
Convocato il Consiglio regionale per venerdì alle 16:30. Cosa significa. L'agenda della crisi. Stasera la posizione della Lega. Che fa quadrato su Ciacciarelli.
La Pec arriva intorno alle 17:30 di giovedì pomeriggio sui cellulari dei Consiglieri regionali: il mittente è il presidente d’Aula Antonello Aurigemma. Convoca per venerdì alle 16.30 la ripresa della seduta rinviata ieri quando Forza Italia s’è messa di traverso ed ha fatto saltare il Consiglio Regionale. (Leggi qui: Fazzone e Trancassini, sette giorni per una tregua nel Lazio).
Non è il segnale di un’intesa, non è la dimostrazione di una resa. Semplicemente è scattata una tregua all’interno del Centrodestra, in attesa che vengano esaminate le richieste ribadite ieri dal senatore Claudio Fazzone (coordinatore regionale di Forza Italia) all’onorevole Paolo Trancassini (suo parigrado in Fratelli d’Italia).
L’agenda della crisi dice che domani si approvano gli strategici punti sul Bilancio di Previsione e sul Documento di Economia e Finanza Regionale. Poi lunedì ci sarà un contatto tra il senatore Fazzone ed il governatore del Lazio Francesco Rocca (civico di osservanza FdI). Ed entro mercoledì è previsto un aggiornamento tra i coordinatori regionali.
La posizione della Lega

La questione è semplice nella sua declinazione, complessa nella sua soluzione. Questione di numeri: nell’ultimo anno Forza Italia non è evaporata seguendo la fine terrena del suo fondatore; al contrario: ha raddoppiato la sua pattuglia in Consiglio regionale aggregando due Consiglieri eletti nel M5S e due eletti nella Lega, stringendo poi un patto d’Aula con Noi Moderati di Maurizio Lupi. Al tempo stesso la Lega s’è svuotata, rimanendo con il solo Consigliere regionale Laura Cartaginese.
Il problema sta nel fatto che a fronte di quel 8-1 in Aula c’è un 2-2 in Giunta, Forza Italia non sopporta di avere gli stessi assessori della Lega. Chiede un riallineamento. I rumors parlano di una lista della spesa con un assessorato (preferibilmente quello di Pasquale Ciacciarelli che fu Coordinatore provinciale a Frosinone sotto Fazzone prima di salire sul Carroccio); la presidenza dell’Aula se l’attuale inquilino Antonello Aurigemma (anche lui ex FI ed ora in FdI) dovesse andare a fare l’assessore alla Sanità. E la presidenza di un’azienda tipo Cotral.
E la Lega? Risponde schierandosi con una formazione ‘a testuggine‘ come gli antichi romani: tutti intorno a Pasquale Ciacciarelli. In senso fisico. Tutti i vertici regionali e romani sono attesi questa sera a Castrocielo per la convention annuale dell’assessore. Si collegherà da remoto anche Matteo Salvini Il segnale di compattezza non poteva essere maggiore. Come va letto? Ciacciarelli rischia di diventare una questione nazionale: se Forza Italia si ostina a chiedere il rimpasto allora la Lega lo chiederà nella Regione Lombardia che ha votato nello stesso giorno.
Il modulo Fazzone

Ma allora chi comanda? In Europa a dettare legge, dal punto di vista del bel gioco, è Pep Guardiola con il suo Manchester City schierato nel collaudatissimo modulo 3-2-4-1. Anche se poi la Champions League la vince il nostro Carletto Ancelotti.
Nel Lazio, da mesi la tattica politica la sta determinando il senatore Claudio Fazzone da Fondi. Che non allena né il Manchester City né lo United ma è il Coordinatore Regionale di Forza Italia e per questo i giocatori/Consiglieri che vanno in campo al Consiglio Regionale o Comunale, giocano secondo lo schema deciso da lui. Con la benedizione del Responsabile nazionale del Partito Antonio Tajani. Il quale, a sua volta, sta declinando sui territori il verbo del new deal di Forza Italia voluto da Marina e Pier Silvio Berlusconi. Vogliono che Forza Italia conti di più ed abbia una posizione meno appiattita sugli alleati.verno.
La strategia locale illustrata negli spogliatoi da Mister Fazzone ai suoi è sollevare questioni con la propria maggioranza, per portare a casa un importante risultato politico. Esattamente quello che sta accadendo, praticamente quasi ogni giorno, sia alla Regione Lazio che al Comune di Frosinone con i Gruppi consiliari di Forza Italia. La tattica usata dagli azzurri, in entrambi gli enti è esattamente la stessa. Gli effetti del gioco però, potrebbero essere diversi.
Da cosa è determinata questa diversità?
Il potere dei numeri

