«Se state con Luigi, bisogna sciogliere il Consiglio»

A Ceccano il “Caso Massa”, scoppiato a 44 anni dalla Strage di Bologna, arriva fino in sala consiliare. Il Centrosinistra, vista la solidarietà social al terrorista Ciavardini, pretende scuse pubbliche del Centrodestra e ritiro della delega alle politiche giovanili al consigliere di FdI. Nient’affatto, anzi: «Un’opinione su una sentenza che non va oltre il ragionevole dubbio». L’opposizione: «Chiederemo in prefettura lo scioglimento del Consiglio comunale».

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

“Io sto ancora con Luigi”. Ovvero Luigi Ciavardini, terrorista nero dei Nar condannato in via definitiva per la Strage di Bologna. Il 2 agosto 2024, a 44 anni dall’esplosione della stazione che costò la vita a 85 persone e ne ferì oltre duecento, lo hanno pensato e postato in tanti dentro Fratelli d’Italia. Tanto Federico Mollicone, deputato e presidente della Commissione Cultura, quanto Daniele Massa, consigliere comunale di Ceccano e delegato alle Politiche Giovanili.  (Leggi qui: Angela che ha 3 anni e li avrà per sempre).

Nella bufera su Mollicone, che alla Stampa ha parlato di «teorema per attaccare la destra», è finito anche Massa: già presidente provinciale e comunale di Gioventù Nazionale, i Fratellini d’Italia. All’inizio dell’odierno consiglio comunale di Ceccano, in piena bagarre, l’opposizione di Centrosinistra ha preannunciato che presenterà in Prefettura una richiesta di scioglimento del Consiglio Comunale. Ritiene che ricorrano le condizioni di scioglimento per un atto contrario alla Costituzione o grave motivo di ordine pubblico.

La storia social di Massa, solidale al terrorista condannato per strage, è arrivata fino al gruppo dei Senatori del Pd. Sandra Zampa, già vicepresidente del Partito democratico, ha fatto esplicito riferimento alle «vergognose affermazioni di Federico Mollicone, ma anche di altri “fratelli” come i consiglieri comunali Daniele Massa, di Ceccano, e Cesare Mevoli, di Brindisi».

Da Mollicone a Massa, il passo è breve

Federico Mollicone, deputato FdI

La premier Giorgia Meloni, leader di FdI, ha messo una sorta di pezza sul ben più largo “Caso Mollicone”. Si è affidata alla «verità giudiziaria» durante le celebrazioni dell’anniversario dell’attentato commesso dai Nuclei Armati Rivoluzionari: i terroristi neofascisti esecutori materiali della Strage di Bologna nonché di altri 33 omicidi negli Anni di Piombo.

A Ceccano c’è il noto precedente del 2020, nel quarantesimo anniversario: il post social “Nessuno di noi era a Bologna” da parte di Massimo Ruspandini: allora senatore e oggi deputato e presidente provinciale di Fratelli d’Italia. Poi «attaccato – ha detto lui – per aver messo in dubbio una verità processuale che non convince nessuno». Ora è la volta del nazionale Mollicone e del comunale Massa, finiti nel tritacarne a tutti i livelli per la loro “opinione”.

«È arrivato il momento per la Presidente del Consiglio – ha concluso la senatrice Zampadi prendere atto di una verità che non può essere nascosta: nel suo partito le cose stanno come l’Associazione dei famigliari delle vittime della strage del 2 agosto ha denunciato con dolore e indignazione. E penso che sia per lei arrivato il momento di dire con chiarezza se condivide la sostanziale verità storica accertata da 15 sentenze giudiziarie».  

«Queste vicenda avrà conseguenze»

L’intervento della consigliera d’opposizione Emanuela Piroli

Questo è il clima infuocato che ha anticipato il Consiglio comunale convocato nel primo pomeriggi in materia di bilancio e servizi comunali. La minoranza di Centrosinistra, mentre stava sulle barricate anche la Sinistra extra-consiliare di Ceccano 2030, ha subito richiesto e preso parola per una comunicazione urgente.

