Stefano Pizzutelli scende in campo: «Ecco la via per vincere le elezioni»

La discesa in campo di Stefano Pizzutelli. Il Psi corre da solo con Iacovissi candidato sindaco, mentre il Pd resta impantanato nei suoi dibattiti interni. L'ex consigliere prova a rompere lo stallo e richiama all’unità del centrosinistra e propone un tavolo comune per rilanciare Frosinone.

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Piccozza in mano e zaino in spalla, il Partito Socialista ha cominciato la scalata alla vetta del polo Progressista di Frosinone: vuole arrivare primo sulla cima e pizzare la bandierina del suo Vincenzo Iacovissi per rivendicare la sua candidatura a sindaco. Le prime due tappe le ha già superate: la presentazione della coalizione con i nomi dei candidati, l’adesione del consigliere Armando Papetti che lascia il Gruppo dell’ex sindaco Marzi. (Leggi qui: Il Psi presenta la lista, il Pd tra dubbi e contraddizioni).

Piccozza in mano e zaino a terra, il Partito Democratico sta ancora chiuso dentro alla baita a discutere su chi deve guidare la cordata, se i nomi vanno messi in ordine alfabetico o di importanza, se la prima deve essere una donna ed un’infinità di questioni che renderanno eterno il dibattito.

Senza piccozza e senza zaino, l’unico che sta cercando di svegliarlo e di indicargli i Socialisti lanciati verso il cocuzzolo appuntito è Stefano Pizzutelli, ex consigliere comunale del Capoluogo e figura di riferimento del civismo progressista, vicinissimo ad Elly Schlein.

Lucido e appassionato

Stefano Pizzutelli

In vista delle elezioni comunali del 2027, Stefano Pizzutelli si inserisce nel dibattito interno ai Dem con una riflessione lucida e appassionata sul futuro della città e del Partito Democratico. 

Lo fa con una nota nella quale fa un apprezzamento per il Gruppo consiliare del Pd che ha criticato l’iniziativa dei Socialisti di procedere in solitaria alla scelta del candidato sindaco“Ho apprezzato molto l’intervento del Gruppo Consiliare PD in merito all’iniziativa del PSI … e della scelta di isolamento” scrive, sottolineando come le decisioni strategiche debbano essere prese “innanzitutto a Frosinone e con la sola ottica di Frosinone”. L’elogio al Gruppo consiliare non era scontato, né richiesto. È un segnale. (Leggi qui: Il Pd e l’eterna paralisi da dibattito. Il caso Frosinone: il paradigma perfetto. E qui: I Socialisti rompono gli indugi: la ‘Frosinone di domani’ parte già oggi).

Le parole sono un chiaro invito a superare le logiche di Partito ed a privilegiare un approccio locale, radicato nei bisogni concreti della città. Pizzutelli rivendica e ci mette il cappello, il contributo di chi, come lui, proviene da esperienze civiche e si riconosce nella linea di Elly Schlein. In politica è sempre bene ribadire quando si sta vicino al Capo. O alla sua corrente. Che nel pd sono numerose come le auto in fila sul Grande Raccordo Anulare di Roma nelle ore di punta. 

L’innesto di Stefano Pizzutelli

L’obiettivo è “innestare all’interno del Partito le nostre esperienze. Rafforzando e rinvigorendo il Pd con temi centrali come Lavoro, Salario minimo, Sanità, Scuola pubblica e Ambiente”. Questa visione, si contrappone alla gestione della destra. Per Pizzutelli la visione del polo Progressista deve avere l’obiettivo “della rinascita di una città morente. Colpa di 12 anni di Giunte di destra che hanno dato al 10% dei cittadini l’unica scelta di andare a trovare un percorso di vita da un’altra parte. Touchè.

Il passaggio politicamente più rilevante e strategico dell’intervento di Pizzutelli riguarda l’appello all’unità delle forze progressiste e ambientaliste. Cose mai viste a Frosinone. La risposta non può essere la divisione delle forze progressiste e ambientaliste, né la chiusura a coloro che si sono distaccati dalla coalizione“. Anzi, “molti hanno abbandonato la destra dopo averne sperimentato “l’inazione”.

Il Pd non pretende

Le bandiere sul municipio di Frosinone

Pizzutelli propone la costituzione di un tavolo comune per disegnare un programma condiviso, con un obiettivo chiaro: “governare la città e non fare testimonianza”.

 Perché, ed ecco il passaggio più pesante e (astutamente) strategico. DiceIl PD non pretende di decidere da solo né il programma, né la candidata o il candidato a sindaco, né vuole imporre programmi e candidati, senza discussione, per preconcetto o perché si sente superiore o migliore”. Mirabile testimonianza della vecchia e nobile scuola politica del compianto papà Vincenzo.

Il messaggio di Pizzutelli dunque, è al tempo stesso un monito e una proposta. 

Lo spiegone

Vincenzo Iacovissi

Monito contro l’autoreferenzialità e le divisioni nel centrosinistra, proposta per un Pd aperto, inclusivo, capace di aggregare e di tornare protagonista a Frosinone. 

In un contesto dove il PSI ha lanciato, in solitaria,  la candidatura di Vincenzo Iacovissi con la civica “Frosinone Aperta” e dove il centrodestra lavora a una coalizione ampia, forse trasversale,  attorno al sindaco Riccardo Mastrangeli, il centrosinistra rischia di perdere ulteriore terreno, se non trova una sintesi politica e programmatica. Prima al proprio interno, poi con gli alleati. Anche se non è ancora chiaro quali. 

Pizzutelli non propone nomi ma un metodo: dialogo, radicamento, visione. Di fatto ha dettato una agenda. Soprattutto, una chiamata alle armi per chi crede ancora, non solo nel Pd ma nella possibilità di cambiare Frosinone. Parlare di città morente, di spopolamento, di degrado urbano può essere una leva potente: tocca il vissuto quotidiano dei cittadini. 

Se il centrosinistra unito riesce a far sentire alla gente di Frosinone chela rinascita” non è solo uno slogan elettorale ma un piano concreto di profonda trasformazione urbanistica, strutturale (mobilità compresa), economica, sociale e culturale ha la possibilità di compiere un miracolo: vincere le elezioni dopo 20 anni di batoste.