Secondo il ministro dell'Istruzione e del Merito, presente in città per iniziativa tematiche, bisogna "insegnare la cultura del rispetto"
Contro bullismo e cyberbullismo «occorre introdurre la cultura del rispetto, verso gli altri e verso le regole, ridare l’autorevolezza ai docenti e tornare a una scuola che sia anche luogo capace di emozionare e valorizzare il talento di ciascun allievo». Lo ha detto il ministro per l’Istruzione e il merito, Giuseppe Valditara, a Latina nell’ambito di iniziative contro il bullismo e la violenza giovanile.
Valditara ha parlato in un incontro presso la scuola media “Alessandro Volta” del capoluogo pontino alla presenza del vice sindaco, Massimiliano Carnevale, della deputata Giovanna Miele, del Questore Fausto Vinci, del comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri, Colonnello Christian Angelillo, del dirigente scolastico Gennaro Guarino, e di un teatro Ponchielli (interno all’istituto comprensivo) pieno di studenti.
La grande comunità della scuola
Per Valditara, che ha ricordato i nomi di ragazzi scomparsi a seguito di episodi di bullismo, «la scuola è una grande comunità umana dove i sentimenti devono essere di amicizia e condivisione di un percorso di vita. La scuola deve insegnare la cultura del rispetto, ma essere anche luogo capace di emozionare, luogo del bene, della bellezza e dell’amicizia. A voi docenti deve essere riconosciuta l’autorevolezza: non può esserci società democratica senza autorità, che non è autoritarismo. La scuola deve essere il luogo dei talenti, del saper toccare le corde giuste, bisogna saper parlare, confrontarsi, anche nelle ore di educazione civica, per crescere insieme».
Si è poi rivolto alle famiglie, con un appello: «Non date il cellulare ai bambini piccoli, che hanno bisogno delle vostre narrazioni, a letto, prima di dormire, leggetegli un libro, raccontate una favola. Educhiamo anche alla cultura del no: torniamo a insegnare il senso del limite».
Il tavolo in Prefettura
Prima dell’incontro presso la scuola, il ministro ha partecipato, in Prefettura, a un tavolo sulla sicurezza, in seguito agli episodi avvenuti due settimane fa nella zona dei pub, dove due ragazzi sono stati accoltellati in una violenta rissa.
“C’è una situazione che deve essere attentamente considerata – ha osservato il titolare del dicastero – e ha fatto bene il Comune a prendere determinate iniziative anche nei confronti di atti di teppismo molto gravi che danneggiano i beni pubblici (il riferimento è ad alcuni ragazzi che hanno danneggiato una scuola durante l’orario di chiusura, ndr)”.
“Dobbiamo da una parte nelle scuole sempre valorizzare l’entusiasmo, l’amicizia, i talenti, far sì che i giovani si sentano realizzati. E dall’altra anche saper sanzionare comportamenti che possano dar luogo a gesti violenti nei confronti delle persone e delle cose, avendo sempre davanti la stella polare della persona al centro della Costituzione, che chiede e pretende rispetto verso chiunque”.
Un carabiniere bullizzato da bambimo
Prima del ministro, ha preso la parola il comandante provinciale dell’Arma dei Carabineri, Colonnello Christian Angelillo, che ha citato il proprio caso personale da ragazzo, ricordando che era obeso e veniva preso in giro per questo, e ammonendo i ragazzi: “Sono violazioni di carattere penale. Il bullismo non va confuso con le relazioni che i ragazzi possono e debbono avere alla loro età. Tendiamo forse a definire bullismo condotte che a volte rientrano nella fisiologia del rapporto dell’età; invece, bullismo è la prevaricazione costante che induce a uno stato di soggezione, che intimidisce, intimorisce, vi limita nella capacità di autodeterminazione”.
“Poi c’è la dimensione virtuale, e l’Arma ha deciso di iniziare a conoscere e pattugliare il mondo virtuale: troverete il Carabiniere in rete che monitora la vostra dimensione virtuale. Non per controllarvi, ma per darvi la dimensione del disvalore di un atto”.
La ricetta di Questore e Prefetto
Anche per il Questore, Fausto Vinci, «il cyberbullismo è un reato. E la battaglia nelle scuole si vince con la prevenzione. Abbiamo fatto 56 incontri nelle scuole nell’ultimo anno per far capire il concetto di legalità e di rispetto, e di giornate come questa bisognerebbe farne due a settimana. Ieri ho dovuto firmare un provvedimento di ammonimento nei confronti di un ragazzo di 12 anni che aveva prodotto danni in una scuola; mi è dispiaciuto firmarlo, ma bisogna capire il valore di quello che si fa».
Per il Prefetto di Latina, Vittoria Ciaramella, “il bullismo è uno dei fenomeni più preoccupanti in grado di lasciare segni profondi non solo sulle vittime ma anche sul contesto sociale“.
Le “politiche educative”
“Occorrono politiche educative, campagne di sensibilizzazione nelle scuole, garantire il necessario supporto psicologico alle vittime, creare una rete di prevenzione e protezione per i ragazzi. Fondamentale è anche il ruolo dei genitori: osservare, ascoltare, essere pronti a cogliere i segnali di ragazzi, che spesso non parlano“.
Se per il vice sindaco Massimiliano Carnevale «è compito di tutti noi fare in modo che le scuole siano luoghi di crescita e formazione non solo accademica ma anche umana», per l’onorevole Giovanna Miele «i ragazzi ci stanno dicendo che vogliono essere ascoltati; ogni volta che giudicate, o che accettate un sopruso, state facendo del male agli altri ma anche a voi stessi».