Intervista ad Emanuela Piroli, presidente del Consiglio comunale di Ceccano, Dal 2020 ad oggi, la parabola politica del candidato più votato nella città. Dalla corsa solitaria al ritorno in grande stile nel PD, fino alla presidenza dell'assise civica. Tra memoria, politica e nuove sfide
Nel 2020, a Ceccano, serviva un pizzico di follia per mettersi in gioco. E Emanuela Piroli quel pizzico ce l’aveva. Si candidò a sindaco con appena tre liste, contro due corazzate da sette ciascuna: Roberto Caligiore, che poi vinse al primo turno con il 51%, e Marco Corsi, fermo al 26,8 %.
Lei arrivò terza ma non nella sostanza. Perché quel 22,5 % prese tutti in contropiede: la città capì che il vero volto del centrosinistra non era quello sponsorizzato dal Partito Democratico, ma il suo. Già, perché il Pd, in quell’anno, scelse di appoggiare Marco Corsi, lo stesso che era stato presidente del consiglio nella giunta Caligiore.
Una scelta che oggi sembra incredibile persino da raccontare. I “Democratici per Ceccano” — così si chiamava la lista — si fermarono a 500 voti scarsi.
E l’allora segretario provinciale Luca Fantini decise di togliere il simbolo dal manifesto: sapeva che quella macchina, partita storta, si sarebbe schiantata. E così andò.
Emanuela invece non si schiantò. Resistette
Dopo una parentesi breve ma rumorosa fuori dal partito (anche se, a dirla tutta, non lo ha mai davvero lasciato), Emanuela Piroli è tornata in campo cinque anni dopo. E l’ha fatto da protagonista: quasi 500 preferenze personali, candidato più votato in assoluto tra uomini e donne della città, e un Pd tornato primo Partito con 1.590 voti.

Una rivincita che profuma di riscatto e che oggi la porta a sedere su una delle poltrone più delicate e simboliche di Palazzo Antonelli: la Presidenza del Consiglio comunale. E non è un caso che oggi la Piroli sia vicinissima alla consigliera regionale Marta Bonafoni (una delle anime più ascoltate della sinistra laziale) e, di riflesso, alla corrente Schlein.
Una scelta chiara, senza infingimenti. Perché lei, come la segretaria nazionale, resta “testardamente unitaria”, ma non addomesticabile. Ha scelto di non scappare quando il vento tirava contro, e oggi raccoglie il frutto di quella ostinazione.
È stata intervistata dalla redazione di Alessioporcu.it per raccontare il suo percorso politico, le scelte compiute e la visione con cui guarda al futuro di Ceccano.
Una vittoria di squadra di un Pd tornato competitivo
Lei ha fatto un risultato importante nelle ultime elezioni amministrative, arrivando a quasi cinquecento preferenze, dopo l’ottimo consenso ottenuto già nel 2020 come candidata sindaco. Si sente soddisfatta di quel risultato personale e di quello del Partito Democratico, che ha registrato un risultato notevole?

“Sono molto soddisfatta e profondamente grata per la fiducia che quasi cinquecento cittadini mi hanno accordato. Un risultato straordinario, espressione di un rapporto diretto con la città, costruito nel tempo con la presenza e l’impegno costante. Un risultato che considero non solo personale, ma frutto di un lavoro collettivo, di una comunità politica che ha creduto in un progetto, con coerenza e determinazione.
“Il Partito Democratico si è dimostrato estremamente competitivo, ha ottenuto un consenso importante, tornando ad essere partito di maggioranza relativa. Non era scontato, anche se io ne ero convinta. Naturalmente, non è un punto di arrivo ma uno stimolo a fare ancora di più e meglio”.
“Il mio passo indietro? Scelta giusta e vincente”
Il suo passo indietro nella corsa a sindaco, nel momento più delicato delle trattative pre-elettorali, è stato decisivo per sbloccare la candidatura di Andrea Querqui. Guardando oggi a quella scelta, come la commenta? Quanto tempo ha riflettuto prima di compierla?

