Se pure Pier Silvio benedice la strategia di Forza Italia nel Lazio

Le parole di Pier Silvio Berlusconi che legittimano la strategia di Forza Italia nel Lazio ed a Frosinone. Un calcio politico agli stinchi, ogni tanto ci sta. Per recuperare il ruolo chiave del Partito

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Le frasi sono due. La prima: «Al prossimo giro penso che ci potrebbe essere un’opportunità pazzesca: i moderati in Italia sono la maggioranza, oggi però non hanno qualcuno in cui si riconoscono veramente». La seconda: «Tutto ciò che viene intitolato in onore di mio padre fa piacere. Le polemiche però mi hanno infastidito. Noi figli non siamo stati coinvolti e siamo stati informati praticamente a cose fatte. Le modalità non mi sono piaciute nei tempi e nei modi, è evidente che si sarebbero accesi attacchi e discussioni».

A differenza di papà Silvio, il figlio Pier Silvio Berlusconi non ama mettersi sotto i riflettori: in parte lo infastidiscono. Silvio invece li governava come il domatore nel circo, armato di una frusta ma solo per farla schioccare e dettare così le mosse ai leoni che gli stavano intorno con i denti e le unghie fuori. 

L’occasione è la presentazione dei palinsesti Mediaset per la stagione 2024-2025, avvenuta ieri a Milano. Il fratello di Marina Berlusconi ha detto due frasi che sono la netta conferma della rotta anticipata da sua sorella nei giorni precedenti. E cioè: Forza Italia è un Partito dalle radici Liberali, deve riappropriarsi del Centro e distinguersi da sovranismi e separatismi; solo così tornerà a determinare gli equilibri politici nazionali. Una linea che conferma in pieno le scelte di queste settimane: in Regione Lazio, al Comune di Frosinone, nei principali centri. (Leggi qui: Lazio e Frosinone, vertenza nazionale).

Giuro quattro volte che non è un sondaggio

Pier Silvio Berlusconi (Foto: Daniele Schiavello © Imagoeconomica)

A presentare alla stampa la nuova programmazione televisiva, tra novità e conferme, non  poteva che essere l’Amministratore Delegato del Gruppo. Pier Silvio Berlusconi, tra il nuovo programma di Diletta Leotta ed il confermatissimo Amici di Maria De Filippi, ha trovato modo e tempo di fare  anche delle valutazioni di carattere politico. Che hanno un “peso” enorme, fanno rumore. Le riportano oggi tutti i quotidiani nazionali.

Al punto che i più scafati hanno pensato che fossero funzionali ad un sondaggio. Commissionato per verificare chi avesse più ‘presa‘ tra gli elettori forzisti, nostalgici di Silvio: se Pier Silvio o sua sorella Marina. Sulla stessa scia di quanto fece il Cavaliere per decidere con chi scendere in campo. Fece una dichiarazione di apprezzamento alla svolta fatta dal PdS post comunista: aveva tutta l’apparenza di un endorsement; partirono le rilevazioni. Poche settimane più tardi: Casalecchio di Reno, tra la rotonda Gilles Villeneuve e via Marylin Monroe dove in quel 23 novembre 1993 si tagliava il nastro del nuovissimo Euromercato (oggi Shopville GranReno). “Cavaliere, se lei votasse a Roma chi sceglierebbe tra Rutelli e Fini?”. Senza esitazioni, il domatore di microfoni e riflettori “Io credo che la risposta lei la conosca già. Certamente Gianfranco Fini”. Via alle rilevazioni, il resto è storia.

Non ho mai mai mai mai commissionato un sondaggio che riguardi me e la politicasmentisce Pier Silvio Berlusconi, scandendo quattro volte quel mai. Aggiungendo «vado a Roma qualche giorno, ogni due o tre settimane, perché c’è una grandissima parte della nostra produzione: c’è Fascino (la società di produzione di Maria De Filippi). Ma i miei viaggi a Roma c’entrano nulla con la politica».

