Scontro e rimpalli sulla Sanità Laziale: con D’Amato che non fa sconti a Rocca

I sindacati scrivono al presidente della Pisana e denunciano assenza di coinvolgimento. Ma il vero nodo è quello delle Asl commissariate, inclusa quella di Frosinone

Piero Cima-Sognai

Ne elegantia abutere

Governo della Pisana che trovi, polemiche sulla Sanità del Lazio che arrivano. E sono ovviamente polemiche a due teste. La prima, settata sulla normale dialettica politica, che punta a far sì che chi sta all’opposizione evidenzi le tare dell’altro. La seconda, quella più grossa e ruggente, che poggia su un dato incontrovertibile: la Sanità italiana e quella regionale sono in fortissimo credito di efficienza ed in un Paese civile questo è inconcepibile, ma reale.

In questo contesto si inserisce la polemica sollevata dall’ex assessore al ramo Alessio D’Amato, l’uomo che dalla Pisana fece argine al Covid, contro il Presidente Francesco Rocca. Lo spunto arriva dalla recente audizione in Conferenza Stato-Regioni e da una nota di fortissimo biasimo a firma di alcuni sindacati di categoria.

La lettera delle organizzazioni sindacali a Rocca

Si tratta di Federazione Cimo Fesmed, Fassid, FVM Federazione veterinari e medici, Coordinamento regionale UIL-FPL medici, veterinari, dirigenti sanitari, AAROI EMAC Lazio, Anaa Assomed Lazio, Fp Cgil medici e dirigenti SSN. Che con una lettera hanno denunciato il fortissimo disinteresse per il Sistema sanitario regionale.

“Prendiamo atto del totale disinteresse della Regione sul mantenimento del Servizio Sanitario pubblico”. Poi il clou: “Fanno sorridere le dichiarazioni rilasciate durante l’audizione della Conferenza Stato-Regioni, sulla richiesta avanzata al Ministro della Salute di un maggior coinvolgimento delle Regioni durante la scrittura dei provvedimenti normativi e fondi adeguati. Nello specifico sul provvedimento liste d’attesa”.

Perché? Perché a detta degli scriventi “la parola ‘coinvolgimento’ è sconosciuta nella Regione Lazio. Sebbene da due anni a questa parte la Regione Lazio abbia aperto il confronto regionale con le organizzazioni sindacali della dirigenza sanitaria non si è arrivati ad alcuna conclusione. Le dolenti note stanno tutte o quasi nel commissariamento delle aziende sanitarie pubbliche. Questo bloccando, di fatto, il conferimento degli incarichi ed il blocco delle progressioni di carriera dei dirigenti sanitari del Servizio sanitario regionale”.

Rocca replica alle OOSS: “Accuse contraddittorie”

Francesco Rocca

La replica del governatore Francesco Rocca non si è fatta attendere. Ed è stata articolata. Per lui quelli dei sindacati sono chiaramente “ragionamenti contraddittori. Visto che, proprio nel testo, le stesse sigle rimarcano un dialogo avviato sin dall’inizio del mio mandato. A questo punto il governatore del Lazio fa un excursus, ed indica i “colpevoli”.

“Val la pena ricordare che questa Giunta in un solo anno di lavoro ha dimostrato con i fatti, e non con le chiacchiere, la considerazione e l’interesse nei riguardi del personale sanitario delle strutture pubbliche del Lazio. Partiamo dalle 14 mila nuove assunzioni per cui dai 49mila dipendenti siamo passati a un organico di circa 63mila operatori sanitari”.

L’elenco prosegue: “Abbiamo stabilizzato 1700 operatori precari del SSR e prorogato i contratti degli altri, affinché possano maturare i requisiti per l’assunzione a tempo indeterminato. Stiamo affrontando e risolvendo questioni letteralmente ‘sepolte’ da anni”. Quali? I fondi INAIL per l’infortunistica e la certificazione dei fondi contrattuali. Rocca rimarca: “Cosa questa che non veniva fatta dal 2021”. L’altro nodo era quello del riordino dei bilanci 2022 “di Asl e aziende ospedaliere anche alla luce della nota inchiesta della Corte dei Conti e della Procura.

Il nodo vero: i commissariamenti delle Asl

Foto: Sergio Oliverio © Imagoeconomica

E ancora: “Stiamo terminando proprio in questi giorni la chiusura dei bilanci 2023”. Sì, ma le risorse? Per Rocca ne sono state stanziate “per premiare l’operosità dei medici dei reparti di emergenza, consapevoli dei loro grandi sacrifici. Cosa che non mi sembra sia stata fatta dalla precedente amministrazione”.

Ma il vero nodo è quello dei commissariamenti delle Asl del Lazio. Al momento risultano commissariate la Asl Roma 1 e la Asl Roma 2, la Asl Roma 5, la Asl Roma 6, le Asl di Frosinone, di Latina, di Rieti e di Viterbo, l’ospedale San Giovanni, l’Istituto Fisioterapico Ospedaliero, il policlinico di Tor Vergata, il San Camillo – Forlanini

Per Rocca “si sono resi necessari nelle more della predisposizione del nuovo Albo dei direttori generali il cui iter istruttorio verrà avviato in Giunta”. La stoccata finale è proprio per Alessio D’Amato,l’uomo del disastro dei conti della sanità laziale che ha reso necessario l’intervento della Procura della Repubblica e della Corte dei conti. L’uomo che ci ha portato ad attese nei Pronto Soccorso indegne di un Paese civile”.

D’Amato ed il “controllo politico sulle aziende”

Alessio D’Amato

E D’Amato, cosa aveva detto dello status quo? Il Consigliere regionale del Lazio e responsabile nazionale Welfare di Azione aveva parlato di allarme reale. “La narrazione finora fatta da Rocca dello scaricabarile si è sciolta come neve al sole. A distanza di ormai diciassette mesi dall’insediamento del Presidente Rocca, il Sistema Sanitario Regionale è di fatto completamente commissariato.

E ancora: “Tutto ciò senza alcuna motivazione legittima, se non quella di un controllo politico sulle autonomie aziendali. La legge nazionale prevede che il commissariamento possa durare al massimo novanta giorni. E solamente per cause straordinarie, e tutto questo non trova riscontro nelle motivazioni adottate per i commissariamenti”. Invece tutte le ASL sono commissariate da oltre un anno, nel più totale sprezzo delle regole generali. A grave discapito del servizio e della qualità dell’assistenza fornita ai cittadini, con un’erogazione dei livelli essenziali di assistenza in forte calo”.

L’ex assessore alla Sanità aveva rincarato la dose con una seconda nota. “Di fronte alle denunce dei sindacati dei medici, Rocca mostra il suo volto arrogante. Non solo non ‘taccio’ ma denuncio l’immobilismo delle politiche sanitarie. Asl commissariate e una situazione in calo nei livelli essenziali di assistenza”.

“Niente lezioni da chi era pagato dai privati”

“La denuncia odierna dei sindacati medici arriva dopo le prese di posizione di altri professionisti sanitari a partire dai medici di medicina generale e dei farmacisti, e Rocca dovrebbe tenerne conto”.

E a chiosa: Non accetto lezioni da chi è stato a libro paga della sanità privata.

In attesa di capire chi abbia o meno il diritto di dare lezioni, i cittadini ed i pazienti laziali sono ancora immersi nella palude di un’inefficienza indegna di un paese civile.