Il dilemma sul futuro della Certosa di Trisulti una volta che verrà restituita ai Beni Culturali. Cacciola solleva la questione e sollecita ad avviare da subito la ricerca dei partner. Si di D'Amico e di Vacana.
Il problema lo porta al centro della discussione il professor Biagio Cacciola, filosofo di una Destra disillusa che conobbe gli Anni di Piombo ma finì nel mirino di entrambe la fazioni: i rossi perché era il capo del Fuan (il fronte universitario dei neri), i neri perché era una delle poche voci interne contrarie alla lotta armata. Cacciola è stato tra quelli che hanno detto no alla Certosa di Trisulti trasformata in sede mondiale della scuola per sovranisti e per il cattolicesimo radicale di destra, finanziata dal guru americano Steve Bannon. (leggi qui A casa di Bannon: «A Trisulti formerò gli agenti del populismo»)
L’inchiesta avviata dal Ministero ha accertato che l’assegnazione della gestione al Dignitatis Humanae Insitutite avvenne tra criticità ed inadempienze. E per questo ha avviato l’iter di revoca. (Leggi qui I gladiatori di Bannon via da Trisulti. Harnwell: “Raglio della sinistra”).
Sarà questione di mesi, presto o tardi però la Certosa di Trisulti con l’antico monastero di San Bruno tornerà nella disponibilità del Ministero dei Beni Culturali. «Allora – evidenzia Biagio Cacciola – si tratterà di vedere il da farsi. Infatti se una cosa questa vicenda ha insegnato è che se le decisioni passano sopra la testa delle forze religiose, culturali, sociali, economiche del territorio, fanno sì che il bene diventi ‘estraneo’ al territori . Cosi non potrà essere per la Certosa nel prossimo futuro».
«Inevitabilmente, come per l’adiacente Santuario della Madonna delle Cese riaffidato alla diocesi di Anagni – Alatri, anche Trisulti dovrà seguire lo stesso percorso. La Certosa deve tornare a essere innazitutto un luogo di preghiera, perché questa è la sua ratio principale. Poi dato che dentro il monastero esiste una libreria con migliaia di volumi non danneggiata dall’occupazione napoleonica dell’Italia, come avvenuto invece con Casamari, dovrà essere creata una partnership con associazioni culturali di livello per promuovere incontri, conferenze, presentazioni di testi, partecipazione d’intellettuali e scrittori in particolare con lo sfondo del Medioevo in tutte le sue sfaccettature».
«E dato che esiste una delle più antiche farmacie al mondo bisognerà sollecitare tutte le forze imprenditoriali del settore affinché lo stesso Monastero diventi vetrina per tutte le ricerche di medicina alternativa».
«Per non parlare della possibiltà di utilizzare il bellissimo chiostro per location di concerti e manifestazioni musicali e concertistiche che già trovano ospitalità a Casamari».
«Si pensi ancora alla possibilità di destinare una parte, anche minima del finanziamento ottenuto dalla nostra Provincia per le ciclovie.Tutto questo affidato a una fondazione che veda protagoniste le forze religiose, imprenditoriali, culturali, sociali, scolastiche e formative del territorio, magari catalizzate dall’Ente provincia».
«Bisogna cominciare a pensarci seriamente per non riprodurre la cultura del lamento che tanti danni ha fatto in Ciociaria».
La proposta ha incassato il primo si in linea di principio dal presidente nazionale di ConfimpreseItalia Guido D’Amico: uno che nelle prossime ore sarà al colloquio con il premier Giuseppe Conte per un confronto sullo sviluppo del Paese e l’agenda che l’Italia ancora non ha. Guido D’Amico non ha preso impegni ufficiali: ma ha dato la disponibilità a sostenere il progetto all’interno di un tavolo che faccia sistema.
L’assessore provinciale alla Cultura Luigi Vacana ha espresso un sì altrettanto convinto, a titolo personale perché la risposta ufficiale deve essere corale e deve vedere il coinvolgimento dell’ente Provincia nel suo insieme a partire dal presidente Antonio Pompeo.
Il vero assente al momento sono quelle che Biagio Cacciola definisce «associazioni culturali di livello per promuovere incontri, conferenze, presentazioni di testi, partecipazione d’intellettuali e scrittori in particolare con lo sfondo del Medioevo in tutte le sue sfaccettature». Cioè i soggetti con i quali avviare la partnership.
Non bisogna dimenticare che nel 2015 la Certosa era abitata da appena 4 monaci cistercensi, il più giovane dei quali aveva 79 anni mentre quello più anziano viaggiava sui 90 anni. Per due anni è stata cercata una soluzione: senza riuscire ad individuarla. Nessuno si è fatto avanti, al di là del lodevole intervento individuale di devoti e appassionati.
Ma gestire una struttura del 1200, manutenerla, garantire l’inestimabile patrimonio librario al suo interno evitando che quei preziosissimi manoscritti possano rovinarsi o addirittura essere rubati, richiede impegno e denaro.
Finora nessuno si era fatto avanti. Il merito che alla fine si potrà ascrivere al Dignitatis Humanae Institute sarà quello di avere ricordato alla gente quanto possano essere a rischio i suoi tesori. E quale fine possono fare se non si vigila. L’appello di Biagio Cacciola incassa già due autorevoli pareri favorevoli. Ora però arriva il momento di mettersi alla ricerca del possibile partner capace di tenere in piedi quel monumento di Cultura e di Sapere che non può essere abbandonato. E nemmeno diventare una scuola per gladiatori del populismo mondiale.