Specchi rotti e riunioni fantasma: nel Pd arriva il commissario Gianassi

La situazione interna del Partito Democratico di Frosinone è sempre più esplosiva. Il Segretario nomina Federico Gianassi come commissario. Dovrà costruire un percorso verso il Congresso. Tuttavia, il clima di discordia e mancanza di dialogo potrebbe compromettere il processo di ricostruzione

Carlo Alberto Guderian

già corrispondente a Mosca e Berlino Est

Senza pace, senza tregua. Nemmeno l’intervento di un leader storico come Francesco De Angelis è riuscito a riportare il sereno all’interno del Partito Democratico. La situazione interna è come un deposito di munizioni che rischia di deflagrare da un momento all’altro riducendo in frantumi il Pd. Sarà anche per questo che il Segretario Nazionale Elly Schlein ha rotto gli indugi e preso la sua decisione: il deputato Federico Gianassi di Firenze è stato nominato commissario ad acta della Federazione di Frosinone. Dovrà guidare il Pd ciociaro verso il Congresso con il quale eleggere il nuovo gruppo dirigente. Ma prima dovrà pacificarlo, spegnere gli incendi che divampano con ogni pretesto.

Federico Gianassi (Foto: Giuliano Del Gatto © Imagoeconomica)

Dal 23 dicembre la Federazione di Frosinone era senza una guida: il Segretario uscente Luca Fantini aveva concluso il suo mandato e le funzioni erano state assunte dalla Commissione Congresso guidata da Alberto Tanzilli. Che però, a ridosso di Natale, aveva visto le dimissioni della metà dei componenti (quelli di Rete Democratica e quelli di Energia Popolare) che contestavano la regolarità del tesseramento. Il caso era finito alla Commissione Regionale di Garanzia ed al termine dell’esame dei ricorsi aveva giudicato il tesseramento 2024 valido per l’iscrizione al Partito ma non valido ai fini elettorali per il Congresso.

Fine del limbo

Daniele Leodori

Senza Segretario e senza un’organismo che ne facesse le veci, il Pd era in un limbo. Al quale il Partito ha messo fine oggi con la nomina dell’onorevole Gianassi: 45 anni, avvocato, è stato assessore dal 2014 nella giunta del sindaco di Firenze Dario Nardella.

A lui toccherà individuare una sintesi, stabilire su quale base tenere il prossimo Congresso e quando celebrarlo. “La sua esperienza e il suo impegno costante al servizio del Partito – ha commentato il Segretario regionale Pd Daniele Leodorirappresentano una garanzia di serietà e competenza per accompagnare la Federazione di Frosinone in una fase tanto delicata quanto fondamentale per il nostro percorso politico”. 

Situazione esplosiva

Il Segretario Pd di Frosinone Marco Tallini ed Elsa De Angelis

Che la situazione sia esplosiva lo confermano le parole di Elsa De Angelis. Non ci sta. Non accetta per niente la ricostruzione. Manca un pezzo a quel racconto. E così, ancora una volta, nel partito Democratico si ritorna al ‘gioco degli specchi‘, con immagini che si moltiplicano e come si compie un passo avanti allo stesso tempo altri riflessi si allontanano. Elsa De Angelis è il vicesegretario del Pd di Frosinone. E già questo non le va. Per lei è più giusto dire che lo è stata: si è dimessa insieme a mezza Segreteria quando ha capito che il dibattito interno si stava avvelenando. (Leggi qui: Pd, la montagna ed il topolino).

Non è solo una questione di puntualizzazioni, sulle riunioni convocate in stile carbonaro, sugli sms a orologeria, sulle cose dette all’ultimo istante per non concedere vantaggi all’avversario interno. È qualcosa di più profondo. È il ritorno puntuale di un riflesso che nel Pd di Frosinone conoscono fin troppo bene: proprio quel gioco degli specchi e dei veti incrociati che da anni relega il Partito all’opposizione. Perché ogni passo in avanti moltiplica i riflessi, ma non produce sostanza.