Ha preteso le scuse pubbliche, da parte del sindaco Roberto Caligiore, e il ritiro a Massa della delega alla Gioventù. Niente di tutto questo. Anzi, l’Amministrazione retta da FdI ha esternato solidarietà al “suo” consigliere comunale in quanto «vittima dell’odio rosso».

A fare da portavoce, per conto dell’opposizione, la consigliera Emanuela Piroli: componente di assemblea nazionale e segreteria provinciale del Pd. «Evidentemente – ha sferzato – Massa e quest’amministrazione condividono le stesse idee terroristiche e rivoluzionarie del “Ciavarda”». Si è affidata alle stigmatizzazioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Si è risentito e fatto sentire Paolo Genovesi, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della Strage. La Piroli ne è certa: «Questa vicenda avrà conseguenze».  

«Sentenza non oltre ragionevole dubbio»

L’odierna seduta del Consiglio comunale di Ceccano

Nel mutismo di Massa, forse imposto, è dapprima intervenuto l’assessore Riccardo Del Brocco, dirigente provinciale di Fratelli d’Italia. «Vista la mia lunga militanza – ha dichiarato – mi sento di difendere l’operazione verità anche su verità scomode come questa. Non potete vietare a nessuno di farsi un’opinione su una sentenza che non va oltre il ragionevole dubbio. Un po’ come il processo contro Rosa e Olindo per la Strage di Erba».

Lui, a Mattarella, preferisce l’ex capo di Stato Francesco Cossiga: «Nel momento in cui rivedeva il suo pensiero rispetto al Movimento Sociale Italiano». Da qui l’affondo all’opposizione: «Odio rosso e diffamazione nei confronti di un consigliere comunale da parte dei paladini della finta libertà. Non vogliamo convincervi della nostra opinione, ma la vogliamo mantenere».  

In aula, nel corso della mezz’ora sul “Caso Massa”, sono volate parole pesanti: “ridicoli” se lo sono sentiti dire un po’ tutti, da una parte e dall’altra. «Piena solidarietà al consigliere Massa – è andato avanti Del Broccoper quello che è un filone politico-culturale di Destra e anche un po’ di Sinistra, anche se non lo volete riconoscere».

«Vergognoso» / «Per chi non era a Bologna»

Parola al sindaco Roberto Caligiore, a capo dell’Amministrazione a trazione FdI

Andrea Querqui, vicino al Pd, si è immediatamente detto «offeso da cittadino italiano». Querqui ha tirato fuori una foto di una bimba di 3 anni morta nella Strage di Bologna. «Per avere visibilità, speculate su questo – ha affermato -. Siete caduti veramente in basso, non avete una morale. Se il Sindaco non prende le distanze, anche lui sta con Luigi. Allora chiederemo lo scioglimento del Consiglio comunale». Per Mariangela De Santis, altra oppositrice di Centrosinistra, «rispetto a uno dei periodi più bui – ha sbottato – è vergognoso andare contro una verità storica accertata. Io riconosco le responsabilità del terrorismo rosso, ma voi così state dalla parte di un terrorista nero».

A quel punto, l’intervento del sindaco Caligiore: «Le parole dell’opposizione non qualificano il Consiglio comunale. Nessuno mette in discussione la strage e la foto suscita malore a tutti quanti. Ma ci batteremo sempre affinché vengano condannati i veri colpevoli. Dall’opposizione una violenza verbale per dare senso alla propria verità. Rispettiamo le sentenze, ma c’è un valore umano rispetto a chi era veramente là o meno». Perché, come postò Ruspandini, «nessuno di noi era a Bologna».

Infine, dopo l’assestamento di bilancio e l’approvazione del primo regolamento di gestione del servizio comunale di asilo nido, dirà: «Non ho la minima intenzione di ritirare la delega alle Politiche Giovanili al consigliere Daniele Massa, a chi ha creato il Consiglio dei Giovani a Ceccano». Anche su questo primato, del resto, erano piovute polemiche per troppo senso di appartenenza. (Leggi qui Un Consiglio Junior che sa tanto delle future Comunali).