Non solo Vittori. L'ex vicesindaco ha ribadito la volontà di lavorare alla pace tra Piergianni Fiorletta ed il suo predecessore Antonio Pompeo. Ma è solo un aspetto. ecco gli altri segnali di ricostruzione del dialogo.
I segnali erano più di uno. Non c’era soltanto l’invito a pranzo fatto dallo storico vicesindaco di Ferentino Luigi Vittori: le fronde di ulivo verso l’ex sindaco Antonio Pompeo sono più di una. Non per mettere una pietra sopra al passato. E nemmeno per cancellare le divisioni che oggi lo vedono all’opposizione nell’Aula consiliare di Ferentino mentre quasi tutti i suoi ex amici sono in maggioranza. Quelle fronde servono per ricostruire un dialogo civile sul lato umano. E se poi ci sarà anche un ponte politico che ricollegherà le due anime del Partito Democratico lo dirà soltanto il tempo.
I segnali
Il primo era stato l’invito a pranzo fatto in pieno Consiglio comunale dal consigliere provinciale Luigi Vittori. Al culmine di un battibecco tra Antonio Pompeo ed il suo successore Piergianni Fiorletta (già sindaco per due mandati prima di Pompeo), Vittori aveva detto basta offrendosi di pagare il pranzo chiudendo entrambi dentro una stanza fino a quando non avessero trovato la sintonia perduta. Idea di seconda mano: lo fece prima di lui, un quarto di secolo fa, l’inarrivabile Cesare Fardelli affittando l’intea sala Convegni del Bassetto a Ferentino e fingendo che si dovesse tenere un seminario: con l’inganno attirò Francesco De Angelis e Francesco Scalia, li chiuse nella Sala e poi si piazzò li davanti con un tavilino. Ed ordinò al titolare “Basse’ porta i fini fini come li sai fare tu. A questi qui dentro niente. Fino a quando non fanno pace ’.
In diretta tv giovedì scorso Antonio Pompeo ha accettato l’invito. Lo ha fatto durante la trasmissione A Porte Aperte su Teleuniverso dicendo che nella prossima seduta ci sarà la lettura dei verbali ed a quel punto l’accettazione dell’invito pranzo.
Ma non è che l’ultimo segnale in ordine di tempo. Nei giorni scorsi per la prima volta l’ala Pd al governo ha invitato ufficialmente Antonio Pompeo ad una sua iniziativa: quella sulla creazione della nuova stazione Tav in linea a Ferentino. Per capire la portata dell’invito: il presidente della Provincia Luca Di Stefano non è stato invitato, Antonio Pompeo che lo è stato prima ha ricevuto la chiamata.
Altro segnale. Durante la commemorazione del sindaco Fabio Scheotroma, Antonio Pompeo ha preso la parola elogiando l’inziativa dei suoi successori. Poi ha salutato personalmente il sindaco Piergianni Fiorletta con tanto di stretta alla mano.
Divisi ma vicini
In politica le distanze di pochi metri possono essere insuperabili, mentre quelle siderali possono essere percorse in pochi secondi. Basta pensare a Democrazia Cristiana e Partito Comunista, contrapposti per mezzo secolo hanno poi dato vita al Partito Democratico.
A Ferentino la distanza tra Antonio Pompeo e l’altra ala del Pd è al tempo stesso breve ma astronomica. Quesstioni politiche, questioni personali. Sul piano politico, Pompeo è il leader degli ex renziani di Base Riformista, ha guidato per due mandati la Provincia di Frosinone, l’Unione Province Italiane del Lazio, è stato delegato all’Upi nazionale dove ha contribuito a mettere in ordine la legge che doveva riformare le Province e restituirgli competenze tolte con la Delrio.
Luigi Vittori è stato il suo vicesindaco comr lo è stato nei dieci anni precedenti per Piergianni Fiorletta. Vittori è uomo di manovra, di dialogo, di intesa. La rottura con Pompeo è avvenuta un paio di anni prima delle scorse Comunali: ufficialmente perché Vittori stava rafforzando la sua area e puntava a mettere sotto scacco Pompeo. Vittori nega. Fatto sta che gli è stata revocata la delega da vicesindaco. Lui ci ha messo del suo ed ha lasciato anche quella da assessore. Ma ha scavato la temporanea fossa politica in cui oggi sta Pompeo.