“È stata una decisione frutto di un grande lavoro di mediazione e di confronto. Non facilissima, per tanti motivi, che non ritengo utile ricordare ora, ma che, ci tengo a sottolineare, non riguardano personalismi e/o ambizioni specifiche. Ma solo il diritto al rispetto. Ho sentito il peso della responsabilità, quella di costruire l’unità, perché questo ci chiedeva la città, con forza, tutti i giorni, nel Pd e nel centrosinistra. Testardamente unitaria, come la segretaria Elly Schlein”.
“Guardandola ora, la commento nel solo modo possibile, con soddisfazione ed orgoglio. La scelta giusta, perché ha permesso di costruire una coalizione larga e credibile attorno alla candidatura di Andrea Querqui”.
La bufera giudiziaria per ripartire
Il 24 ottobre ha segnato un punto di svolta nella politica ceccanese. Come ha vissuto quelle settimane e cosa ci può dire oggi, a mente fredda? Crede che Ceccano stia ancora subendo le conseguenze di quel giorno?
“Ho vissuto le settimane dopo gli eventi giudiziari emersi il 24 ottobre 2024, con lo stesso stato d’animo di ogni singolo cittadino. Sono stati giorni intensi, complessi, in cui la città era sospesa tra incredulità, sdegno, rabbia, dolore e tensioni. Ho cercato di viverli con lucidità, stringendomi alla comunità, perché bisognava ricostruire un rapporto di fiducia, pur essendo consapevole del momento delicato”.

“Una città profondamente ferita, umiliata e ingannata, da chi per primo avrebbe dovuto prendersene cura. Il rischio era finire nel calderone del “siete tutti uguali”.
A mente fredda penso che, oltre ai tantissimi problemi di carattere amministrativo, inevitabile conseguenza di quanto emerso dall’inchiesta, quel passaggio abbia lasciato segni ancora visibili anche nella vita politica cittadina: Ceccano sta ancora attraversando una fase di assestamento, ma credo che, da quello scossone, possano nascere nuove consapevolezze e un più maturo senso del dovere istituzionale che i cittadini ci hanno chiamato ad assolvere”.
L’impegno della giunta continuo e produttivo
Da presidente del Consiglio comunale, qual è il suo giudizio complessivo sull’amministrazione Querqui, sulla Giunta e sui consiglieri di maggioranza? Dove ritiene che questa squadra possa migliorare e quale considera il suo punto di forza?
“L’amministrazione sta lavorando con serietà, impegno e competenza. La priorità per il sindaco Andrea Querqui, e per tutti noi, è risolvere i problemi, rispondere alle esigenze della città, migliorare la qualità di vita dei cittadini. E credo che questo si percepisca”.

“Ci sono margini di miglioramento, com’è naturale che sia, ci siamo insediati da poco, ma il punto di forza di questa squadra è la compattezza e la disponibilità reciproca all’ascolto. Come presidente del Consiglio comunale il giudizio è positivo”.
“L’impegno della giunta e dei consiglieri è continuo e produttivo, si è ristabilito un dialogo diretto con la cittadinanza, accorciando quella distanza tra amministrazione comunale e città che ha caratterizzato gli anni precedenti. E ritengo che, pur tra le tante difficoltà dettate dalle problematiche amministrative ereditate, si stia costruendo un metodo di governo solido e costruttivo”.
“La nostra opposizione seria e costruttiva”
C’è qualcosa che si rimprovera del suo periodo da consigliera di opposizione? E, al contrario, c’è qualcosa che oggi rivendica con orgoglio?

