Se la piazza nuova diventa un simbolo da colpire

Oggi la consegna di Piazza Turriziani ed il 28 l'inaugurazione. Nel pomeriggio la denuncia dell'autore dei gesti vandalici di mercoledì notte. Che insegnano una cosa ben precisa

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

La scultura marmorea “Mosè“, realizzata da Michelangelo Buonarroti intorno al 1513-1515 è come noto custodita e conservata all’interno della basilica di San Pietro a Roma. La creazione, alta più di metri, fa parte del complesso statuario concepito quale tomba di papa  Giulio II. E’ una scultura di una tale bellezza e naturalezza, che il Vasari, a proposito della maestosa barba del Mosè, disse che è scolpita con una perfezione tale da sembrare più «opera di pennello che di scalpello”.

È legato a questa scultura l’aneddoto, leggendario, secondo il quale Michelangelo, contemplandola al termine delle ultime rifiniture e stupito egli stesso dal realismo delle sue forme, abbia esclamato «Perché non parli?» colpendo il ginocchio con il martello che impugnava.

Non è solo un vandalo notturno

Allo stesso modo di Michelangelo, è stata forse la maestosa bellezza della nuova piazza di largo Turriziani a Frosinone, peraltro non ancora inaugurata, ad indurre uno sconsiderato a vandalizzare mercoledì notte vasi e fiori posti in prossimità del monumento intitolato a Norberto Turriziani? Chiedendo all’arredo urbano appenda danneggiato: perché non parli? Certamente no.

Fuor di metafora, e riportando il tutto alla cruda realtà, senza forzate similitudini  scultoree, l’episodio induce a delle riflessioni. Sulle quale la premessa di Cronaca è doverosa. Nel pomeriggio di oggi è stato segnalato alla Procura della Repubblica di Frosinone l’autore di quei danneggiamenti: ad individuarlo sono state le indagini condotte dalla Polizia Locale guidata dal maggiore Giancarlo Tofani. A danneggiare vasi e fiori, armato di un attrezzo da giardinaggio, è stato un 40enne di Frosinone. Lo hanno incastrato le telecamere di videosorveglianza del Comune presenti su tutto il perimetro della nuova piazza.

Il Comune ha presentato poi una formale denuncia. per il sindaco Riccardo Mastrangeli “Gli atti di vandalismo compiuti sul patrimonio della Città costituiscono un comportamento esecrabile, da condannare fermamente. Chi compie questo genere di azioni tradisce un’allarmante mancanza di rispetto per i frusinati. Chi vandalizza beni appartenenti alla Città, infatti, non danneggia l’Amministrazione comunale in sé, ma arreca un danno all’intera collettività”.

Se la piazza diventa un simbolo

Angelo Retrosi

La riflessione. Cosa passa nelle testa di chi decide di prendere una mazza e distruggere vasi e fiori, invece di godersi il fresco della parte alta di Frosinone? Lì c’è un proverbiale fresco venticello serale.

Perché colpire la piazza? È ancora da inaugurare e solo dalla prossima settimana verrà resa disponibile ai cittadini di Frosinone: non è di proprietà esclusiva di qualcuno, appartiene a tutti perché è stata costruita dal Comune utilizzando i soldi di tutti al fine di metterla a disposizione di tutti. Non è un bene privato che possa suscitare invidie comunque incomprensibili o altri sentimenti difficili da decifrare e da giustificare. Quella piazza è patrimonio della collettività del Capoluogo: di tutta le gente di Frosinone ed anche di coloro che a Frosinone vengono solo per fare una visita. La piazza è di tutti. Punto.

L’assessore Rossella Testa

E non fa alcuna differenza se si tratta di una piazza, un monumento, una strada o una semplice targa commemorativa. È il gesto di puro vandalismo a colpire. Non solo a Frosinone si sta dimenticando il concetto di Res Publica cioè della cosa che appartiene a tutti e che tutti hanno il dovere di curare. Soprattutto nel Centro Storico del capoluogo. Perché?

L’amministrazione Mastrangeli sta portando a compimento una serie di iniziative, strutturali e non, per restituire al Centro storico la dignità che merita di salotto buono della città. Un lavoro sul quale ha dimostrato ancora una volta tutta la sua abilità tecnica l’assessore ai Lavori Pubblici Angelo Retrosi: l’uomo che in questi anni ha sciolto quasi tutti i nodi burocratici e procedurali che bloccavano i lavori pubblici nella città.

Il senso dell’agorà

La nuova Piazza Turriziani

La piazza è il senso dello stare insieme su un luogo che è di tutti. E che è stato costruito affinché tutti ci stessero:perché così la gente esce, chiacchiera, ci stanno i testimoni in giro e finiscono brigantaggi ed ammazzamenti” spiegò Papa Sisto a San Filippo Neri quando paragonò il suo ordine urbanistico all’ordine morale che aveva il prete dei poveri.

Danneggiare la piazza significa sfregiare il salotto di tutti. Significa odiare le cose nuove messe a disposizione di tutti. Odiare ciò che è bello. Non tanto la piazza: ma la possibilità di stare di nuovo tutti insieme. Dimostrando che le opere si possono fare e la città si può trasformare in qualcosa di moderno e bello.

Per questo alle 19.30 di oggi c’è la chiusura ufficiale del cantiere della nuova piazza Turriziani e la presa in possesso da parte dell’Amministrazione. L’inaugurazione di Piazza Turriziani è prevista mercoledì 28 agosto alle 21 con il concerto delle Appassionante presentato da Mary Segneri. Nella consapevolezza che piazza Turriziani è un pezzo di città che appartiene a tutti. Come dimostra che sia stata scelta a simbolo da colpire.