Dai numeri in aula. Alla fine della fiera sono quelli che contano e sono quelli che orientano le decisioni. I numeri ammorbidiscono ogni rigidità di partenza.
Al Comune di Frosinone Forza Italia è rappresentata da 2 Consiglieri: Maurizio Scaccia e Pasquale Cirillo. I quali, anche se in stretta collaborazione con gli altri 3 Consiglieri malpancisti, dal punto di vista numerico non incidono più di tanto sul numero legale per la tenuta in Aula della maggioranza. Mastrangeli anche senza i 5 malpancisti sotto non ci andrà mai.
Alla Regione Lazio invece il gruppo consiliare di Forza Italia è formato da 7 Consiglieri. Si arriva addirittura a quota 8 considerando l’intergruppo con Noi Moderati. Ed otto consiglieri sono in grado di far saltare la celebrazione del Consiglio per mancanza del numero legale, come accaduto ieri alla Pisana nonostante all’ordine del giorno ci fossero importanti documenti di bilancio. Mica un regolamento condominiale.
Non solo: con 8 Consiglieri in Regione è possibile anche bloccare i lavori delle Commissioni.
I conti della serva
Per capire meglio è utile conoscere la attuale dotazione dei Gruppi consiliari in Regione. Su un totale di 51 Consiglieri (compreso il Presidente), la maggioranza ne ha 33. L’opposizione ne ha 18.
Cosi suddivisi.
Partito/Lista | Seggi |
---|---|
Fratelli d’Italia | 22 |
Lega | 1 |
Forza Italia | 7 |
Lista Civica Francesco Rocca Presidente | 2 |
Gruppo Misto – Noi Moderati | 1 |
TOTALE MAGGIORANZA | 33 |
Partito Democratico | 11 |
Movimento 5 Stelle | 2 |
Italia Viva | 2 |
Insieme per il Lazio – Azione | 1 |
Alleanza Verdi e Sinistra | 1 |
Polo Progressista di Sinistra & Ecologista | 1 |
TOTALE OPPOSIZIONE | 18 |
Totale potenziali voti per Francesco Rocca senza Forza Italia | 25 |
Sono sempre 7 voti in più rispetto a quelli disponibili per l’opposizione. Una quota apparentemente tranquilla per approvare sempre qualsiasi delibera e non andare sotto in Aula.

Le dinamiche del Consiglio regionale tuttavia sono diverse e sicuramente più complesse, rispetto a quelle dell’assise comunale. Piuttosto basic. Innanzitutto, non è sempre scontata la presenza di tutti i Consiglieri in Aula il giorno della seduta. Alcuni, il giorno di convocazione dell’assise, possono avere indifferibili impegni istituzionali sul proprio collegio. Oppure possono essere in missione. O ancora avere impedimenti di natura personale. Ecco che raggiungere la quota di tranquillità di 25 presenze per la maggioranza Rocca, non è poi cosi certo.
Inoltre, la vera strategia dei Consiglieri regionali “malpancisti“, si attua nelle Commissioni consiliari, non partecipando ai lavori. In quelle sedi, la differenza di numeri tra maggioranza e opposizione è molto meno larga, rispetto al Consiglio.
Il ruolo dell’ultimo

Non solo. Qualora gli 8 Consiglieri di Forza Italia dovessero continuare a non partecipare ai lavori, gli altri consiglieri di maggioranza si sentirebbero legittimati ad assumere la “responsabilità” del cosiddetto “ultimo consigliere“. Cioè quello che diventa indispensabile dal punto di vista numerico per approvare ogni documento. Con conseguente legittimazione ad alzare la posta, cioè le rivendicazioni politiche, proprie o del gruppo, nei confronti del presidente Rocca.
Ecco perché, al Comune di Frosinone il sindaco Riccardo Mastrangeli potrebbe anche fare finta di niente e tirare avanti tranquillamente fino a fine consiliatura. Anche senza Forza Italia. Come è molto probabile che farà. Mentre alla Regione Lazio la situazione è differente: il Presidente Rocca non potrà ignorare “troppo”, i segnali lanciati ieri dal gruppo consiliare di Forza Italia. E da Mister Fazzone.
Che poi dia riscontro positivo a quanto chiesto dagli azzurri, è tutto da vedere. Ma qualcosa dovrà concedere. D’altronde, è la somma che fa il totale. Lo diceva Totò. Ma lo sanno bene tutti.
Rocca il pompiere

Una soluzione dovrà essere individuata. E senza nemmeno usare la parola crisi. Francesco Rocca getta subito acqua sul fuoco. Lo ha fatto in serata, prima di prendere parte ad un convegno. Smorza i toni e minimizza, fornendo la lettura secondo la quale da parte di Forza Italia “c’è stata una richiesta di attenzione e di confronto ma non c’è nessuna crisi“.
Nelle prossime ore c’è la tregua. Come va letta? Rocca fornisce una lettura “Ho preso atto della richiesta di Forza Italia di avviare un confronto che è in corso, la politica è fatta di dialogo e confronto, questa è una coalizione che esprime diverse sensibilità. Fino a quando ci muoviamo su quel programma di governo è la dimostrazione che si continua a lavorare insieme“. Insomma, prima il programma e poi gli uopmini: è un’apertura a Forza Italia.
Poi una stoccata all’opposizione. “Il Pd viene a farci lezioni quando si è fatto sostenere per una legislatura dal Movimento 5 Stelle facendo disastri. Meglio qualche momento di confronto in più che il nulla che hanno prodotto soggetti che non facevano nemmeno parte della stessa maggioranza“, ha aggiunto Rocca.
“In questo anno e 4 mesi di governo ho imparato sulla mia pelle che nel Pd c’è uno strabismo difficile da superare. C’è una costante doppia morale, applicando agli altri ciò che per primi non fanno in casa loro. – ha concluso Rocca- Mi sembra un Pd Trumpiano, una divisione fatta modello politico: non è una cosa che mi appartiene“.