
L'inchiesta interna sullo Stadio del Nuoto ha confermato i due capitolati di gara con differenze significative riguardanti la responsabilità della manutenzione. Nonostante le confusioni, l'architetto Viscogliosi ha confermato la validità della gara, stabilendo che il gestore Bellator Frusino può continuare nella gestione
L’indagine interna è conclusa. C’è voluto il doppio del tempo previsto per sbrogliare la matassa e venirne a capo. A farlo è stato l’architetto Giuseppe Viscogliosi, nuovo dirigente del settore Lavori Pubblici nel Comune di Frosinone. Essendo nuovo e non conoscendo gli atti precedenti ha dovuto ricostruire tutti i passaggi sull’affidamento dello Stadio del Nuoto.
Due mesi di paziente lavoro cominciato il 29 gennaio su input dell’assessore ai Lavori Pubblici Angelo Retrosi: promise una risposta entro 30 giorni al grande caos su quel bando di gara fatto esplodere in Aula con un’interrogazione del capogruppo Pd Angelo Pizzutelli. (Leggi qui: Via all’indagine interna per capire chi ripara lo Stadio del Nuoto).
Doppio capitolato

In pratica: chiese a chi spettasse farsi carico della manutenzione sullo Stadio del Nuoto. E mostrò due Capitolati di Gara: uno era quello approvato dal Comune, uno era quello usato dalla Stazione Unica Appaltante della Provincia che si era occupata dell’affidamento. Identici tranne in un passaggio: l’articolo 19 del “Capitolato di Gestione“.
- Versione approvata dal Comune: “La manutenzione straordinaria dell’immobile e degli impianti tecnologici è a carico del Concedente.”
- Versione pubblicata dalla Provincia: “La manutenzione straordinaria dell’immobile e degli impianti tecnologici è a carico del Concessionario.”
Nel primo caso la manutenzione tocca pagarla al Comune, nel secondo a chi ha preso la gestione.
Per chiarire cosa fosse successo e chi avesse fatto il cambio, il 13 gennaio il settore Lavori Pubblici del Comune ha richiesto spiegazioni alla Stazione Appaltante della Provincia. Non ha ricevuto risposta. A quel punto l’ingegnere Benito Caringi (all’epoca dirigente del settore) ha formalizzato il 29 gennaio l’avvio del Procedimento di Verifica, con l’obiettivo di valutare eventuali provvedimenti in autotutela. Cioè, se ci sono errori intervengo per evitare danni maggiori.
Anche perché il 10 gennaio Angelo Pizzutelli ha chiesto l’annullamento del bando. (Leggi qui: Stadio del nuoto, Angelo Pizzutelli all’attacco: annullate il bando).
La matassa

L’architetto Giuseppe Viscogliosi ha ricostruito che effettivamente esistevano due capitolati: quello approvato dal Comune e quello messo a gara dalla Stazione Appaltante. Con quella fondamentale differenza all’Articolo 19.
Quale è valido? La gara deve essere annullata? Soprattutto: chi deve mettere i 40mila euro spesi dal Comune per riparare il tetto dal quale si infiltrava acqua fino ai pavimenti degli spogliatoi?
L’architetto Giuseppe Viscogliosi ha stabilito, con tanto di parere legale, che la gara è valida. Ed è valido il capitolato pubblicato dalla Stazione Unica Appaltante: non danneggia il Comune ma va a suo favore perché affida le spese al gestore e non alle casse pubbliche.
Perché è valido? Perché chi ha risposto alla gara lo ha fatto sulla base del capitolato pubblicato, non di quello approvato dal Comune. In gara c’era quel testo. Ed in caso di dubbi sarebbe stato opportuno chiedere un chiarimento facendo emergere la differenza tra i due testi. Partecipando dalla gara viene accettato il testo del bando: ed anche a voler contestare la differenza con quello approvato dal Comune, l’Ufficio Legale della Provincia dice che l’accettazione del nuovo testo modificato poteva essere interpretato come un’offerta migliorativa fatta dai concorrenti.
Ed ora i soldi

Per questo la gara non viene annullata e viene considerata valida. Ma ora resta un punto: i 40mila euro spesi dal Comune sulla base del testo in suo possesso e dal quale risultava che era lui a doversene fare carico.
Per il dirigente dei Lavori Pubblici “non è oggetto del presente procedimento, la disamina dei lavori realizzati dal Comune”. Perché? La risposta arriva dal Codice Civile: il gestore Bellator Frusino dovrà occuparsi delle manutenzioni successive al suo ingresso nella gestione dello Stadio.
E quelle fatte dal Comune? Anche qui è il Codice Civile a venire incontro. Perché al momento della consegna dell’immobile da parte del Comune la situazione dello stabile era peggiorata rispetto al sopralluogo che aveva portato alla stesura del bando. E quei peggioramenti – dice il Codice – sono a carico del Comune che è tenuto a dare il bene in buone condizioni o comunque in quelle stabilite dal sopralluogo che ha portato al bando.
Per questo, gli atti di gara sono legittimi. La gara non deve essere annullata: e la bellator non deve restituire alcuna somma.