Segnali e Fortini di “Vicienzo”, che non vuole stare affatto sotto il lampione

I segnali neanche troppo nascosti di un ex governatore che non ama stare sotto il lampione: come Cesare Fardelli

Piero Cima-Sognai

Ne elegantia abutere

Chi avesse memoria storica della politica nel Cassinate dei primi anni 2000 ricorda bene Cesare Fardelli. Presidente della ex Reclas poi diventata Saf, ex uomo di fiducia di Angelo Picano e mago, mago vero, degli equilibri legati alla difficile mission che gli venne affidata sul trattamento dei rifiuti.

Una volta spiegò con il candore di chi della politica non urlata ha capito tutto di una cosa che oggi solo in pochi sanno comprendere ed applicare. Senza battere ciglio sentenziò: “In politica non conta chi sta sotto la luce del lampione, ma chi sta dietro al lampione, a guardare la luce che prima ‘gasa’, poi inguaia gli altri”.

Ecco, a Vincenzo De Luca quel Fardelli là sarebbe piaciuto moltissimo, non tanto per la qualità di scansare le stanze dei bottoni urticanti ed ondivaghe, quando per il talento di saper dissimulare l’amore di volerci stare, in quelle stanze, ma sempre a distanza di sicurezza.

Come e meglio di… Fardelli

Cesare Fardelli

Per le elezioni regionali in Campania, ad esempio, De Luca ha lanciato, in format di campo largo ma non proprio omogeneo, la “sua” Lucia Fortini. Che nei giorni scorsi aveva già mandato segnali evidentissimi di fedeltà “barbara” in senso classico. Cioè di assoluto endorsement all’uomo che l’aveva messa in rampa e non al sistema complesso che, via Nazareno, contiene entrambi.

Con queste parole: “Tra il Pd e De Luca scelgo il presidente per tutta la vita. Mi candido se lui lo vorrà”. E sì, “Vicienzo” ha voluto, per marcare con il suo imprinting la (quasi certa) vittoria sul destra centro a trazione Edmondo Cirielli ma senza dare l’idea di un cacicco a cui è stato sottratto il potentato.

La Fortini sarà infatti candidata in Campania e nella sua veste di assessora uscente “è alla ricerca della riconferma dopo gli ultimi anni al fianco del presidente Vincenzo De Luca”.

La Fortini avanti tutta

Luigi Di Maio e Roberto Fico (Foto: Imagoeconomica / Stefano Carofei)

Con quale ruolo? Capolista nelle province di Napoli e Avellino con la lista “A Testa Alta”, che è diretta espressione del governatore uscente. E che sarà la spina nel fianco di una eventuale presidenza targata Roberto Fico.

Ma torniamo alla sottile dissimulazione di De Luca rispetto al suo straordinario input a voler guidare le sorti della “sua” regione senza apparire in credito compulsivo di “power”. Facciamolo con le sue ultime affermazioni rilasciate a Dire.

“Io controllo, e seguo. Ma potete immaginare che prendo 10 anni di vita e li butto a mare?”. Che significa? Che a domanda precisa sull’ipotesi di una sua candidatura a consigliere regionale il “conducator” uscente della Regione ha giocato di fino.

Il format del potere

Vincenzo De Luca

Così, tra nonchalance stanca a cazzimma in purezza: “Fare il presidente della Regione, o fare il sindaco può essere un lavoro anche comodo, gratificante, bello”. E in descrizione: “Ti metti al primo posto a teatro, al cinema, segui le cerimonie, ti metti la fascia, tutte queste palle inutili.

E nel concreto? Esattamente quello che a Cassino Fardelli conosceva benissimo ma non considerava skill benefica.

“Per fare le opere, invece, devi buttare il sangue dalla mattina alla notte, perché siamo in una Regione nella quale non si muove nulla da solo. Devi tirare per i capelli tutti quanti e poi devi fare una verifica, e poi un’altra verifica ancora, e poi verificare che non si siano addormentati per strada”.

“Mood Vicienzo”

Elly Schlein e Giuseppe Conte (Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

La chiosa è stata perfettamente in “mood Vicienzo”. Caustica: “E poi c’è la palude burocratica… è un lavoro pesante, faticoso, che è incompatibile con le cerimonie”.

Il segnale da operatore sottomarino di classe primaria è arrivato con la chiosa: “Quindi gli amministratori si dividono in quelli che realizzano cose, che cambiano le realtà, e quelli che parlano e fanno cerimonie”. Un segnale? Un messaggio? Semplice proclamazione di un format che neanche andava troppo ribadito, a conoscere il personaggio?

Per comodità diciamo che resta un mistero, ma Elly Schlein e Giuseppe Conte faranno bene a tenere la antenne dritte. Perché ci sono i piloti in plancia ed i radaristi in pancia del mezzo. E spesso i secondi contano più dei primi, specie se sono veterani…