Se il Palio infilza i limiti di una maggioranza troppo larga

I problemi innescati dal tradizionale Palio dell'Anello mettono a nudo i limiti di una maggioranza cresciuta in maniera smisurata. Cosa c'è dietro. E quale sarà la soluzione

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

Come capita spesso in casi del genere, e ad Anagni non è la prima volta, la vicenda può essere descritta come la classica polemica estiva. Oppure può diventare il punto di partenza per un’analisi tutta interna alle dinamiche di una maggioranza che, al di là delle foto ufficiali, ha molti meno punti in contatto di quanto si potrebbe credere. Soprattutto per quanto riguarda i rapporti tra liste civiche e liste politiche.

Chi ha esperienza dice che sia fisiologico nei secondi mandati, se una parte della squadra perde di vista il vero obiettivo e si concentra su una successione al sindaco in carica distante oltre quattro anni. L’oggetto del contendere è, in questo caso, la questione del Palio di San Magno, in programma il prossimo 7 settembre all’interno del centro storico. Più esattamente, nella zona che va da Viale Regina Margherita fino a Porta Cerere.

Il Palio senza contrade…

Foto: Massimo Iachetta e Giancarlo Morini

La notizia, che rischia di avere un effetto davvero importante su Anagni nel giro delle prossime ore, è che il palio si terrà sì il 7 settembre, ma senza la partecipazione delle contrade. Come se, tanto per capirci, il Palio a Siena si svolgesse con i cavalieri che corrono ognuno per il proprio successo personale, e non per quello della contrada a cui sono collegati.

Una decisione clamorosa che deriva da uno scontro nato qualche tempo fa, ma è diventato irreparabile appena nelle ore scorse. Protagonisti le contrade, l’Aiam (Associazione Interparrocchiale Anagni Medievale) e l’amministrazione comunale. Tra le questioni che hanno portato allo strappo c’è stata soprattutto la scelta della location. Da una parte, Aiam e contrade che premevano perché il palio si svolgesse nella zona alta del centro storico. Dall’altra l’amministrazione che, ricordando i recenti lavori fatti sul manto stradale proprio in quel tratto, spingeva per far realizzare il palio nella zona bassa della città.

Uno strappo che, nonostante i vari tentativi di arrivare alla mediazione, alla fine si è verificato. Di qui la decisione di Aiam e contrade di ritirare la propria partecipazione.

… e pure senza palio

Il palio che spetta ai vincitori (Foto: Massimo Iachetta e Giancarlo Morini)

Ciò vuol dire che il 7 settembre il palio si svolgerà; ma i cavalieri correranno ognuno per sé stesso. Non verrà neanche assegnato il palio; ovvero il  drappo dipinto che ogni anno viene realizzato per essere assegnato al vincitore e, tramite lui, alla contrada che rappresenta. Cosa che, in questo caso, evidentemente non accadrà.

Nelle ultime ore la polemica si è incentrata soprattutto sullo scontro tra le due fazioni; da una parte Aiam e contrade che hanno insistito sulla sordità dell’amministrazione; dall’altra l’amministrazione che ha sostanzialmente detto che Aiam e contrade fanno polemica politica utilizzando il palio.

E questa è la prima lettura, quella più diretta. 

La lettura politica

Foto: Massimo Iachetta e Giancarlo Morini

L’altra è più politica. E vede lo scontro sul palio come la conseguenza (anche) della presenza di anime diverse nella maggioranza. Il che sarebbe quasi normale se si tiene conto della situazione tutta anagnina: in poco più di un anno l’opposizione si è trasferita in maggioranza lasciando, nei fatti, solo due Consiglieri a presidiare il ruolo di opposizione.

Alcune delle anime della super maggioranza avrebbero cercato con più forza un dialogo; altre no. Non è un caso che una delle ultime riunioni sia finita male soprattutto per l’atteggiamento oggettivamente sopra le righe del vicesindaco Riccardo Ambrosetti. Il cui rapporto diciamo dialettico con altri elementi della maggioranza è ormai cosa risaputa.

E non è l’unico caso del genere. Che in maggioranza i rapporti tra alcune delle liste civiche presenti in coalizione siano freddi, per usare un eufemismo, è cosa nota. Che su diversi settori le divergenze ci siano è plateale. Il problema si ha quando, come è successo in questo caso, queste tensioni finiscono all’esterno vanno a minare anche elementi centrali per l’immagine del paese come il Palio dell’anello. Tanto che l’ex consigliere Nello Di Giulio proprio poche ore fa, ha chiesto a chi di dovere di “fare un passo indietro per il bene degli anagnini“.

La centralità del sindaco

Daniele Natalia

Una situazione in cui diventa ancor più rilevante il ruolo del sindaco Daniele Natalia, forse l’unico capaci di smussare angoli e conflitti che affliggono la maggioranza.

E forse non è un caso che dopo il passaggio del gruppo di Identità Anagnina tra le file di Forza Italia (di cui Natalia è vice coordinatore provinciale) si stia premendo, proprio in queste ore, per far entrare in maggioranza, sempre nella lista di Forza Italia, Danilo Tuffi, attualmente consigliere di opposizione.

Quello che sembrava, fino a poche ore fa, un ingresso numericamente poco rilevante potrebbe diventare invece un elemento importante per riequilibrare i rapporti e silenziare i mal di pancia sempre più consistenti.