La riunione dei veleni

Francesco De Angelis con Mauro Buschini

Oggi doveva esserci la riunione con la quale rimettere in moto il dibattito politico nel Pd cittadino; avviare un confronto con il quale iniziare a smussare mesi di incomprensioni e piccoli dispetti. Doveva essere una riunione snella, meno di dieci persone: un rappresentante per ogni componente, i tre Consiglieri comunali Pd, i vertici del Circolo cittadino. Un tentativo di mettere finalmente in fila i problemi reali del partito. Invece non si fa. Perché l’area di Francesco De Angelis – quella che aveva appena riaperto i giochi con il famoso “da oggi si parla anche con me” – non è pronta. Troppo calda la temperatura, troppe ferite ancora aperte. Meglio rimandare. Decantare. O temporeggiare?

«Io ho saputo di questa riunione lunedì per caso, all’incontro del nostro candidato sindaco di Ceccano Andrea Querqui. E subito ho specificato che questa settimana sarei stata fuori Frosinone per lavoro. Mi era stato detto che si sarebbe giustamente provveduto a spostarla, cosa in cui non ci trovavo nulla di male visto che per sei mesi si è tenuto un silenzio assordante. Strano che improvvisamente si avesse tutta questa fretta di dover correre ad ogni costo».

«Poi mi arriva un messaggio striminzito che la riunione si sarebbe fatta lo stesso, a cui ho prontamente risposto che non accetto le prese in giro. In una comunità si sta in un certo modo, altrimenti se si preferisce si crea un club con pochi intimi e parliamo di un’altra cosa».

L’ennesimo cortocircuito

Antonio Pompeo, Luca Fantini, Sara Battisti

Il Segretario del Circolo Marco Tallini conferma di avere avvisato tutti e tutti nello stesso giorno. La sostanza? Mentre si annuncia un nuovo corso, salta il primo vero confronto. Mentre si parla di ricostruzione, si chiude la porta al dialogo. Il risultato è l’ennesimo cortocircuito. Per usare una metafora automobilistica: sorpasso in curva, ma senza sapere se la strada è libera. E così la macchina del Pd cittadino rimane ferma, motore acceso e freno tirato.

Elsa De Angelis denuncia «un teatrino in cui le convocazioni arrivano per sbaglio, le decisioni vengono prese altrove, e le pacche sulle spalle valgono più dei contenuti». La sua è una richiesta chiara: «basta con il club degli intimi, basta con il Pd fatto di riunioni segrete e silenzi comodi».

Il punto è che da mesi il Partito Democratico di Frosinone sembra una macchina spenta. Nessuna iniziativa politica se non quelle autonome attuate dai 3 Consiglieri Comunali, nessuna presa di posizione vera. Solo guerre intestine, correnti che si annusano ma non si parlano. L’unico dibattito è sul dibattito stesso, mentre fuori le elezioni comunali si avvicinano e la città aspetta ancora un’idea chiara di alternativa.

Il rischio dei nodi tutti insieme

Luca Fantini e Achille Migliorelli, candidati alla Segreteria provinciale

Sotto la cenere c’è brace. Perché se è vero che tutto sembra bloccato, è altrettanto vero che le tensioni stanno accumulando pressione. «I nodi verranno al pettine» dice Elsa De Angelis. E ha ragione. Il rischio, semmai, è che arrivino tutti insieme, troppo tardi e troppo rumorosamente. E che quando finalmente si parlerà davvero, ci si accorgerà che il tempo per decidere è già scaduto. Nel frattempo, resta il silenzio. Quello che Elsa definisce con ironica amarezza “alla Renato Zero”: assordante, vuoto, interminabile.

E così, mentre gli specchi continuano a moltiplicare immagini e illusioni, il Pd di Frosinone si guarda – ancora una volta – senza vedersi davvero.