lo si legge. “Offrire rappresentanza a coloro che non si riconoscono nei partiti tradizionali ma condividono valori come la solidarietà, la moderazione, il senso civico e l’attenzione al territorio”.
La strategia “nascosta”

Bellobellissimo e tatticamente ineccepibile. Veniamo alla strategia, quella vera ed ampia. Quella che rimanda alla “comune preoccupazione per la crescente disaffezione al voto, un fenomeno che richiede risposte credibili, capaci di coinvolgere cittadini e comunità in percorsi di partecipazione reale”.
E’ strategia? No, è mezzo fumus, perché se c’è una cosa che il centrodestra oggi venera quella è proprio l’astensionismo. Ciambella e Trancassini la mettono meglio: “Con questa collaborazione intendiamo dare continuità a un percorso che ha già dimostrato di poter mettere in sinergia competenze, energie civiche e visione politica”. “Il nostro obiettivo è costruire insieme un futuro partecipato per il Lazio e contribuire, con spirito di servizio, alla crescita del centrodestra in Italia”.
E si scrive “futuro partecipato” ma si legge “Rocca bis” alla Pisana.