Vittori si è spostato sull’area Pd di Francesco De Angelis, storicamente contrapposta a quella di Pompeo. Con lui c’è l’attuale vicesindaco Andrea Pro e c’è il presidente del Consiglio comunale Claudio Pizzotti.
La proposta di pace
La propossta di ricostruire la pace tra Fiorletta e Pompeo con un pranzo offerto Vittori è un segnale. Innanzitutto umano. Ribadito l’altra sera davanti ad alcuni fedelissimi del suo gruppo Ferentino Nel Cuore. Il consigliere provinciale ed ex vicesindaco è andato oltre. Ha ribadito la volontà di lavorare alla pace tra l’attuale sindaco ed il suo predecessore. “Oggi a distanza di qualche giorno confermo quelle parole e sono pronto anche ora a pagare“.
Disponibile a fare pace con Antonio Pompeo? “Io non ho mai litigato con Antonio – mette in chiaro Vittori – è lui che mi ha ritirato la delega da vicesindaco. Il che sul piano politico è nella possibilità delle cose. Ci sono rimasto male sul piano umano ed ho fatto le mie scelte. Ma questo non deve avvelenare i rapporti tra persone che hanno condiviso una lunga parte del deloro percorso politico”.
Recupero del rapporto umano e non di quello politico? La cosa ha un senso: “Un conto è il rapporto umano altro quello politico dove al momento siamo distanti. Gli elettori hanno votato ed hanno scelto il progetto. E credo che le cose siano chiare. Se Antonio Pompeo appoggiasse questa maggioranza verrebbe meno al patto con i suoi elettori. Altrettanto sarebbe per Fiorletta se gli facesse ponti d’oro. Ma due persone della loro esperienza, che insieme, dai rispettivi ruoli, hanno governato Ferentino per 25 anni, devono mettere a fattor comune le loro esperienze e competenze. per il bene della città e dei cittadini. Rimamendo nei ruoli che oggi gli elettori gli hanno assegnato. Domani è un altro gorno”.
Ci salvano le Primarie
Nella Prima Repubblica ogni stagione politica durava non meno di 5 anni. Oggi le stagioni durano anche 5 mesi. Ma parlare del Dopo Fiorletta oggi è come voler discutere di Filosofia Teoretica. Il tema è insidioso: Luigi Vittori lo disinnesca. “Le alleanze di domani si costruiscono sui rapporti che si sapranno costruire oggi. Piergianni ha detto che non è disponibile a ricoprire un altro mandato perché è giusto che si dedichi alla famiglia. In tanti aspirano e tutti legittimamente”.
Sarebbe legittima l’aspirazione di Antonio Pompeo? “Perché non dovrebbe esserlo? Ha l’esperienza dalla sua parte, ha già guidato il Comune e la Provincia”.
Allora come si sceglie il candidato? “Antonio non lo so. Per quello che mi riguarda sono sempre stato un sostenitore delle Primarie e sono favorevole a svolgerle anche per il individuare il futuro candidato sindaco. Dopotutto è così che abbiamo eletto Piergianni”.
Se Antonio Pompeo sarà candidato sindaco? “Mancano ancora più di tre anni. Aprire adesso questo tema significa bruciare qualunque nome”.
La ricostruzione di un amore
Allo scorso Congresso Pd cittadino le truppe di Fiorletta e Vittori disertarono la conta. Il prossimo Congresso potrebbe essere l’occasione per avviare un percorso. Inoltre. Oggi Piergianni Fiorletta è sostenuto da una Piattaforma Civica nella quale ci sono pezzi di quasi tutti i Partiti: progetto che nessuno sa se sarà replicabile replicabile. Le mrecenti Regionali in Umbria hanno detto che molto dipende da chi traina la coalizione e dalla credibilità che ha sul territorio.
Nessuno sa se il centrodestra vorrà proseguire sulla stessa strada oppure proporre un suo progetto unitario. Il commissario cittadino di Forza Italia Pietro Stabile sta facendo una corte spietata ad Antonio Pompeo per farlo entrare nel Partito: senza indugi ha detto di essere pronto ad appoggiare la candidatura a primo cittadino dell’ex sindaco.
Ma la realtà è che nessuno ggi sa dove sarà tra 3 anni Forza Italia. E nemmeno Antonio Pompeo.