
In attesa del nuovo segretario della Federazione di Frosinone le due componenti arruolano truppe: con qualche outsider a sorpresa. Il nome di sintesi per la Segreteria potrebbe essere Danilo Grossi
Durante la campagna elettorale a Veroli che ha consegnato la guida del Comune a Germano Caperna non si era risparmiato. E la cosa non era passata inosservata. Sembrava una formichina frenetica, su ogni piano d’azione: dalla strategia alla manovalanza stretta. Sembrava più “de Vergli lui che Picco Pacco” e i verolani capiranno. E non perché Luigi Vittori non fosse già conosciuto come membro attivissimo della comunità Dem, del Consiglio Provinciale e della vita politica di Ferentino. Città di cui Vittori è consigliere dopo una lunga stagione di friendship con Antonio Pompeo poi finita con la “scissione Fiorletta”. (leggi qui Cosa c’è dietro il divorzio tra Pompeo e Vittori).
No, quello che non poteva passare inosservato stava ben in vista nella presenza attiva di Vittori all’interno della compagine di Rete Democratica, fin dal giorno dell’apertura del Comitato elettorale in cui aveva perfino preso la parola. Parliamo della squadra che ha visto la consigliera uscente e Delegata alla Cultura Francesca Cerquozzi fare massa di voti e diventare vicesindaca ed assessore del comune ernico. Quella lista, civica ma di chiara ispirazione Dem, porta il nome di una componente regionale del Pd che vagiva a maggio ma divenuta mezza anossica quasi da subito.
Luigi tra gli “spin doctor” ernici

Ed al suo interno, con la Rete verolana, personaggi di calibro come Mauro Buschini e appunto Vittori, si erano spesi. Tanto. Spesi a tal punto che il ferentinate aveva addirittura passato nottate intere ad aiutare candidati e militanti ad approntare documenti, raccogliere firme e formare fascicoli. Non è solo roba di encomiabile manovalanza quella, anche se prioritariamente tale resta, sia chiaro. Quello è un segno.
Il segno che per Luigi Vittori e su Luigi Vittori c’erano progetti, come quello ad esempio di proporlo a Luca Di Stefano come vicepresidente della Provincia. E di farlo per lasciare le impronte digitali di Area Dem, la componente che ha in Francesco De Angelis il suo neo-guru territoriale, a Palazzo Iacobucci.
La casella due di Palazzo Iacobucci

Dove invece in quella casella da Numero Due ci sta saldo ed efficiente Enrico Pittiglio, che invece è “creatura” di Sara Battisti, ex pupilla di De Angelis ed oggi sua “avversaria” interna assieme al segretario provinciale Luca Fantini. Due schieramenti due che una volta erano uno insomma.
Il riconfermato sindaco di San Donato Valcomino è per la componente “battistiana” quello che è Ethan Hunt per Mission Impossible. Insomma, c’era un quadro complesso prima del passaggio di De Angelis con i due Darii, Franceschini e Nardella. E c’erano già in atto strategie che troveranno rovente risoluzione in autunno.
La troveranno quando cioè l’elezione del nuovo Segretario della Federazione di Frosinone del Partito Democratico dirà chi l’ha spuntata in questa faccenda. O quanto meno chi avrà in mano le carte migliori.
Una Federazione-tester

Faccenda che in lessico di “dialettica” non vorrebbe apparire come una lotta intestina, ma che di fatto lo è. Fantini è in scadenza di mandato questo mese e, presumibilmente dopo la pausa agostana, i Dem del frusinate andranno a conclave. Ed a quello step cruciale da bollino rosso ciascuno ci vuole arrivare dall’alto di posizioni di forza già acquisite.
Posizioni come quella di avere la titolarità della pedana numero due in Provincia, ad esempio. E di averla ottenuta a discapito di chi oggi rappresenta l’altro ingresso di un’unica “bottega”. Va letta in questo senso dunque questa situazione. Che è di fatto dinamica e legata a chiavi analitiche che non escono ancora dalle categorie flebili di “congettura” ed “indiscrezione”. Ma che tuttavia sembra aver già squadernato lo scenario di contesto.
Sbaglierebbe chi pensasse che questi dei dem frusinati siano giorni balneari di “acque chete”: sotto è tutto un peppiare di offerte, ristori, ristoranti (soprattutto romani), tentativi di affiliazione e messaggistica whatsapp spinta quasi al parossismo. Difficile d’altronde non vedere come tra Battisti e De Angelis oggi vi sia molto più che un solco fisiologico da correntismo brodettato. Siamo in piena polarizzazione, e nel bel mezzo di una campagna di arruolamento.
Mancini vs Leodori: i riverberi