Avviso ai naviganti (ed ai timonieri)

Pier Silvio e Silvio Berlusconi (Foto via Imagoeconomica)

In realtà, l’altra sera Pier Silvio Berlusconi di messaggi politici ne ha mandati tanti. Ai naviganti ed ai timonieri. Alla sua flotta ed a quelle che dovrebbero essere alleate. Qualche esempio? Berlusconi jr boccia senza appello la proposta della Lega di aumentare i limiti di affollamento del tetto pubblicitario Rai, così da abbassare il canone. “È un pasticcio assoluto. La morte dell’editoria italiana. Distruggerebbe il mercato” le parole dell’AD di Mediaset.

Poi il passaggio su Forza Italia: «Alle prossime elezioni politiche ci potrebbe essere una opportunità pazzesca di marketing parlando di politica. I moderati in Italia sono la maggioranza, oggi però non hanno qualcuno in cui si riconoscono veramente.  Forza Italia è perfetta e sta lì. Ma un conto è una Forza Italia di resistenza, un conto è una Forza Italia di sfida». Al Coordinatore nazionale del Partito, il ministro Antonio Tajani, in quel preciso momento sono fischiate le orecchie a velocità ciclica.

Perché Berlusconi jr si rivolge, in questi termini, a Lega e Forza Italia? Si tratta di due tipi di messaggi, uno all’esterno e uno all’interno che vanno decriptati. Il primo. La famiglia Berlusconi (la pensa così anche Marina)  non è un mistero per nessuno, non ama particolarmente alcune posizioni della Lega: sovraniste in Europa e troppo estremiste in Italia; la storia dell’ampliamento della pubblicità in Rai è stata l’occasione per lanciare la stoccata. L’altro avviso ai naviganti, ad uso e consumo interno, è rivolto proprio al Partito che nel 1994 il Papà ha fondato. Non è per niente gradito, dagli eredi Berlusconi, l’eccessivo appiattimento di Forza Italia verso le posizioni del Governo Meloni. Quindi verso Fratelli d’Italia e verso la Lega.

Di sfida e di resistenza

Riccardo Mastrangeli e Francesco Rocca

Le parole “un conto è una Forza Italia di resistenza, un conto è una Forza Italia di sfida” sono state utilizzate con grande attenzione. Con il bilancino di precisione. Così non va, dice in sostanza Berlusconi: bisogna non solo saper mediare ma anche saper lottare, ergo sfidare. Non vuole certamente una rottura della coalizione di centrodestra ma una maggiore capacità di incisione e determinazione nelle dinamiche del Governo, quello sicuramente si. Forza Italia deve contare di più. Anche alla luce delle percentuali ottenute dagli azzurri alle ultime elezioni Europee. Dove ha superato la Lega ed è la seconda forza del centro destra, dopo FdI. E se per ottenere questi risultati bisogna scomporre, momentaneamente, qualche equilibrio, va bene lo stesso.

Mutatis mutandis, declinando sui territori il Berlusconi (jr) pensiero, l’azione politica di logoramento che il Gruppo consiliare di Forza Italia in Regione Lazio ed al Comune di Frosinone ha messo in campo da qualche tempo, verso l’amministrazione Rocca (Civico ma poi FdI) e l’amministrazione Mastrangeli (civico in quota Lega) va più che bene. Una strategia che non è di rottura definitiva ma di  “incisivo disturbo”. A Frosinone, in comproprietà con gli altri Consiglieri “malpancisti”. Come l’appoggio esterno al Sindaco, o i flash mob di protesta per il BRT ad esempio. Il tutto finalizzato ad ottenere un risultato politico importante.

Pasquale Cirillo con Claudio Fazzone e Rossella Chiusaroli

Per la verità il Coordinatore regionale del Partito, il senatore Claudio Fazzone ed i suoi Consiglieri di Frosinone Maurizio Scaccia e Pasquale Cirillo, si erano già portati avanti con il lavoro, prima delle esternazioni di Berlusconi. In ogni caso, sapere che anche il figlio del “Presidente” suggerisce di rifilare, ogni tanto, qualche calcio politico agli stinchi degli alleati, se non legittima senz’altro aiuta.

Che poi il fallo venga compiuto a Roma o a Frosinone, poco importa. E’ il principio che conta.