Tre cose da mettere in fila per capire cosa sta accadendo dentro Forza Italia. Ed interpretare in maniera corretta la lettera dei tre votatissimi consiglieri Regionali del Lazio. L'altolà a Tajani. L'iniziativa di Toti e Musumeci
Gli elementi sono tre. Il primo: Antonio Tajani, numero 2 di Forza Italia, presenta la mobilitazione nazionale di domani contro la politica economica del Governo. E lancia lo slogan “Noi siamo l’Italia del si“. Il secondo elemento è l’incontro tra i governatori Giovanni Toti (Liguria) e Nello Musumeci (Sicilia). I cui contenuti sono stati ribaditi oggi dal primo dei due dopo una visita al cardinale Bagnasco: “Quello a cui penso è un Partito di centrodestra che non sia solo la raccolta delle varie anime della destra. In cui possano trovare spazio riformisti, liberali, conservatori, cattolici: tutte le anime di un grande, moderno centrodestra europeo. Non un movimento della destra allargato ma un movimento in cui la destra può essere la parte e non certo il tutto».
Il terzo elemento è la nota diffusa oggi dai consiglieri regionali del Lazio Antonello Aurigemma, Adriano Palozzi, Pasquale Ciacciarelli. Scrivono che la loro “Non una fronda contro qualcuno quanto piuttosto uno stimolo, in primis rivolto a noi firmatari, a fare di più per rilanciare Forza Italia. Al contrario siamo certi che proprio il presidente Tajani, per la sua e nostra storia, sara’ il primo a comprenderne le ragioni“.
Solo leggendo insieme i tre elementi è possibile capire cosa sta accadendo dentro il centrodestra, cosa c’è nel futuro di Forza Italia, cosa vogliono i tre potentissimi consiglieri regionali del Lazio che con le loro preferenze sono in grado di orientare il voto alle prossime Europee.
Si deve partire dalla lettera con cui Aurigemma (capogruppo in Regione Lazio) – Palozzi (già vice presidente d’Aula) – Ciacciarelli (presidente della commissione Cultura e punta dello schema che fa riferimento all’ex presidente del Consiglio Regionale Mario Abbruzzese) hanno chiesto la testa dell’intoccabile coordinatore regionale del Lazio Claudio Fazzone. (leggi qui Terremoto in Forza Italia: chiesta la testa di Claudio Fazzone). E poi dall’aggiustamento di tiro che ha centrato di più il bersaglio anche su Antonio Tajani: che nella lettera veniva colpito solo di striscio. (leggi qui Nuovo terremoto in Forza Italia: ora il bersaglio è Antonio Tajani).
La lettera anticipa i temi dell’incontro tra Toti e Musumeci: come un ultimo disperato messaggio ai naviganti (leggi qui Il messaggio di Ciacciarelli che somiglia ad un ultimo avviso ai naviganti). E la dichiarazione di oggi non fa altro che chiudere il cerchio.
Dicono che «La Forza Italia dei pochi non può più essere il modello di riferimento rispetto ai tanti che ogni giorno espongono, mettendoci la faccia, con fierezza la bandiera. Serve un nuovo modello, un rilancio, un’azione forte che parta dall’azzeramento di tutte le cariche. La nostra non e’ una lotta ad personam ma la consapevolezza che se tutti ci mettiamo in discussione, allora potremmo aprire una nuova fase e dare prospettive nuove a chi ancora crede in noi».
La traduzione politica del messaggio è: caro Antonio Tajani, Forza Italia si sta dissolvendo, poco alla volta le nostre migliori intelligenze se ne stanno andando. Perché questo è rimasto il Partito – Azienda degli anni Novanta, nel quale il capo decide e noi dobbiamo eseguire. Ma i tempi sono cambiati: come ci dimostra la Lega ed anche il 5 Stelle. Che stanno dove sono perché hanno coinvolto la gente, motivato la base, valorizzato gli uomini del territorio candidandoli in base al consenso che avevano.
In Forza Italia questo non è più accaduto. Noi che abbiamo il contatto diretto con la gente possiamo essere il vero rinnovamento. Ma deve essere il Partito per primo a rinnovarsi. E noi abbiamo creduto in te perché rappresentavi la nostra ultima speranza di rinnovamento.
Cosa li spinge a farlo? I sondaggi e le proiezioni del professor Pagnoncelli: secondo il quale Forza Italia rischia di diventare un Partito sotto il 9% alle prossime Europee. Tre consiglieri regionali, accompagnati da un enorme consenso, rischiano di ritrovarsi in un Partito che nel Lazio scenderà al 4% per non essersi rinnovato. Non se lo possono permettere. Non intendono starci.
Ora all’orizzonte c’è un contenitore: creato da gente di Forza Italia, che prima di loro ha avanzato le loro stesse perplessità. Ed è il soggetto al quale stanno dando vita Toti e Musumeci
La levata di scudi fatta da Aurigemma – Ciacciarelli – Palozzi ha generato decine di telefonate e di messaggi. Di gente che stava per uscire e cercare una collocazione in Partiti che la loro rigenerazione l’hanno fatta. Come la Lega e Fratelli d’Italia. Se c’è il cambiamento vero restano a casa.
Cosa c’entra Fazzone in tutto questo? Toccare l’intoccabile sarebbe – a loro modo di vedere – il vero segnale di rinnovamento: azzerare lui e tutti i coordinatori provinciali e comunali, ripartire dal coinvolgimento della base. Cambiare totalmente il modello. Ora e non dopo.
Perché questo è il momento di scegliere se stare con Forza Italia o fare una telefonata a Toti e Musumeci.