Tessere diverse, stessa tigna polemica: Marino e Manunza outsider scomodi

Questione di tigna. Marino e Manunza: così lontani e così vicini. Il primo polemizza sul caso della bandiera palestinese "rimossa" e la seconda lancia bordate al "suo" segretario cittadino

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

Sono due personaggi diversi. Anzi, non potrebbero essere più lontani per idee, atteggiamenti, collocazione politica. Eppure, per paradosso, in questi giorni ad Anagni Carlo Marino e Angela Manunza risultano molto più vicini di quanto si potrebbe pensare. Ad accomunarli, anche se per motivi differenti, è il gusto per la polemica. Che finisce per creare sconquasso in entrambi gli schieramenti.

Il caso della bandiera Palestinese

La bandiera palestinese cancellata

Partiamo dall’assessore al Bilancio ed alla Cultura della città dei papi. Che, e non è la prima volta, ha creato scompiglio (anche tra le sue fila). La polemica, in questo caso, è legata alla recente rimozione della bandiera della Palestina che si trovava dipinta sul muro di una delle strade che portano nel centro della città.

La bandiera è stata eliminata qualche giorno fa in sospetta coincidenza con l’arrivo del G7 nella città di Anagni, previsto per il prossimo 25 novembre. Quel giorno i potenti del mondo, dalle 11 del mattino fino alle prime ore del pomeriggio, transiteranno all’interno della città per una visita blindatissima nei luoghi storici.

Da giorni, in previsione dell’appuntamento, la città si sta progressivamente militarizzando, con una serie di controlli e di misure di sicurezza legate all’importanza dell’evento. Tra le misure che sono state prese c’è anche quella di evitare riferimenti a questioni politiche scottanti.

Sospetti sul G7 imminente

Carlo Marino

Ecco perché quella bandiera della Palestina è stata eliminata con una mano di bianco. Una decisione che ha fatto scoppiare parecchie polemiche. Soprattutto da parte di chi ha notato la corrispondenza dei tempi tra l’arrivo del G7 e la sparizione del simbolo. Poteva bastare così.

Se non che Carlo Marino ha sentito il bisogno di legittimare l’accaduto; chiarendo che “c’è chi non perde occasione per strumentalizzare ogni gesto”. Marino ha poi voluto sottolineare che la questione non è che la bandiera sia stata messa da parte, ma che sia stata tolta solo ora. Scatenando un vero e proprio vespaio.

Il problema è che la presa di posizione dell’assessore, diffusa via social, almeno a giudicare dalle indiscrezioni trapelate, non ha trovato molta approvazione neanche all’interno della sua stessa maggioranza. Dove c’è chi ritiene che l’amore di Marino per la polemica (per i più svariati motivi) nasca sostanzialmente dalla voglia di visibilità. Legata, questa è l’ipotesi, alla volontà di ritagliarsi uno spazio mediatico più vasto, in prospettiva di una possibile candidatura a sindaco alle comunali del post Daniele Natalia.

Il fatto è che, come più di qualcuno ha fatto notare, forse non è questo il modo più logico per ritagliarsi quello spazio.

Angela vs Francesco in casa dem

Angela Manunza

La verve polemica di Angela Manunza invece è, come noto ormai, legata alla diatriba interna con il Partito Democratico di cui (anche se in minoranza) lei è dirigente. La Manunza è da tempo ormai in rotta di collisione con il Segretario Francesco Sordo. Accusato di un atteggiamento monocratico, con la tendenza a decidere praticamente da solo senza ascoltare nessuno, e men che meno gli esponenti della minoranza.

Un atteggiamento che, secondo la dirigente di minoranza del Partito, rischia di rendere ancora più frammentaria la situazione del centro-sinistra ad Anagni. Minando i rapporti con l’unica forza politica, il gruppo di LiberAnagni, che al momento ha uno spazio in consiglio, sia pure tra i ranghi dell’opposizione.

La Manunza ha poi accusato il segretario di essere stato sostanzialmente assente in molte delle ultime campagne politiche in città. A partire dal Biodigestore, per arrivare fino al Paco, o al progetto del polo logistico di San Bartolomeo.

Le accuse al Segretario

Francesco Sordo

Stigmatizzando una aperta tendenza a silenziare le voci dell’opposizione interna al partito. Ed annunciando, in tal senso, la volontà di continuare a combattere: “Ho rinnovato – ha detto- la mia tessera PD per il 2024-2025. Io resto qui”. Una dichiarazione di guerra che non rasserena l’ambiente.

Esattamente come, dall’altra parte, le intemperanze di Marino non contribuiscono certo a tenere basso il livello di attrito fuori e dentro la maggioranza. Poli opposti. Ma la stessa vocazione alla polemica.