Videosorveglianza, il Ministero non apre gli occhi in Ciociaria

Nemmeno un Comune ciociaro tra i finanziati dal ministero dell'Interno per realizzare o ampliare le reti di videosorveglianza.

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Il Ministero dell’Interno non apre gli occhi in Ciociaria. Quelli elettronici delle telecamere di videosorveglianza, capaci di guardare sulle strade delle città anche di notte, leggere le targhe, ricostruire gli spostamenti di un’auto collegando i suoi passaggi da un apparato all’altro.

La scorsa settimana il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha firmato il decreto che approva la graduatoria sulla base della quale ripartire 19 milioni di euro. Tutti destinati ai Comuni italiani per realizzare 243 sistemi di videosorveglianza.

Ma in quella graduatoria non ci sono Comuni della provincia di Frosinone.

Il progetto

La sede del Ministero dell’Interno (Foto © DepositPhotos.com)

Il progetto trova fondamento nel  decreto legge 20 febbraio 2017 n.14. Prevede “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città” e stanzia a questo scopo una serie di fondi per sostenere i Comuni nella realizzazione di sistemi di videosorveglianza. Il tutto nell’ambito dei “Patti per l’attuazione della sicurezza urbana“.

Quegli occhi elettronici si sono rivelati fondamentali per risolvere centinaia di casi, individuare i responsabili di incidenti, ricostruire infiniti casi di cronaca. Il più ecclatante a Frosinone è stata la sparatoria della primavera scorsa nello Shake Bar finita con la morte di un cittadino albanese e l’avvio di indagini sul ruolo delle bande di oltre Adriatico sulla criminalità del capoluogo.

Anche per questo il Ministero ha deciso di continuare ad investire sulla videosorveglianza. E la Commissione incaricata di stilare la graduatoria tra i progetti presentati dai Comuni ha concluso i lavori il 24 luglio scorso. I criteri utilizzati per valutare i progetti dei Comuni italiani sono stati quelli previsti dall’Articolo 6 del D.M. 20 dicembre 2023. Quali? L’indice di delittuosità nel Comune; l’entità numerica della popolazione residente; la percentuale fra quanto chiesto dal Comune per il finanziamento e quanto è disposto a metterci dalle casse cittadine.

Oltre 1500 progetti, 29 ciociari

(Foto: Stefano Scarpiello © Imagoeconomica)

Alla chiusura del bando, le proposte presentate dai Comuni e Unioni dei Comuni sono state 1501. La Commissione ne ha selezionati e finanziati 243. Il Capo della Polizia, tramite il Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, darà corso nelle prossime settimane all’attuazione dei finanziamenti sulla base della graduatoria definitiva.

Tra quelli in graduatoria utile non c’è nemmeno un Comune della provincia di Frosinone. Non perché non avessero partecipato al bando ma perché sono stati ritenuti dalla Commissione non idonei.

Quali sono i Comuni ciociari che hanno richiesto il finanziamento per lo sviluppo della rete di videosorveglianza? Sono 29, ecco quali: Frosinone, Serrone, Piglio, Ferentino, Amaseno, Pontecorvo, Trevi Nel Lazio, Vico Nel Lazio, Cassino, Coreno Ausonio, Cervaro, Torrice, Sgurgola, Ceccano, Pico, Fontana Liri, Paliano, Pastena, Colfelice, Guarcino, Pofi, Ripi, Torre Cajetani, Trivigliano, Castro dei Volsci, Santopadre, Arpino, Sora, Rocca d’Arce.

Tra i Comuni ciociari, quello che si è piazzato più alto in graduatoria (senza tuttavia essere finanziabile) è il Comune Capoluogo. Frosinone si è piazzato al 271° posto, con un punteggio di 16.13 e con una richiesta di finanziamento pari a 180mila euro. Da rilevare che l’ultimo Comune italiano finanziato ha preso 16.32 punti: quindi, pochi punti decimali in più rispetto al progetto del capoluogo.

L’ultimo Comune della provincia  in graduatoria, è quello di Rocca d’Arce al 1428° posto e con appena 9 punti.

(Foto di copertina © DepositPhotos.com).