Salera, il “pitbull” della politica è tornato a ringhiare

Dopo una prima fase di consiliatura all'insegna della diplomazia, il sindaco di Cassino ha ripreso a tuonare secondo la sua indole. Prima le bastonate a Luca Fardelli, poi la polemica al vetriolo con il suo ex assessore Danilo Grossi

Lorenzo Vita

Rerum Cognoscere C@usas

Dicono che ci abbia provato. Ci ha provato a limare gli spigoli del suo carattere, ad ammorbidire l’istinto irruente, a prendere a morsi la lingua prima di parlare. E per qualche mese gli è andata pure bene: “Enzo ma che cavolo ti è successo? Non sembri tu…”, hanno ripetuto sbalorditi in questi mesi i suoi Consiglieri davanti alle scelte del loro sindaco. Nelle situazioni più spigolose ha agito nell’ombra, preferendo il retropalco alle telecamere, l’ombra delle quinte alle luci della scena. Il silenzio all’attacco. Il compromesso, seppur velenoso, anziché i cannoneggiamenti d’artiglieria pesante.

Enzo Salera, sindaco di Cassino, ci ha provato ad essere un uomo più calmo e riflessivo. Ma non gli è riuscito. Il tentativo è durato nove mesi: “Il pitbull è tornato a ringhiare”, è il mantra che è tornato a girare tra la maggioranza. Del resto, in questa fase di gestazione verso un “homo novus”, la noia è stata padrona. Nemmeno una scaramuccia, un battibecco, una soddisfazione politica dovuta ad un braccio di ferro ben riuscito.

Ma ora, palazzo De Gasperi a Cassino è tornato ad essere teatro di trame e strategie. Di intese e compromessi. Di politica vera e non mera monotonia amministrativa. Con la  maggioranza che sta accusando i primi effetti di una luna di miele durata troppo a lungo. 

Le bastonate a Luca Fardelli

Luca Fardelli

Il punto di non ritorno è arrivato la settimana scorsa. Con le “bastonate” al consigliere comunale Luca Fardelli per aver sposato il comunicato stampa di un altro Luca, il presidente della Provincia Di Stefano, in merito al finanziamento di 19 milioni di euro da destinare alle scuole superiori della città martire.

Così, dopo l’articolo di Alessioporcu.it (La scusa sono le scuole, la verità sono le Provinciali: Salera vs Di Stefano), e la tuonante replica di Salera a quell’invasione di campo, una fedelissima consigliera ha preso in mano il telefono e ha chiamato il primo cittadino: “Finalmente il pitbull è tornato, Enzo! Che noia questi mesi…”.  

Il caso-Grossi

Danilo Grossi

A rincarare la dose, spifferano da palazzo De Gasperi, è stato il caso Danilo Grossi. L’ex assessore alla Cultura, che adesso è tornato a fare a tempo pieno il Capo Segreteria alla Pisana ed il dirigente nazionale del Partito Democratico, si trova sulla stessa sponda di trincea di Salera nel Congresso Provinciale dei Dem. Ma i retroscena dicono che i due non sono stati mai così distanti. Il primo cittadino, infatti, in un’intervista a LeggoCassino.it ha rivolto al suo ex delegato parole di fuoco.

Quando gli viene chiesto il perché Grossi avrebbe sotterrato l’ambizione di candidarsi alla Segreteria Provinciale Pd, Enzo Salera, senza nemmeno badare troppo al sottile, ha risposto: “Io ho cominciato a leggere molto presto, avevo cinque anni. E la prima cosa che ricordo di aver imparato era la nota poesia di Fedro: quando la volpe non riesce ad arrivare all’uva…”. I più maliziosi tra i saleriani sibilano che la stilettata è arrivata in replica proprio ad una dichiarazione di Grossi, dove il dirigente Dem diceva di “non essere mai stato candidato alla Segreteria”. E che lui “non avrebbe mai voluto fare l’assessore nella Giunta Salera 2”

Le sfuriate di Enzo e le tensioni nel PD

Enzo Salera e la giunta

Le parole del pitbull rischiano di creare nuove collisioni interne ai Dem. Al punto che l’inner circle del primo cittadino ha provato ammorbidire l’istinto politico: “Enzo però ci sei andato giù pesante eh… potevi essere più soft”. Ma il sindaco non si smentisce: “Ma scherzate? Io non le mando mai a dire. E soprattutto non sopporto l’ipocrisia”.

In realtà il “casus belli” risale a due anni fa. Precisamente al 17 febbraio del 2023, quando il primo cittadino mise in atto il rimpasto di giunta del Salera. Quella sera il suo assessore alla cultura radunò alcuni ex delegati in un bar e gli inviò un messaggio torvo: “Stasera è finita l’amministrazione Salera”. Il sotto-testo era: “Attento che cadi”

Un rancore coltivato per ben due anni e che adesso viene tirato fuori con tutte le conseguenze politiche del caso. Si tratta di un allert chiaro e plateale anche agli altri consiglieri di maggioranza: “Attenti che sono tornato”.