Stabilimento militare nell’ex Winchester: monta il fronte del “no”

Ad Anagni cittadini, associazioni ecologiste ed esponenti politici si sono ritrovati nell'area dell'ex polveriera per protestare contro il progetto di Knds di aprire una fabbrica per la produzione della nitrogelatina. "Valle del Sacco già compromessa da problemi ambientali e poi la zona diventerebbe un obiettivo sensibile in caso di guerra", è il grido d'allarme

Paolo Carnevale

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Pochi anagnini e molti da fuori, arrivati al seguito dei politici. L’unica bandiera di Partito è stata quella con falce e martello, in disuso anche a Mosca. Cittadini normali (ma pochi anagnini) insieme a diversi politici, esponenti della società civile e dell’impegno per l’ambiente. Un centinaio di persone unite insieme dalla paura che la Valle del Sacco, dopo essere stata per anni teatro di tragedie ambientali, possa diventare anche un obiettivo sensibile in uno scenario geopolitico. Che diventa giorno dopo giorno sempre più preoccupante.

Tutti uniti in una battaglia, per una volta, comune. Si sono presentati ad Anagni nei pressi della sede della ex Winchester, nella parte bassa della città dei papi. Hanno dato vita ad un presidio di protesta contro  il progetto presentato qualche mese fa dalla Knds, che punta a riaprire lo stabilimento anagnino per realizzare nitrogelatina. (Leggi qui: L’ex Winchester potrebbe tornare a fare munizioni, ma c’è chi dice no).

Il piano di Knds

Come noto, la ex Winchester è stata per anni uno stabilimento importante dell’industria militare del centro Italia. Una realtà chiusa da anni in seguito alla contrazione del settore e da tempo diventata un centro per la demilitarizzazione. Di fatto un sito in cui armi e munizioni venivano smontate per essere rese inerti e inoffensive. Uno scenario cambiato completamente con i nuovi venti di guerra della politica occidentale. Non basta dare le armi all’Ucraina per difendersi dall’invasione russa: bisogna dargli anche le munizioni. Che adesso servono anche per ricostituire le scorte nazionali.

Per questo, dopo l’inizio della guerra in Ucraina, è stato varato l’Asap, ovvero l’Act in Support of Ammunition Production. Una legge che consente l’aumento di investimenti per la difesa dei Paesi europei. È partita da questo nuovo assunto la mission della Knds, che ha già uno stabilimento a Colleferro e che adesso punta a realizzare, all’interno della ex Winchester appunto, 11 capannoni, su una superficie di circa 2.500 metri quadrati, per ottenere nitrogelatina, il componente base per la produzione di armi ed esplosivi.

E’ prevista, a regime, una produzione da circa 40 tonnellate al mese: per molti diventa un rischio importante, sia per le ricadute su un territorio già provato da un punto di vista ambientale, che per i rischi legati al fatto che, un stabilimento del genere diventerebbe automaticamente un obiettivo sensibile  in uno scenario di guerra. 

La protesta delle associazioni

A tutto questo hanno fatto riferimento gli esponenti di associazioni ambientaliste ed anti militariste che si sono date appuntamento di fronte allo stabilimento della ex Winchester.  Tra questi Alberto Valleriani, referente storico di Retuvasa, la Rete per la tutela della Valle del Sacco da anni in prima linea per la salvaguardia dell’ambiente. Un territorio che negli ultimi anni ha vissuto vere tragedie, come quella del 2005, con le mucche morte per aver bevuto acqua inquinata dall’arsenico nel Rio Mola Santa Maria.

Valleriani ha ribadito la necessità di fare tutto il possibile per evitare un ritorno di questa industria nella zona. Ma sono stati tanti gli esponenti di sigle diverse a protestare contro i rischi ambientali e quelli legati al ritorno dell’industria militare. Tra i primi c’è stata anche Letizia Roccasecca, la storica attivista anagnina che si batte da anni per salvaguardare l’ambiente della parte bassa della città dall’inquinamento. Mentre ha suscitato proteste l’intervento di Ilaria Fontana, parlamentare dei 5 Stelle contestata soprattutto per il fatto che i grillini, a livello nazionale, hanno votato il riarmo.

La controproposta

A livello locale si è fatto sentire Luca Santovincenzo, esponente di LiberAnagni, che ha confermato la volontà di opporsi al progetto del nuovo stabilimento, ricordando la mozione contro la guerra presentata in consiglio comunale all’epoca dell’arrivo del G7 ad Anagni. E ribadendo anche un punto importante: ad Anagni al momento non c’è più un vero e proprio ospedale. Cosa che in questo contesto diventa ancora più grave. Di qui il rilancio della proposta che punta a realizzare un nuovo ospedale all’interno della zona della ex polveriera.

Alla manifestazione era presente anche Sara Battisti, consigliere regionale del Pd, che ha ribadito che quella di creare uno stabilimento ad Anagni è “una scelta profondamente sbagliate in un’area già fortemente compromessa sotto il profilo ambientale”. Ricordando a tale proposito di avere “già presentato un’interrogazione alla giunta Rocca per sapere quali misure intende adottare a tutela della popolazione”

Sulla stessa lunghezza d’onda Francesco Sordo, segretario anagnino del Partito Democratico. Che ha sottolineato anche la pericolosità di uno stabilimento che sorgerebbe, in caso di realizzazione, a poche centinaia di metri da abitazione private, scuole ed edifici pubblici.