Sulla bacheca di Beppe Grillo appare una foto con una scritta: è la benedizione alla candidatura ter di Virginia Raggi a Roma. Le reazioni sugli altri fronti. I due Partiti maggiori, Pd e FdI, non accelerano. Ma aspettano le prossime Regionali. Ecco perché
Beppe Grillo benedice la candidatura bis di Virginia Raggi. Lo fa dalla sua pagina Facebook: pubblicando una foto scattata durante la scorsa campagna elettorale. Lo ritrae con una mano sulla spalla della sindaca e sulle loro teste campeggia una scritta a caratteri cubitali: “Daje!“.
È il segnale di pieno sostegno alla ricandidatura della sindaca di Roma, annunciata ieri in videoconferenza alla sua maggioranza in Campidoglio. Significa che non troverà ascolto chiunque solleverà la questone del limite alle due candidature previsto nello Statuto grillino. Per Virginia raggi questa sarà la terza.
Una decisione che è stata accolta con indifferenza dagli altri fronti: nessuno ha accelerato più di tanto la definizione delle strategie. E dei candidati.
Il Pd si appresta lentamente
Il Pd non accelera sul candidato sindaco. L’annuncio dato ieri da Virginia Raggi di volersi ricandidare nel 2021 non modifica il piano dei Dem per l’individuazione del candidato e della squadra in vista del voto.
Fonti interne al Partito Democratico nazionale hanno confermato oggi all’agenzia Dire che “il Pd si aspettava la mossa della Raggi ma questo non cambia i programmi: prima dobbiamo affrontare il referendum e le regionali del 20 settembre, poi si inizierà a muovere qualcosa su Roma e le altre città dove si votera’ per le amministrative“.
In effetti non si è mai visto, negli anni scorsi, un candidato ufficiale a 12 mesi dal voto. Un ragionamento su Roma è gia’ in corso all’interno del Pd ma resta sotto traccia. La novità è che le primarie, a fronte di un grande nome che metta d’accordo tutti, non sono più una certezza.
Con un big niente primarie
La coalizione sta lavorando su alcune personalità già emerse nei mesi scorsi. È in corso un tentativo per convincere Enrico Letta e David Sassoli, che pure hanno smentito pubblicamente la loro discesa in campo. Potrebbe essere uno di loro. Ma non sono esclusi altri possibili big, in grado di mettere d’accordo interrompendo il percorso delle primarie. Che diventeranno una necessità solo di fronte alla mancanza di unità.
E in quel caso sono già pronti alcuni tra i presidenti di Municipio del centrosinistra: Sabrina Alfonsi, Giovanni Caudo e probabilmente Amedeo Ciaccheri.
L’unica certezza, confermata da più dirigenti Dem è che un’intesa con Virginia Raggi è ritenuta “impossibile“. Su questo sono tutti d’accordo: “Non si dialoga con Raggi – hanno spiegato gli stessi dirigenti – Un’alleanza è impossibile, perché a fronte di un giudizio di fallimento senza appello non ci può essere interlocuzione politica. Raggi resta per noi il peggiore sindaco degli ultimi decenni“.
Fratelli d’Italia non ha fretta
Fratelli d’Italia non ha fretta. Il nome del candidato sindaco in vista delle elezioni del 2021 di Roma non arriverà presto, di certo non prima delle elezioni amministrative del 20 settembre. All’interno del Partito di Giorgia Meloni è questo l’orientamento all’indomani dell’annuncio del sindaco di Roma, Virginia Ragg.
L’accelerazione data dalla sindaca non scompone Fdi. Fratelli d’Italia “stringera’ i tempi sul nome del candidato in autunno, in coordinamento con gli alleati“.
Ad oggi non c’è alcun nome sicuro: Giorgia Meloni, il cui nome ricorre spesso, di certo non farà parte della partita. Le sue ambizioni sono altre: in questo momento la leader è concentrata sulla partita nazionale, forte dei numeri sempre più in crescita del suo Partito. È chiaro che con l’attuale quadro sarebbe lei la designata per il ruolo del premier della coalizione di centrodestra.
