The Good Lobby, il caso è chiuso: accuse a Caligiore, non all’amministrazione

Le indagini della Procura Europea sugli appalti al Comune di Ceccano, parte dell'inchiesta "The Good Lobby", si sono concluse. Con l'accusa principale rivolta al sindaco Roberto Caligiore. E senza estendere le responsabilità ad altri amministratori. Fuori dalle indagini Macciomei, Tanzi e Gizzi. L'inchiesta ha rivelato un sistema di tangenti legato a fondi europei. Ma non radicato negli amministratori

Il caso è chiuso. La Procura Europea ha dichiarato concluse le sue indagini sugli appalti nel Comune di Ceccano finanziati con soldi comunitari. Si tratta dell’inchiesta “The Good Lobby” che il 24 ottobre scorso aveva portato all’arresto del sindaco Roberto Caligiore (Fratelli d’Italia) ed a dodici misure per altrettanti impiegati comunali e tecnici esterni. Erano sospettati – a vario titolo – di avere pilotato le gare verso ditte compiacenti in cambio di tangenti ricavate da fatture per lavori mai effettuati.

Nell’ordinanza di custodia, lo scorso autunno i magistrati parlavano di un vero e proprio sistema corrotto che si era esteso a tutti gli appalti comunali ed avanzava severe critiche all’amministrazione, sostenendo che tutti erano nella condizione di capire cosa accadeva ma nessuno aveva avuto la forza di fermare quel circuito vizioso.

La chiusura delle indagini racconta invece una storia diversa.

Tutto intorno a Caligiore

Roberto Caligiore

Il giro di tangenti ricostruito dalla Procura Europea faceva riferimento – secondo le accuse – al solo sindaco Caligiore e non agli altri amministratori. Gli elementi raccolti hanno portato ad escludere l’esistenza di un sistema generalizzato.

Escono dall’inchiesta l’ex assessore Angelo Macciomei ed la Segretaria Comunale Simona Tanzi ed il funzionario Cesare Gizzi. Per loro si va verso l’archiviazione: nemmeno vengono invitati a controdedurre o fiornire nuovi elementi. Fine.

Nessuna accusa di tangenti o corruzione per l’ex assessore all’Ambiente Riccardo Del Brocco: con gli appalti finanziati da denaro Europeo non ha avuto a che fare. Per lui resta l’accusa di favoreggiamento e concorso in divulgazione di atti coperti da segreto d’ufficio. Una video intercettazione realizzata in municipio lo riprende il 18 agosto 2023 mentre rivela al tecnico Camillo Ciotoli che la microspia trovata nei giorni precedenti sull’auto del sindaco è legata ad un’indagine della questura. Rassicura che “non ci sono grandi cose”. In una delle intercettazioni, altri indagati facevano riferimento al fatto che toccasse a lui gestire l’appalto per la raccolta dell’immondizia e che fosse affiliato alla massoneria. Nulla è emerso dalle indagini.

Il fulcro

Secondo gli inquirenti, Roberto Caligiore sarebbe stato il promotore e organizzatore di un sistema criminale radicato all’interno dell’amministrazione comunale. Ma non esteso a tutta l’amministrazione. In stretta collaborazione con Stefano Anniballi, descritto come il co-vertice dell’organizzazione, Caligiore avrebbe gestitogli appalti Ue finanziati al suo Comune in modo arbitrario e personalistico, aggirando i principi di legalità e imparzialità che regolano la pubblica amministrazione.

Le accuse principali includono:

  • Pressioni su funzionari comunali per autorizzare pagamenti legati a fatture considerate sospette, che secondo l’accusa nasconderebbero un sistema di tangenti mascherate da operazioni regolari.
  • Affidamenti diretti di appalti pubblici a imprenditori “compiacenti”, in cambio di vantaggi economici o altri benefici, con l’aiuto di funzionari comunali come Frank Ruggiero e Camillo Ciotoli.
  • Uso strumentale del PNRR: le norme legate ai fondi europei sarebbero state sfruttate per favorire Elena Papetti, indicata come parte dell’associazione e legata sentimentalmente al sindaco. Caligiore avrebbe orientato un concorso pubblico su misura per farle ottenere un avanzamento di carriera e stipendio, rafforzando così la struttura organizzativa dell’associazione.
  • Per mantenere Ruggiero Frank in Comune oltre l’età pensionabile, Caligiore avrebbe trovato uno stratagemma legale, affidandogli un incarico esterno legato al PNRR, così da assicurare continuità al controllo del settore Lavori Pubblici.
  • Dopo il pensionamento di Ruggiero, avrebbe individuato un nuovo uomo di fiducia, l’architetto Diego Aureli, selezionato informalmente in un bar di Frosinone e poi nominato con decreto responsabile sia del Settore Lavori Pubblici sia degli uffici PNRR.

