Salera, cinque telefonate per un Congresso

Enzo Salera prende in mano le redini del dibattito per il Congresso Provinciale Pd. E tenta di evitare la conta. Che sarebbe fratricida. Cinque telefonate con le quali costruire un dibattito unitario. Ed un risultato già sul campo

Carlo Alberto Guderian

già corrispondente a Mosca e Berlino Est

Cinque telefonate per mettere tutti all’angolo e costruire una sintesi. A prendere il telefono in mano durante la mattinata sarà Enzo Salera, sindaco di Cassino a tempo pieno e dirigente del Partito Democratico sempre più con gli anfibi sul terreno. Vuole evitare la conta nel Pd, disinnescare un Congresso Provinciale che rischia di essere un nuovo scontro fratricida e lasciare le stesse ferite politiche che generò la rottura di vent’anni fa tra Francesco De Angelis e Francesco Scalia o quella successiva con Antonio Pompeo.

Le cinque telefonate

Luca Fantini ed Enzo Salera

Le cinque telefonate saranno al Segretario Regionale Daniele Leodori, al presidente Pd del Lazio Francesco De Angelis al quale Area Dem ha chiesto di accettare la candidatura a Segretario Provinciale. A Luca Fantini, Segretario provinciale uscente e candidato alla sua stessa successione da Rete Democratica, l’area di Sara Battisti e Claudio Mancini dalla quale De Angelis è uscito nei mesi scorsi. All’ex presidente della Provincia Antonio Pompeo, leader degli ex renziani di Base Riformista e dato sempre più in avviocinamento all’area di Energia Popolare che ha sostenuto allo scorso Congresso nazionale Stefano Bonaccini. La quinta telefonata di Enzo Salera è al suo ex assessore Danilo Grossi, esponente dell’area Schlein che vorrebbe piantare la bandierina sulla Segreteria provinciale ma non ha i voti.

C’è un doppio ragionamento politico di Enzo Salera alla base di quelle cinque telefonate. Uno ad uso interno, uno ad uso esterno. La tesi politica del sindaco di Cassino è che in questo momento il Partito Democratico non può permettersi divisioni interne: perché sono un inutile indebolimento proprio nel momento in cui il Pd invece lancia dai territori chiari segnali di vitalità. Quali? I recenti risultati elettorali ad Anzio e Nettuno dove la settimana scorsa ha vinto le Comunali, quelli precedenti dati alle urne di CivitavecchiaTarquinia e Palestrina. E quelli alle Regionali di qualche settimana fa in Umbria ed Emilia Romagna.

Il ragionamento interno

Sara Battisti, Francesco De Angelis e Luca Fantini

L’altro ragionamento è che il dibattito politico fa bene ma solo se ha un punto di sintesi finale: l’eterno confronto genera solo divisioni. Ed Enzo Salera intende mettere tutti all’angolo su questo punto. Partendo dalle loro dichiarazioni.

Quali? Francesco De Angelis di fronte all’assemblea di Area Dem la settimana scorsa ha detto con chiarezza che  “non esiste alcuna conta, ma casomai un confronto. Noi dobbiamo avere rispetto per le idee altrui e chiedere rispetto per le nostre, senza mai dimenticare che portiamo tutti la stessa maglietta, quella del Partito Democratico“.

Sono gli stessi concetti espressi da Luca Fantini nel post con il quale ha messo in chiaro che per lui cominciava la campagna per la Segreteria bis. Ha scritto “Ho sempre guidato il Partito con l’impegno di onorare quel mandato unitario che mi era stato conferito quattro anni fa. Non è stato sempre facile, ma non abbiamo mai perso di vista l’importanza del valore dell’unità, che ci rende forti e credibili. Così, nelle vittorie e nelle sconfitte, le scelte fatte sono state sempre condivise con tutto il gruppo dirigente del Partito, che ringrazio di cuore”.

Danilo Grossi

Più diretto Umberto Zimarri per l’area Schlein. Sabato al termine della riunione di componente ha detto che “Noi lavoriamo per costruire un congresso che non sia un campo di scontro, ma uno spazio di confronto vero. Una politica di contrapposizione interna, che alza muri, rifiuta il dialogo e che al confronto costruttivo contrappone l’imposizione, rischierebbe di riportare il Partito e i circoli locali in una fase di forte instabilità, frammentazione e tensione. Ciò pregiudicherebbe il rilancio indiscutibile che sta avvenendo su scala nazionale”.

Concetti che Antonio Pompeo ha messo in chiaro dal primo minuto.

La sintesi

Antonio Pompeo con Salera

Se tutti vogliono la sintesi allora costruiamola, è il concetto di Enzo Salera. Che intende proporre una soluzione unitaria con un Congresso che eviti la conta. Ma se proprio si intende pesare la consistenza di ogni area ha in tasca una soluzione già collaudata. È quella messa in campo allo scorso Congresso Regionale che ha eletto Daniele Leodori Segretario del Partito nel Lazio.

In quell’occasione ognuno si è contato ma al tempo stesso tutti portavano lo stesso candidato Segretario. Perché è stato utile? Perché la Segreteria che ne è derivata ha avuto la legittimazione delle urne che l’hanno definita al millimetro. Se non si arriva ad un listone indicato dal principio si può arrivare ad una Segreteria bilanciata dal voto.

Ma prima bisogna fare le cinque telefonate. All’esito delle quali, comunque vada, ciò che resterà sul terreno politico sarà un Enzo Salera dallo spessore differente. Uscito finalmente dal perimetro cassinate, dotato di visione e prospettiva provinciale, capace di favorire un dialogo tra le diverse sensibilità. La vera novità nel Partito Democratico rischia di arrivare prima del Congresso.