
La polemica tra il vice sindaco Scaccia e l'ex sindaco Marzi segna un'evoluzione politica a Frosinone. Il sostegno ambiguo di Marzi a Mastrangeli potrebbe indebolirsi, creando incertezze all'interno della maggioranza di centrodestra.
“La ferita provocata da una parola difficilmente guarisce. Quando lo fa, lascia comunque grosse cicatrici“: saggezza delle popolazioni africane. Se è vero, il prossimo autunno per la consiliatura Mastrangeli potrebbe essere ancora più bollente di questa già torrida estate.
L’antefatto
Durante l’ultimo Question time, il vice sindaco Antonio Scaccia (lista civica Per Frosinone) ha preso la parola. Lo ha fatto con la vis pugnandi tipica di chi non ha il pelo sullo stomaco, lanciando frecciate dirette e nemmeno troppo velate all’ex sindaco Pd Domenico Marzi. Che è in una posizione bivalente di “diversamente maggioranza”: è in opposizione ma con il suo voto impedisce che la maggioranza di centrodestra del sindaco Riccardo Mastrangeli possa essere sfiduciata. Cosa gli rimprovera Antonio Scaccia? Di avere censurato, ancora una volta, la precedente consiliatura del sindaco ed oggi deputato della Lega Nicola Ottaviani.

Marzi, in particolare, ha criticato quanto deciso negli anni passati da Ottaviani sulla gestione dell’ascensore inclinato: opera realizzata da Marzi per collegare in maniera rapida ed in pochi secondi la parte bassa di Frosinone con quella alta. L’ex sindaco Pd sostiene che sono state le scelte del suo successore di centrodestra a portare all’attuale stop dell’impianto.
Scaccia nel replicare a Marzi, ha rispedito le accuse al mittente ed anzi ha criticato alcune “eredità ingombranti” delle precedenti amministrazioni. Con chiari riferimenti all’epoca proprio della sua esperienza. Da ultimo, Scaccia ha definito Ottaviani il miglior sindaco della storia di Frosinone: a Mastrangeli in quel momento sono fischiate le orecchie a velocità supersonica.
L’affondo inatteso

L’intervento del Vice Sindaco ha sorpreso un po’ tutti: perché Marzi, anche se non direttamente, tiene comunque in vita il sindaco Mastrangeli e la sua maggioranza. È un alleato “particolare”. La rappresentazione plastica di questa evidenza oggettiva si è avuta durante l’ultimo Consiglio comunale, quando Marzi, rientrando in Aula, ha consentito di raggiungere il numero legale necessario per proseguire i lavori e approvare le ultime delibere all’ordine del giorno.
Il duello dialettico tra Scaccia e Marzi (che per la verità non ha ulteriormente replicato al vice sindaco) ha lanciato più di un segnale: su tutti che a Palazzo Munari si sta tratteggiando un equilibrio sempre più precario. Non è un mistero che Marzi, avvocato di lungo corso e politico navigato, non sia il tipo da incassare in silenzio. Il suo stile non è quello dello showman ma quando risponde, lo fa con il fioretto e non con la sciabola. E spesso, con conseguenze ben più profonde.
Cui prodest

Se a luglio è lecito sognare le vacanze, settembre e ottobre potrebbero portare ben altri venti. Che potrebbero incrinare il sostegno “laterale” di Marzi a Mastrangeli, finora utile a cementare una maggioranza variegata, di destra e di sinistra. Le giustificazioni ci sarebbero già oggi: mancanza di riscontri amministrativi alle richieste fatte da Marzi a Mastrangeli. E in politica – si sa – non esiste gratitudine eterna.
Chi conosce Marzi sa che dietro l’aplomb si cela un temperamento tutt’altro che incline alla passività. Raramente parla a caldo ma quando lo fa detta l’agenda. E se davvero deciderà di reagire alle stilettate del vice sindaco, l’eco potrebbe risuonare ben oltre la sala consiliare.

Questi i fatti che inevitabilmente lasciano spazio a riflessioni di carattere politico. Antonio Scaccia non è un novellino della politica, la respira da quando il papà, l’indimenticato Gennarino (del quale domani cade il deciso anniversario della morte), faceva scuola nei corridoi del Palazzo Comunale e di quello Provinciale. Sa perfettamente che “attaccare” frontalmente Marzi significa di riflesso (potenziale) mettere in difficoltà Mastrangeli e la maggioranza.
Lo ha fatto scientemente per rompere la collaborazione Mastrangeli/ Marzi e creare le premesse per ricostruire l’alleanza originale del centrodestra, quindi anche con il recupero di Forza Italia?
La manovra di Scaccia
La domanda è più che legittima. Anche se non esiste allo stato evidenza. Chi parlava di crisi nei rapporti politici (quelli personali non lo saranno mai) tra Nicola Ottaviani ed Antonio Scaccia ha avuto una smentita ufficiale ed inequivocabile. Così come la sintonia politica tra la Lega e il movimento di Roberto Vannacci (del quale Scaccia è coordinatore regionale) non è in alcun modo in discussione. Anche in prospettiva elezioni comunali del 2027. Chi ha orecchie per intendere intenda.
Da ultimo, Mastrangeli sembra sempre dí più il simpatico personaggio della pubblicità dei rubinetti Zucchetti negli Anni 80: non faceva in tempo a turare una perdita mettendo un rubinetto che immediatamente se ne apriva un altra in un altro punto della stanza.
Imbarcare consiglieri di centrosinistra che provenivano dell’opposizione non gli ha risolto le cose. Per niente. Potrebbe essere è arrivato il momento di riprendere una navigazione più stabile e tranquilla fino al termine del viaggio. Sulla rotta del risultato del 2022 ad esempio.