L’impianto accusatorio descrive un sistema organizzato e stabile, con ruoli precisi e azioni coordinate, finalizzato – secondo la Procura – al controllo illecito delle risorse Ue e delle dinamiche interne al Comune.

Appalti per 5 milioni

Nel mirino sono finiti appalti per circa 5 milioni di euro: i lavori di riqualificazione del centro storico (666.500 euro), la messa in sicurezza e riduzione del rischio sismico della scuola elementare di Borgo Berardi (440.000 euro), i lavori di restauro del Castello dei Conti (1 milione e 386mila euro). Tutti erano stati affidati con procedura negoziata senza la previa pubblicazione del bando di gara: a renderlo possibile – secondo quanto sostenuto dall’amministrazione in Consiglio Comunale – era stato il decreto Sblocca Cantieri.

La Procura Europea ha indagato soprattutto sull’appalto per i servizi di accoglienza integrata per richiedenti asilo e rifugiati. Nei tre anni dal 2021 al 2023 la cooperativa che ha ottenuto il servizio ha incamerato 1,5 milioni di euro; nel solo 2022 la coop ha affidato e pagato lavori di pulizia per 60mila euro ad una delle società ritenute all’interno dell’associazione per delinquere.

Come funzionava il sistema

Come funzionava il sistema per creare e pagare le tangenti. Lo hanno individuato gli specialisti del Servizio Centrale Operativo di Roma e la Squadra Mobile di Frosinone, riassumendoli nell’espressione tangente / fattura. Gli inquirenti ipotizzano che l‘intero sistema facesse perno sul sindaco Roberto Caligiore e sul responsabile dell’Ufficio Pnrr. E che attraverso di loro gli appalti venissero pilotati verso le ditte amiche.

Poi queste affidavano dei lavori connessi a quelle attività: ad esempio le pulizie. Andavano a società che – ipotizzano gli inquirenti – esistevano solo sulla carta e quelle pulizie non le facevano per niente. Ma incassavano i soldi: trattenevano una parte per loro e poi spacchettavano tutto in contanti dividendolo per le persone alle quali le tenagenti erano destinate.

In questo modo, ad ogni appalto era collegata una tangente, ottenuta attraverso una fattura per lavori mai fatti. Su questo aspetto ha lavorato la Sezione Indagini Patrimoniali dello Sco con un’opera di ricostruzione certosina, individuando ogni assegno, ogni bonifico e tutti i giri compiuti dal denaro.

Venti giorni

Il Palazzo di Giustizia di Frosinone

Grazie a quel lavoro dello Sco, la Procura Europea ha le idee chiare. Ed ha inviato l’avviso di Conclusione Indagini. Nel quale dice che intende chiedere l’apertura di un processo. Fornisce 20 giorni di tempo agli indagati per farsi interrogare, depositare memorie scritte, farsi interrogare.

Gli avvisi sono stati inviati gli avvisi di conclusione delle indagini a Gian Marco Anniballi, Pierfrancesco Annibale, Stefano Annibale, Antonio Annunziata, Diego Aureli, Selenia Boccia, Sabina Bonifazi, Roberto Caligiore, Loredana Capasso, Matteo Capuani, Camillo Ciotoli, Patrizia Criscuolo, Vincenzo D’Onofrio, Riccardo Del Brocco, Massimo Del Carmine, Emanuele Gentile, Salvatore Guido, Lucio Maione, Franco Marmocchia, Raffaele Merolla, Giulio Morelli, Elena Papetti, Stefano Polsinelli, Antonio Puppo, Maurizio Puzzuoli, Massimo Rinaldi, Danilo Rinaldi, Alberto Roncone, Frank Ruggiero, Luigi Schiavo, Gennaro Tramontano, Franca Maria Turchetta, oltre alla persona giuridica dell’Antea Produzione e Lavoro.

Riccardo Del Brocco

Con la notifica della conclusione delle indagini finalmente potremo esaminare nel dettaglio gli atti e far valere le nostre ragioni” dicono gli avvocati di Riccardo Del Brocco. Evidenziano che “La primissima analisi delle contestazioni, peraltro, conferma l’estraneità del Del Brocco a qualsiasi logica corruttiva, associativa o gestione indebita di denaro”. E ribadiscono la totale collaborazione e la piena fiducia nella Magistratura.