Troppi morti e pochi diritti: il mondo del lavoro ha bisogno di riforme

In vista dei referendum dell'8 e 9 giugno ad Anagni si è svolto un convegno con politici, sindacalisti e tanti semplici cittadini. E' emerso un quadro desolante tra infortuni mortali, discriminazioni, precariato e sfruttamento. Temi che potrebbero da collante tra le forze del centrosinistra

Paolo Carnevale

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Le cifre innanzitutto. In Italia, nel 2024, i morti sul lavoro sono stati 1090. Praticamente tre al giorno: una vera e propria strage. Numeri ai quali vanno aggiunti i  feriti e naturalmente i costi sociali legati al dolore delle famiglie. Numeri che non sono poi migliori nel Lazio ed in provincia di Frosinone. Nella regione nel 2024 ci sono stati ben 107 morti sul lavoro, già 65 nel 2025. In provincia di Frosinone invece, già otto morti a partire dall’inizio dello stesso anno.

Insomma, oggi di lavoro si continua a morire, come hanno chiarito al di là di ogni possibile dubbio i partecipanti al convegno che si è tenuto venerdì sera ad Anagni all’interno della Sala della Ragione. Un convegno collegato alla campagna per i referendum sul lavoro. Ma che è servito anche a fare una panoramica sulla situazione del mondo del lavoro nella regione Lazio e nella provincia di Frosinone. Territori in cui ancora oggi i diritti dei lavoratori rimangono troppo spesso sulla carta.

Parterre d’eccezione: chi c’era

L’incontro è anche servito per ribadire la necessità di creare un’alternativa di governo al centrodestra mettendo insieme, come è successo venerdì sera, il Partito Democratico, il MoVimento 5 Stelle, l’Alleanza Verdi e Sinistra, e Possibile, su temi come quello del lavoro che sono parte del Dna del mondo progressista.

Di tutto questo, come detto, si è parlato all’interno della storica Sala della Ragione del palazzo comunale di Anagni, alla presenza di un parterre di tutto rispetto. C’erano Gianmarco Capogna di Possibile, Sara Battisti consigliere regionale del Partito Democratico, Matteo Orfini deputato Pd eletto nel collegio del Sud Lazio, Franco Mari deputato Avs, Ilaria Fontana deputata dei 5 Stelle e Giuseppe  Massafra Segretario generale della CGIL di Frosinone e Latina.

Un incontro che ha visto la partecipazione importante dei cittadini ed anche di diversi esponenti della politica locale, come il segretario del Partito Democratico di Anagni Francesco Sordo e l’ex Segretario del Pd provinciale Luca Fantini. Presente anche il segretario anagnino di sinistra italiana Costantino Santovincenzo. Ed altri esponenti del mondo progressista anagnino, come Simone Ambrosetti storico esponente socialista della città. A riprova del fatto che si sta lavorando per un’unione di centrosinistra che possa diventare ad Anagni un’alternativa alla giunta Natalia. 

L’affondo di Capogna

Gianmarco Capogna di Possibile

Al di là delle considerazioni politiche l’incontro ha analizzato il tema del lavoro. A rompere il ghiaccio è stato Gianmarco Capogna di Possibile. Ha ricordato che “la nostra Costituzione è bella, ma spesso non è applicata, soprattutto per quanto riguarda la tutela dei diritti sul lavoro. Penso anche al problema della tutela della salute e dell’ambiente”. Capogna ha poi ricordato che nel lavoro c’è anche un problema di discriminazione: “Le donne, in media, in Italia guadagnano circa 15.500 euro all’anno; meno dei loro colleghi maschi”. Sul tema della sicurezza sul lavoro “che crea dei veri  propri vuoti sociali”, servono “più controlli e valorizzazione; i talenti vanno coltivati e non sfruttati”.

Anche non disdegnando uno sguardo alle realtà straniere, come il modello spagnolo, che ha adottato una politica basata su un reddito minimo che corrisponde al 60 % dello stipendio normale. In Italia invece spesso si hanno lavori che arrivano a essere retribuiti con 3 euro all’ora “un vero e proprio sfruttamento”.

Battisti: Investimento e non costo

Sara Battisti

Appassionata anche l’analisi di Sara Battisti. Che ha esortato a considerare “la sicurezza un investimento e non un costo”. Ricordando che “gli infortuni pesano anche sulla sanità”. Da consigliere regionale, la Battisti ha attaccato il governo Rocca che sul lavoro punta a “cancellare quanto fatto da noi”.

Tra le cose fatte dal governo Zingaretti in tema di lavoro, Sara Battisti ha ricordato la legge sulla sicurezza del lavoro nel 2021, il piano che prevedeva premi alle aziende più sicure, la legge contro il dumping e contro il caporalato.  Oggi invece “la situazione è drammatica; penso anche al tema importante delle violenze contro i più fragili come le donne ad esempio, o i disabili“.

Orfini: “Servono leggi ad hoc”

Matteo Orfini

Una prospettiva nazionale l’ha portata Matteo Orfini, parlamentare del PD. Che ha voluto sottolineare come, almeno su questioni come il lavoro, il centrosinistra, che viene spesso descritto come molto litigioso e frammentato, sia invece unito.

Sul tema del convegno, il deputato ha ribadito che sul tema della sicurezza del lavoro “non ci sono soluzioni facili; ci vuole più sicurezza, più formazione, sia per i lavori lavoratori che per i datori di lavoro”. Il problema è che molto spesso “mancano i controlli”; mentre invece servirebbero “leggi ad hoc”. Purtroppo però “il governo è spesso sordo alle nostre istanze”. 

Mari di Avs denuncia il dilagare del precariato

Franco Mari (Foto: Andrea Di Biagio © Imagoeconomica)

Appassionato anche l’intervento di Franco Mari di Avs, che ha denunciato la piaga del precariato, con redditi bassi che portano ad avere “lavoratori deboli: non è un caso che oggi molti infortuni capitino quasi sempre ad operai troppo giovani, o a quelli più anziani”. Le imprese “devono garantire maggiore sicurezza sul lavoro, evitando di tagliare sui costi, perché si crea la povertà”

Bisogna evitare “ribassi eccessivi” e fare in modo che chiudano le imprese che non rispettano le leggi. La visione dei 5 Stelle è stata portata da Ilaria Fontana. Ha ricordato quanto i 5 Stelle abbiano fatto sul tema negli ultimi anni, a partire ad esempio dal reddito minimo e dalla battaglia contro il Jobs act.

Massafra della CGIL chiede maggiore unità

Giuseppe Massafra (Foto: Marco Merlini) della CGIL

A tirare le somme del convegno è stato Giuseppe Massafra, segretario di Frosinone-Latina della CGIL. che ha sottolineato come troppo spesso “in Italia il lavoro è meno importante del mercato; si dà troppa attenzione alla finanza e meno al lavoro, che non può essere scollegato dai diritti”. Massafra ha stigmatizzato l’eccessivo ricorso al subappalto, che pesa anche soprattutto sulle categorie più fragili “come ad esempio quella dei migranti “.

Ed ha sottolineato i drammi legati ad un’applicazione spesso non congrua del modello di alternanza scuola-lavoro. Cosa può fare il mondo progressista per cambiare tutto questo? “Deve essere più forte – ha concluso il segretario della Cgil- nel rappresentare questi temi; e soprattutto deve puntare ad una società più unita e meno parcellizzata: i referendum servono anche a questo”.