Sei milioni per salvare l’ortofrutta della Tuscia

Il Ministero dell’Agricoltura finanzia l’ammodernamento dell’impianto irriguo della Piana di Tarquinia. Consorzio Litorale Nord: «Risposte concrete alla siccità». Il presidente Sacchetti ringrazia l’assessore regionale, che assicura: «Con Anbi Lazio per ulteriori riconoscimenti dal Governo».

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

Quasi 6.5 milioni di euro al Consorzio di bonifica Litorale Nord per la ristrutturazione e l’ammodernamento dell’impianto di irrigazione della Piana di Tarquinia. Un finanziamento che arriva dal Ministero dell’Agricoltura per il salvataggio dell’ortofrutta della Tuscia dalla siccità.

Viene celebrato da Niccolò Sacchetti, presidente del consorzio e Giancarlo Righini, assessore regionale (tra l’altro) all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste. Le stessa materie del nuovo Masaf, già Mipaaf (Politiche agricole, alimentari e forestali) guidato dal ministro Francesco Lollobrigida. È la filiera politica che rivendica Fratelli d’Italia dal livello nazionale a quello territoriale.

Giancarlo Righini con Niccolò Sacchetti

«La Regione Lazio, tramite la nuova struttura – così Sacchetti ha permesso di allineare e aggiornare le piattaforme dalle quali il Ministero attinge per la scelta dei progetti meritevoli di finanziamento». È quello che occorreva ai Consorzi di Bonifica: da qualche anno c’è una strategia precisa in base alla quale gli uffici realizzano i progetti che occorrono e li mettono anche se non ci sono i fondi; appena viene stanziato un finanziamento, il progetto è già pronto nel cassetto.

Per Righini, «la notizia dei 6,5 milioni al Litorale Nord conferma l’impegno della struttura presieduta da Sacchetti che, così come le altre del Lazio, sta predisponendo progetti definitivi ed esecutivi pronti ad essere oggetto di attenzione dei finanziamenti ministeriali nelle graduatorie nazionali. Il cambio di passo si conferma nei fatti». (Leggi qui Come si legge l’incontro della Bonifica con Righini).

Il salvataggio dell’ortofrutta di Tarquinia

Il polso della situazione viene restituito dalla turnazione d’acqua attuata dal Cbln: il Consorzio di bonifica del Litorale Nord di Roma, un comprensorio di quasi 628mila ettari, di cui oltre metà è oggetto di bonifica consortile e sede di opere e servizi permanenti.

Da metà settimana però è stata ripristinata la regolare dispensa d’acqua nella Piana di Tarquinia: più di 8mila ettari, oltre l’un percento del totale. Più o meno la metà è quella interessata dalla grande opera finanziata dal Ministero dell’Agricoltura con i fondi della Legge di bilancio 2021: approvata quasi quattro anni fa.

Sono a rischio le verdure della Tuscia, a partire dai pomodori e finocchi, nonché la frutta, come i classici meloni e cocomeri ma anche le crescenti piantagioni di mandorle. «L’intervento – fanno presente dal Litorale Nord – renderà ancor più virtuosa l’irrigazione laddove il Consorzio garantisce la risorsa irrigua nella zona di Tarquinia, grazie alla quale vengono portate avanti le più importanti colture della zona».

Litorale Nord: «Risposte ai consorziati»

Si potrà intervenire sulle condotte secondarie e terziarie di due lotti irrigui (terzo e quinto), realizzando manufatti di scarico e sfiato. Nonché un sistema di telecontrollo e automazione per la distribuzione dell’acqua. Andrà a favore di quasi cinquecento utenti consorziati: 169 del terzo lotto e ben 313 del quinto, esattamente 482 in tutto.

«Avevamo preso l’impegno di predisporre progetti esecutivi attraverso i quali far giungere nuovi finanziamenti pubblici a vantaggio dei nostri territori – commenta il presidente Niccolò Sacchetti -. La comunicazione di qualche giorno fa dimostra che l’obiettivo della nostra amministrazione è stato centrato. Un traguardo nel quale hanno avuto un ruolo centrale gli uffici e tutta la struttura: sono riusciti in questi ultimi anni a far sì che a livello ministeriale i nostri progetti fossero pronti e disponibili nei momenti strategici come quello sancito dal Masaf».

Per Sacchetti «Questo finanziamento, stante il periodo siccitoso, è particolarmente significativo. Porterà anche ad ottimizzare l’impianto irriguo dando risposte concrete ai Consorziati».

