Tari 2025, a Latina bollette in salita: +6% e tante polemiche

Le bollette della tassa sui rifiuti aumentano del 6% nel 2025, col costo totale che passa da 34 a 37 milioni di euro. Aumenti lineari colpiscono cittadini e attività commerciali, mentre il servizio resta ridotto, generando malcontento tra gli utenti.

Antonella Iafrate

Se è scritto chiaro si capisce

A Latina le bollette della tassa sui rifiuti si preparano a salire. Di nuovo. Stavolta si parla di un aumento medio del 6%, certificato nel Piano Economico e Finanziario 2025 del servizio rifiuti approvato ieri dalla commissione Ambiente del Comune. Il costo complessivo del servizio passa da 34 a 37 milioni di euro. E come sempre, l’effetto si riversa sulle tasche dei cittadini.

Quanto si paga in più?

Ecco qualche numero per capire quanto pesa l’aumento. Prendiamo l’esempio classico: un appartamento di 100 metri quadri.

  • Un single, nel 2024, pagava 280 euro. Nel 2025 ne pagherà 302.
  • Una famiglia di sei persone passava da 648 a 689 euro.

Incrementi lineari, che diventano più pesanti per le attività commerciali. Per bar, pasticcerie e gelaterie, l’aumento supera il 10%. Stessa storia per ristoranti e pub: tra quota fissa e variabile, si arriva a quasi 55 euro al metro quadro. In pratica: più tasse, meno margine.

Il motivo? Un Pef che lievita

Il Pef è stato approvato con i voti della maggioranza di centrodestra, compatta dopo giorni di malumori. Un lavoro di ricucitura portato avanti dal presidente della commissione Ambiente Alessandro Porzi, che ha rinviato, mediato, convocato incontri pre-commissione. Alla fine, il sì è arrivato. Ma le critiche non si sono fatte attendere.

Il nodo centrale è il fondo crediti di dubbia esigibilità. Ad alimentarlo, in larga parte sono le persone che non pagano la tassa e ci sono pochissime possibilità di ottenere quelle somme. Parliamo di quasi un milione di euro di costi in più per coprire chi non paga la Tari. Secondo l’opposizione, è inaccettabile che il peso di questa voce ricada sugli utenti onesti. La norma però è chiara: vale lo stesso principio quando si determina la tariffa dell’acqua, si sommano tutti i costi e le spese e si divide per gli utenti; tra i costi ci sono le bollette non pagate nell’esercizio precedente: vengono ricaricate su quelli che pagano.

Dario Bellini

Dario Bellini (Lbc) è stato l’unico a votare contro: «Avete confermato la misura del commissario Valente e scaricato l’80% del fondo sulla Tari. Così aumentate le bollette per fare cassa». Replica secca di Mario Faticoni: «Il fondo nasce da bollette accertate e non pagate. L’evasione aumenta ogni anno: da 5 milioni del 2019 a 13,6 nel 2023».

Servizio ridotto, bolletta aumentata

E qui sta il punto: i cittadini pagano di più ma il servizio – per stessa ammissione della maggioranza – non migliora, anzi. Roberto Belvisi (Lega) lo dice chiaro: «Abbiamo ridotto del 30% la frequenza dei ritiri. Come si spiega un aumento della Tari con un servizio dimezzato?».

L’assessore Franco Addonizio

La giunta si difende: «Il Pef è stato approvato in via straordinaria per evitare squilibri finanziari di Abc», dice l’assessore all’Ambiente Franco Addonizio. C’è l’aumento del contratto collettivo, l’anticipo di alcuni servizi in centro e l’aumento dell’Iva. Intanto però il porta a porta in centro stenta a decollare, e i mastellini restano lì dove sono.

Si guarda al 2026 per una riorganizzazione seria del servizio. In ballo ci sono i nuovi “secchioni intelligenti” a lettura ottica e progetti pilota per i grandi condomini. Il piano industriale è pronto, mancano solo tempi certi. Che, per ora, non ci sono.

Il consiglio comunale sarà il prossimo terreno di scontro. Intanto, a pagare sono sempre gli stessi: i contribuenti. Con una Tari che cresce, mentre la pazienza scende.