“Sono fermamente convinta che sia io che i colleghi della scorsa opposizione possiamo rimproverarci poco, anche in considerazione della netta inferiorità numerica in sede di dibattito in aula”.
“Abbiamo portato avanti una opposizione seria, costruttiva, e abbiamo utilizzato tutti gli strumenti a disposizione, per svolgere il nostro ruolo principale, che era quello del controllo dell’agire amministrativo”.
“Si poteva fare di più? Probabilmente sì, del resto la perfezione non esiste, ma ho la coscienza a posto e intendo rivendicare con orgoglio la coerenza e la determinazione con cui ho interpretato quel ruolo”.
“Tutelati i diritti dei consiglieri, serve trasparenza”
Negli ultimi consigli comunali la minoranza l’ha accusata di essere “troppo di parte”. Come risponde a queste critiche e quanto è difficile mantenere l’equilibrio tra garanzia istituzionale e appartenenza politica?
“Capisco che, in un ruolo come il mio, l’equilibrio tra imparzialità istituzionale e appartenenza politica sia delicato. Ho sempre cercato di rispettare il regolamento, di tutelare i diritti di tutti i consiglieri e di garantire il corretto svolgimento dei lavori d’aula”.

“È naturale che, in alcuni momenti, le sensibilità politiche possano emergere, ma non ho mai usato la mia funzione per penalizzare qualcuno. Essere super partes non significa essere neutrali sui valori democratici e sul rispetto delle istituzioni. Ritengo che le accuse ricevute siano state solo strumentali”.
Se potesse scegliere un solo progetto da realizzare per Ceccano, quale sarebbe e perché? E, più in generale, si sente di fare una promessa certa ai cittadini per i prossimi anni di consiliatura?
“Difficile indicare una priorità assoluta: Ceccano ha bisogno di tutto, dalla rigenerazione urbana e sociale al miglioramento dei servizi, dalla riqualificazione del patrimonio alla sicurezza, e tanto altro. È una città che paga anni di mala amministrazione in ogni campo. Ai cittadini non prometto miracoli, ma serietà, trasparenza, presenza e un impegno costante”.
“Il PD ceccanese ha ritrovato slancio”
Guardando al suo partito: come giudica la situazione attuale del Partito Democratico a livello locale, in vista del congresso provinciale? Quale linea auspica per rilanciare la partecipazione e l’identità del PD e soprattutto ci può confermare il suo sostegno al 100% per il candidato Achille Migliorelli?
“Il Partito Democratico a Ceccano ha ritrovato slancio, ma c’è ancora spazio per crescere in partecipazione e identità. Il congresso provinciale è un passaggio importante: serve un PD aperto, radicato nei territori, capace di formare una nuova classe dirigente. Ritengo che Achille Migliorelli rappresenti questo spirito di rinnovamento e sì, confermo il mio sostegno convinto alla sua candidatura”.
Circola voce che nel prossimo anno sarà rinnovato il segretario del PD di Ceccano. Conferma le indiscrezioni secondo cui lei avrebbe intenzione di indicare un nome – o una segretaria – di fiducia per guidare il partito cittadino? E, ad oggi, se dovesse individuare una figura alla guida del PD ceccanese, chi sceglierebbe? Ci può già anticipare qualche nome papabile?

“In questo momento è prematuro parlare di nomi. Quello che conta, prima di tutto, è definire un metodo, che sia partecipato, inclusivo, trasparente. Se e quando ci sarà un confronto sul futuro del partito cittadino, il mio contributo sarà volto a valorizzare competenze, visione e spirito di servizio. Non conta un nome imposto, ma una squadra che condivida un progetto. Solo dopo, eventualmente, si potrà ragionare sulle persone”.
“Candidata alle Provinciali? Parliamone”

In molti parlano di una possibile sua candidatura alle elezioni provinciali in quota PD. Si sente di confermare queste voci? E, soprattutto, crede che ci siano buone probabilità che Ceccano possa esprimere un consigliere provinciale nei prossimi mesi?
“Ho sempre vissuto la politica come servizio e non come ambizione personale.
Se il partito e la comunità amministrativa riterranno funzionale la mia candidatura, ne parleremo insieme e valuteremo con serietà”.
“Credo che Ceccano abbia tutte le carte in regola per esprimere un rappresentante in Provincia, ma ciò che conta davvero è che la città sia protagonista, non il destino personale di qualcuno”.