Righini: «Con Anbi per nuove strade»

L’assessore Giancarlo Righini con i vertici dell’Anbi Lazio

A seguito dei lavori relativi al Lotto 3, coperti dal Programma di sviluppo rurale nazionale (Psrn), «un altro importante tassello – aggiungono dal Consorzio – che verrà salutato certamente positivamente dagli imprenditori agricoli delle zone di San Giorgio e non solo».

L’assessore Righini, dal canto suo, accoglie «un progetto teso al miglioramento dell’irrigazione, problematica che sta mettendo a dura prova la tenuta e la garanzia della risorsa irrigua per le imprese agricole della nostra regione – allarga il raggio -. Sono certo che, insieme ad Anbi Lazio, continueremo a concretizzare le azioni più adatte a percorrere nuove strade utili ad un ulteriore riconoscimento della valenza dei Consorzi di Bonifica, anche intercettando ulteriori risorse del Governo nazionale ed attivando nuovi percorsi virtuosi nel Lazio in termini di progettualità».

Righini, poco più di un mese fa, aveva portato la Regione all’Assemblea Anbi dal nome “Quali scelte dopo il Pnrr”: il vertice nazionale sulle Bonifiche. Intese come gestione e tutela del territorio e delle acque irrigue. «Sostituire l’emergenza con la prevenzione – così nell’occasione -. Questo è il lavoro che abbiamo avviato in Regione Lazio con l’obiettivo di fare in modo che, attraverso la programmazione e la pianificazione, si possa governare bene il territorio, grazie anche alle competenze e capacità di gestione dimostrate dai Consorzi di bonifica».

«Cambio di passo di Regione e Anbi»

La Diga di Canino (Viterbo), oggetto di uno storico sfangamento

Ancor prima del finanziamento per la salvaguardia di mezza Piana di Tarquinia, è stato accentuata la destinazione di 10 milioni di euro al primo stralcio del Pniissi: Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico. Si tratta dello sfangamento della Diga di Canino. «Un intervento dal valore altamente strategico – l’ha definito -. La diga era per il 92% piena di fango, perdendo così la sua funzione originaria di trattenere acqua da restituire nei momenti di necessità».

Un cambio di passo, da parte di Regione e Anbi Lazio, anche secondo Marco Casini, segretario generale dell’Autorità di Bacino. «Anche il nuovo modo di porsi e di collaborare di Anbi Lazio con i soggetti idrici integratisottolineano ancora – permetterà di operare, a vantaggio delle imprese agricole, bisognose di attenzioni e di una costante disponibilità della risorsa irrigua pure con nuove modalità di approvvigionamento».

Al centro del progetto, però, c’è l’incremento di invasi di pompaggio. In pratica? bacini artificiali per la raccolta di acqua piovana, già in voga nel Nord con la “grande sete”. Vengono preannunciati anche in un Centrosud che inizia a disidratarsi seriamente.

Anbi: «Un sistema come chiave di volta»

Uno scambio di battute tra l’assessore Righini e Andrea Renna, direttore dell’Anbi Lazio

«Con la Presidente Sonia Ricci e la Regione Lazio, come Anbi Lazio – ha ribadito Andrea Renna, direttore di Anbi Lazio – stiamo programmando progettualità ed interventi. Puntiamo a far sì che la prevenzione possa contrastare fasi di emergenza». Al suo fianco, tanti colleghi. Da Tullio Corbo (Consorzio Lazio Sud Ovest) ad Aurelio Tagliaboschi (Conca di Sora e Sud di Anagni) e Vincenzo Gregori (Etruria Meridionale e Sabina). Nonché i presidenti Lino Conti (Lazio Sud Ovest) e Gianluca Pezzotti (Sabina).

Va avanti il direttore Renna: «Le attività di sistema dei Consorzi laziali è una delle risposte che territorio, imprese, cittadini e consorziati unitamente alla sinergia e la concertazione con gli Enti decisori, in primis la Regione Lazio, sono la chiave di volta».

L’obiettivo è chiaro: «Continuare a registrare finanziamenti ed interventi che possano migliorare le strutture esistenti. Il tutto concretizzando anche nuovi impianti mediante i quali garantire l’irrigazione nei territori dove si produce il meglio del Made In Lazio. Ed a vantaggio della collettività». (Leggi qui Anche la Regione all’Assemblea Anbi, che se la sfanga contro la crisi climatica).