Federlazio si schiera con la stazione Tav da realizzare a Ferentino: "Opera di territorio, si mettano da parte i campanilismi. È ora dei fatti”. Ma Cassino e Roccasecca rilanciano le loro aspirazioni
A Frosinone – Ferentino – Supino hanno già tutto. C’è lo studio di pre fattibilità elbaorato nel 2022 da Ferrovie dello Stato Italiane e poi messo da parte quando è cambiato il Governo sia a Palazzo Chigi che in Regione Lazio. C’è il finanziamento da 3 milioni di euro ottenuto ora dall’ex sindaco di Frosinone e adesso deputato della Lega Nicola Ottaviani: serve per recuperare quello studio, aggiornarlo allo step successivo, agganciarlo al corridoio ferroviario merci Scandinavo-Mediterraneo finanziato dalla Ue. E che proprio a Supino ha un punto nodale. Che consente di costruire lì una stazione sulla linea Alta Velocità. Non solo.
C’è anche molto altro. Come il via libera di Unindustria ed ora anche di Federlazio, il sindacato Cisl del Lazio ha dato il suo appoggio evidenziando che i benefici sarebbero per l’intero asse economico Tirreno – Adriatico. Le imprese sono pronte a metterci del loro.
Nonostante questo, in serata sia il Comune di Cassino che quello di Roccasecca hanno risposto rilanciando le loro ambizioni ad ospitare una stazione Tav in linea, ritenendo di avere i requisiti tecnici. Nei prossimi giorni terranno due riunioni per metterlo in chiaro. Ma altrettanto è chiaro che oltre quello c’è nulla: non c’è lo studio di pre fattibilità di ferrovie, non c’è il finanziamento del Governo, non c’è la disponibilità delle industrie a partecipare.
Si schiera Federlazio
In queste ore si è schiarata anche Federlazio, la Federazione delle Piccole e Medie Imprese della provincia di Frosinone. “La stazione dell’Alta Velocità nell’area di Ferentino-Supino rappresenta un progetto cruciale per lo sviluppo del Lazio meridionale. Un’opera strategica su cui le riflessioni, le discussioni si prolungano ormai da un decennio. Oggi richiede con urgenza il passaggio alla fase realizzativa attraverso uno sforzo collettivo da parte di tutti gli attori del territorio che devono superare ogni forma di campanilismo”: lo ha detto questo pomeriggio il presidente di Federlazio Frosinone, Domenico Beccidelli.
Frosinone e Cassino hanno oggi una fermata del Frecciarossa al mattino in direzione Roma ed al pomeriggio in direzione Napoli ma sono sulla linea ordinaria: i treni lasciano la linea Veloce, percorrono quella normale e fatte le due fermate ciociare rientrano sul tracciato Veloce. Il progetto invece prevede una stazione direttamente sul tracciato Tav: senza ritardi dovuti all’interconnessione. Il che porterebbe Roma e Napoli a due passi e mezzora di viaggio dalla Ciociaria.
Il dibattito sulla stazione e la fermata ‘in linea’ è ripreso da alcuni giorni: da quando il deputato della Lega Nicola Ottaviani ha annunciato un finanziamento da 3 milioni per lo studio di fattibilità sul progetto già presentato nel 2022 dall’allora Ad di Ferrovie Gianfranco Battisti. Prevede la stazione a nord di Frosinone, in territorio di Supino, al confine con il casello autostradale e lo svincolo della superstrada di Ferentino.
Occasione unica
“Questa opera è un’occasione unica per restituire centralità alla nostra provincia e inserirla nei grandi corridoi infrastrutturali europei” ha dichiarato Domenico Beccidelli. “Non possiamo più permetterci ritardi o divisioni. Il progetto Tav è fondamentale per migliorare la mobilità, attrarre investimenti e rilanciare il tessuto economico e sociale del Lazio meridionale”.
E Cassino? Sabato durante un confronto organizzato a Ferentino, l’ex presidente della Provincia di Frosinone Antonio Pompeo aveva chiesto di usare la Tav per unire la Ciociaria e non per dividerla. “Basta allora con tecnicismi ridondanti e facciamo invece un grande lavoro politico per unire il territorio, da nord a sud, intorno a questo progetto che rappresenta l’unica possibilità di ripresa per la nostra terra“. E ancora: “Pur comprendendo lo stato d’animo di molti sindaci e amministratori del sud della nostra provincia, chiamati in questi giorni a gestire uno dei momenti più difficili e delicati della crisi Stellantis, ritengo giusto e doveroso un loro coinvolgimento diretto“.
Una tesi sulla quale il presidente Domenico Beccidelli e Federlazio sono d’accordo. Per loro la stazione Tav è un’opera di territorio e non di area. “Già nel 2015, l’Associazione organizzò un grande convegno sul tema alla presenza dell’allora Ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi. Durante l’evento venne ribadito il carattere strategico della stazione TAV per un territorio che, nonostante le difficoltà economiche degli ultimi anni, continua a essere una delle aree più industrializzate della regione”.
Per questo Beccidelli sottolinea che “La stazione TAV non è solo un’opera infrastrutturale: è il simbolo di un cambiamento che questo territorio attende da troppo tempo”.