Il cancro un nemico? E se invece lo vedessimo come una parte di noi... Non una battaglia ma un cammino, con accanto la medicina e la voglia di guarire
Tiziano Terzani, uno dei più grandi pensatori contemporanei, noto per i suoi libri e per le dispute concettuali con Oriana Fallaci, non era d’accordo. Da giornalista non condivideva si scrivessero espressioni come “la battaglia contro la malattia”… “ha perso la guerra contro il male”…
Spiegava che il cancro, con il quale lui stesso ebbe a che fare, non è un nemico, non è un ospite che si è insediato dentro di noi. Scienza alla mano, diceva che è una parte di noi: fuori controllo, cellule che si moltiplicano in maniera esagerata. Ma sempre cellule nostre.
Guardate la differenza: non è una battaglia contro un nemico esterno. Ma noi che cerchiamo di regolare e recuperare noi stessi. Aiutati dalla medicina.
Sempre più difficile per le donne
Le parole hanno un peso. Importante. Ed anche gli esempi. Cadere in ginocchio ed abbattersi per un cancro è umano, legittimo, comprensibile. Ma c’è anche un altro modo: in piedi, fino all’ultimo dei giorni in cui sarà possibile.
Per le donne, come in ogni cosa, è ancora più difficile. Le cure, la chemio, vanno a colpire l’estetica che è la loro essenza: i capelli spariscono e non c’è parrucca che copra quella ferita che sta dentro.
Per questo ha fatto benissimo Matilde Celentano, sindaco di Latina. Costretta nelle settimane scorse a rivelare la sua malattia per rispondere agli odiatori che sui social la accusavano di farsi il Botox: erano cortisone e chemio.
Ieri, in un evento pubblico, ha tolto la parrucca e si è mostrata con i capelli radi che stanno ricrescendo. Dando un segnale a tutte le donne: la cura siamo noi stesse, con la nostra voglia di essere ciò che siamo fino all’ultimo dei giorni che avremo. Il resto lo fa la medicina.
Perché non c’è una battaglia che si perde. Ma un cammino che si compie. Fino a dove il destino o il dio in cui si crede, ci darà strada.