Fabio Rampelli, da sempre tirato in ballo, preferirebbe non dover scendere in campo, anche se potrebbe essere convinto dai suoi. Inoltre per lui si ipotizza un futuro alla Regione, così come per il consigliere regionale Francesco Lollobrigida.
Si sono defilati invece altri due nomi usciti recentemente e provenienti da Partiti alleati: l’ex ministro degli Esteri Franco Frattini (Forza Italia) ed il manager Flavio Cattaneo (quotato in area Lega).
Un politico e non un ‘civile’
Il capogruppo in Assemblea capitolina Andrea De Priamo, ha fatto sapere “di non credere alla formula salvifica del candidato della società civile. Occorre un profilo che conosca bene la città e che sia conosciuto nella città, che non debba passare mesi o anni per imparare ad amministrare, ed in questo senso un profilo politico con adeguato curriculum può essere ideale. In ogni caso credo che subito dopo le prossime regionali ci sarà una forte accelerazione nel senso della scelta del nome“.
Insomma, come per l’altro Partito forte di Roma, il Pd, anche Fdi vuole aspettare l’esito delle elezioni per prendere in mano la questione. Troppo forte il rischio di bruciare in anticipo un nome importante nel caldo infernale dell’estate della ricandidatura della sindaca.
Un Giro per Campi
Dalle file di Forza Italia l’ex sottosegretario alla Cultura Francesco Giro invita Virginia Raggi “a non perdere tempo a candidarsi perché farà un flop clamoroso. Sono in grado, a naso, di pronosticare i risultati elettorali. Raggi non raggiungera’ il 10% (forse il 7%) e non arriverà al ballottaggio dove avremo invece in gara i due candidati, di centrodestra e di centrosinistra, ossia l’espressione del bipolarismo classico”.
Per Francesco Giro non sarà una passeggiata “ma un duello all’ultimo voto. Io ho proposto un’idea pazza ma seducente: il professor Alessandro Campi, il Cacciari del centrodestra. Occorre un intellettuale e non un politico o un manager, ma un uomo o anche una donna che ami Roma e la sua identità millenaria. Io ho sempre pensato che per sindaco funzioni il politico di esperienza, ma oggi per Roma serve altro”.
Ma Virginia guarda a sinistra
Virginia Raggi intanto guarda a sinistra. E attacca il leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni e la Lega. “Abbiamo passato anni a ripianare i debiti e a riparare agli errori del passato. Ora tutto cio’ che avanza nel bilancio viene destinato ai servizi per i romani”.
Lo ha detto ha detto in un’intervista a Il Fatto Quotidiano. Nella quale il passaggio – chiave è un altro: “Io voglio dialogare con la sinistra, ma il Pd non sa più farlo. Avrei voluto vedere i dem con me quando mi sono schierata contro CasaPound“.
Raggi guarda a sinistra, ma la sinistra non ha intenzione di sostenere una coalizione col M5S che preveda la ricandidatura della sindaca uscente. Lo ha detto recentemente il vicepresidente della Regione Lazio, Daniele Leodori. Il quale non parla nemmeno con se stesso allo specchio se prima non si è confrontato con Nicola Zingaretti. (leggi qui Raggi, un macigno sulla strada dell’intesa tra Pd e Cinque Stelle).
La chiusura di Zingaretti
Levisioni di Raggi e Zingaretti sono differenti. In questi anni non c’è stato dialogo né sul fronte politico né sul fronte amministrativo tra la sindaca ed il governatore.
“Con Zingaretti abbiamo una visione diversa. In base al suo piano il ciclo dei rifiuti dovrebbe essere smaltito tutto dentro Roma, ma così dovremmo dotarci di non so quante discariche – ha detto Virginia Raggi – Sul tema dell’Ama devo confrontarmi anche con la Regione, ma risolvero’ anche questo problema, come ho fatto con Atac“.
La leader di FdI Giorgia Meloni l’ha attaccata per la violazione della regola del doppio mandato e ha definito il M5S il partito dei nuovi politicanti: “La politicante è Meloni, che sta in politica da anni. Di lei non si ricorda un provvedimento: viene spesata per le urla“.