La consigliera regionale è in area Claudio Mancini, mentre il presidente regionale dem è approdato sugli stessi tavoli dove agisce Daniele Leodori. Chiunque conosca anche solo superficialmente le complesse dinamiche della galassia Dem sa che quelli sono molto più che modi diversi ma contigui di declinare le cose del Nazareno. Da questo punto di vista la sola strategia che a livello frusinate potrebbe evitare una sterzata egemonica di Area Dem sarebbe la riconferma di Luca Fantini alla Segreteria.
Con annessa conta in un Partito che, proprio perché costretto perennemente a contarsi per sotto frazioni, da sempre ricusa dialetticamente la mistica del pallottoliere.
Ma poi ci mette mano grazie all’opera delle golden-persons di ciascuno schieramento. Marco delle Cese, Adriano Lampazzi, Mauro Buschini, Giampiero di Cosimo, Andrea Querqui e lo stesso Vittori per De Angelis. Enrico Pittiglio, Luca Fantini ed altri sodali assortiti per Battisti.
Truppe, strategie e papabili gallonati

Con le “incognite auree” (in senso riflessivo, non traccheggione) rappresentate ad esempio da Antonio Pompeo. E con la possibilità, magari e senza gioco di trame, di valutare – in lizza per la Segreteria provinciale – nomi che restituiscano carisma dem al sud della Provincia. Nomi aggreganti e considerati “battitori liberi”, magari come quello dell’ex sindaco di Aquino Libero Mazzaroppi o del sindaco di Cassino Enzo Salera. Che però, a differenza di altri, era presente in prima fila all’evento di Villa Ecetra a Patrica quando nei giorni scorsi è stato portato alla luce del sole ciò che era già evidente. E cioè l’abbraccio di Francesco De Angelis all’area di Dario Franceschini e Dario Nardella. (Leggi qui: La svolta di Patrica: «Bruno, guardaci, siamo in AreaDem»).
Non solo presente. Ma ha anche tenuto l’intervento di apertura. E mentre percorreva i passi che lo separavano dal leggio è stato accolto ed abbracciato coram populo da Francesco De Angelis.
Elementi che incarnano una “terzietà attiva” nel nome della quale riequalizzare, formalmente prima ancora che nel merito, intenti e rotte comuni. Agendo quindi da aghi della bilancia per un gioco che gioco non è.
Spunta il nome-collante: quello di Grossi

E che è talmente poco “giocoso” che addirittura per l’apice della Federazione si fa (anche) il nome di un “collante neutro”. Un nome-totem che si limiti a sancire la prevalenza di Area Dem su Rete Democratica (l’area di Battisti – Mancini), ma senza piazzare una pedina identitaria. Quello di Danilo Grossi, che sta nella Direzione nazionale e che, essendo afferente al cerchio magico della Segretaria, metterebbe d’accordo tutti, visto che i bonacciniani oggi sembrano magicamente scomparsi.
A lui si è arrivati attraverso una serie di riflessioni: viene individuato non soltanto come punto di sintesi ma come cambio di fase e di passo per la Federazione.
E con una Elly Schlein che, dopo i successi elettorali e con il bilancio del Partito certificato in attivo dal tesoriere Michele Fina, oggi è più che mai invocata segretaria di tutti e non additata come segretaria di alcuni.
Anche se quei “tutti”, giusto un centimetro sotto il vertice unico, stanno riscoprendo le scorrerie di fazione e i contrappelli casermanti. Quelle diversità – naturali, belle, ostiche o feroci che siano – che tutti dicono di voler cancellare dal Libro Mastro del Nazareno o di voler inertizzare in punto di polemica, disegnandole come sola categoria dialettica. Questo fin dai tempi del Lingotto. E invano.