Scontro Mastrangeli-FdI: stavolta non si può fare finta di niente

Finora il sindaco di Frosinone ha sempre risposto alle fibrillazioni interne con la strategia del "lasciare fare, lasciare passare". Ma ora è diverso: in ballo i rapporti con il principale partito della coalizione e l'approvazione del bilancio che potrebbe lasciare pesanti strascichi politici

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Fino ad oggi la strategia adottata dal sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli nei confronti delle varie fibrillazioni interne che si sono susseguite negli ultimi 18 mesi del suo governo è stata quella dell’economista francese De Gournay “laisser faire, laisser passer”. Un approccio di totale distacco al problema, per andare avanti.

E’ stato cosi nei confronti dei malpancisti della prima ora, del gruppo di Forza Italia poi, e più recentemente con il Presidente del Consiglio Comunale Massimiliano Tagliaferri. Lasciar fare, lasciar passare. Lasciar decantare. Senza nessun chiarimento o tentativo di “recupero”. Almeno quello politico. Perché, in taluni casi, quello personale è bello che andato ormai. Tanto c’era da attingere acqua dal pozzo dell’opposizione.

Il pozzo si è prosciugato.

Andrea Turriziani (Foto: Massimo Scaccia)

Dopo aver preso a bordo della maggioranza il Gruppo consiliare del Polo Civico, il consigliere della civica Marini Andrea Turriziani e siglato un patto di desistenza (forse pure di effettiva collaborazione, non è ancora del tutto chiaro) con il Gruppo dell’ex sindaco Domenico Marzi, adesso tra i banchi dell’opposizione originaria sono rimasti solo gli “irriducibili”: Pd e Psi. Lì non si passa. Non c’è trippa per gatti.

Tradotto: la frattura, profonda, con Fratelli d’Italia, non potrà essere affrontata con la stessa nonchalance da Mastrangeli. Stavolta non potrà fare finta di nulla. (Leggi qui: Lo Stadio del nuoto fa saltare la luna di miele tra Mastrangeli e Fdi. E leggi anche Scontro Mastrangeli-FdI: adesso tutto può accadere).

Primo perché Fratelli d’Italia è il gruppo più numeroso in aula con 5 consiglieri. Che votano. O non votano. E questo fa tutta la differenza del mondo.

Secondo FdI è anche il primo partito a Frosinone, da diversi anni.

Domenico Marzi (Foto: Massimo Scaccia)

Terzo, i consiglieri della presidente Meloni hanno rappresentato la vera guardia pretoriana del sindaco. Potevano mettersi di traverso tanto volte in questi mesi, approfittando delle imboscate tese dai malpancisti, lo hanno pure minacciato, ma non lo hanno fatto mai.

Quarto i Fratelli non stanno aspettando altro che l’occasione giusta, il pretesto per rivendicare legittimamente una propria candidatura sindaco di Frosinone la prossima volta che si andrà a votare. Paradossale che sia propria Mastrangeli ad offrirgliela senza il necessario confronto ed i conseguenti chiarimenti.

La pace che conviene ad entrambe le parti

Angelo Retrosi (Foto © Massimo Scaccia)

A tale proposito e analizzando oggettivamente i fatti, resta un interrogativo centrale. Cioè se sia possibile che una mancata telefonata (per quanto politicamente opportuna) dell’assessore ai Lavori Pubblici Angelo Retrosi al Capogruppo Fdi Franco Carfagna per spiegargli le ragioni del trasferimento del finanziamento regionale per lo Stadio del Nuoto alla scuola Campo Coni, possa veramente indurre i Consiglieri di FdI a non presentarsi in aula  e non votare il Bilancio. Un po’ debole come motivazione. Ci potrebbe essere dell’altro (non detto). E’ come se ti danno uno schiaffo e tu reagisci a colpi di pistola.

Per inciso: la pratica sullo Stadio del Nuoto è al centro di una verifica interna dopo il caso scoperchiato dal capogruppo di opposizione Angelo Pizzutelli. In Aula ha prodotto il bando per affidare la gestione ed il contratto effettivamente stipulato: ha evidenziato una sostanziale differenza. Nel primo, la manutenzione è a carico del gestore, nel secondo è a carico del Comune. È un caso che prima o poi l’amministrazione dovrà affrontare e valutare in tutta la sua interezza e sotto tutti gli aspetti. Nessuno escluso. Per questo “ricucire” il rapporto tra il Sindaco e Fdi serve come il pane. Ad entrambi. (Leggi anche Stadio del nuoto, Angelo Pizzutelli all’attacco: annullate il bando. E poi Via all’indagine interna per capire chi ripara lo Stadio del Nuoto).

Il problema è politico

Franco Carfagna. capogruppo FdI

Certo, il Bilancio può anche essere approvato senza il voto di FdI: con il giochetto surrettizio delle astensioni o delle assenze strategiche dall’Aula. Meglio se con il paracadute della seconda convocazione, quando servono meno voti per approvare i documenti.

Sulla carta il sindaco conta, con l’istantanea di oggi senza i Fratelli, 11 voti sicuri. Più il contributo che porterà in dote il Gruppo Marzi. Allo stato ancora non valutabile: se una astensione o addirittura un volto favorevole.

È certo che l’opposizione certificata di 7 Consiglieri (i 3 del Pd, 1 del Psi e i 3 di FutuRa) non voterà mai insieme al gruppo dei 5 malpancisti. A casa prima del tempo non ci vuole andare nessuno. E’ chiaro come il sole.

Massimiliano Tagliaferri (Foto © Massimo Scaccia)

Però un Bilancio, che è l’atto più importante, qualificante e politicamente rilevante di una amministrazione, approvato (in ipotesi) senza il voto favorevole di Fi, senza quello di FdI e forse senza neanche quello del Presidente del Consiglio, porrebbe un problema politico mica da ridere. Non solo a Frosinone. Ma in qualsiasi amministrazione del globo che voglia definirsi di centro destra.  O come tale uscita dalla urne. Certo lo scenario politico in Aula è profondamente mutato dal 2022 ma il problema resterebbe comunque sul tavolo.

Superato lo scoglio del Bilancio la parte conclusiva della consiliatura Mastrangeli, senza il sostegno di FdI, sarebbe comunque piena di insidie, ostacoli e problemi. E non sta scritto da nessuna parte che sarebbero sempre risolti.

Il leader cittadino di FdI Fabio Tagliaferri e Riccardo Mastrangeli

Inoltre, last but not least, mettere insieme una coalizione competitiva, rispetto a quella della sinistra, o come si chiamerà, nel 2027 (o anche prima con questi chiari di luna), per Mastrangeli sarebbe veramente complicato. A meno che non voglia puntare tutte le sue fiches su una aggregazione molto civica, (per niente politica) ed in forma assolutamente trasversale.

Per tutti questi motivi, lo “scontro” tra Mastrangeli e FdI, molto probabilmente si risolverà con un pugilistico “no contest”. E’ la causa di interruzione anticipata dell’incontro per circostanze non imputabili agli atleti in lotta. Un cielo così cupo non può schiarire senza una tempesta. Lo scrisse un tale William Shakespeare.

E della situazione politica di Frosinone non sapeva nulla.