Le difficili parole per ricordare mamma Dumano (CulturE)

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Fausta Dumano

Scrittrice e insegnante detta "Insognata"

Io  che gioco con le parole, che sono una giocoliera, questa volta non trovo le parole. Mi sembrano tutte dei codici, che non rendono giustizia. Proviamo a metterle vicine, secche ed asciutte: Sabato 9 settembre alle ore 18 ad Arpino nel palazzo  Boncompagni si ricorda nel decennale della sua scomparsa la professoressa  Maria  D’Emilia  Dumano.

 

Non funziona. Non rende. Forse è meglio provare ad aprire una finestra sul passato. Proviamo così. Giusto dieci anni fa se ne andava Maria D’Emilia Dumano: una donna che mise che nell’agenda della politica le parole Ambiente ed Ecologia, quando erano ancora sconosciute; una donna che ha portato innovazione nella scuola; una donna che un ictus prematuro avrebbe voluto collocare negli ”oggetti inservibili”. Lei invece, della disabilità  ne ha fatto un impegno civile, partecipando alla fondazione della Siloe.

 

Difficile scrivere di una donna, quando è tua madre,.

 

Per anni il nostro rapporto ha ispirato pagine della letteratura. Sono stata la protagonista di La Guerra dei Figli di Lidia Ravera, la figlia alle prese con la ribellione  verso il modello della madre. Poi ho ispirato Cyntia Collie ne ”La bambina sbagliata”. Con la Ray L’Estranea, la figlia  si trova davanti ad una realtà sconosciuta, la malattia della madre. Infine ”Non vi lascerò orfani”: la  Bignardi ricostruisce il dolore della figlia nel confronto dei modelli, con un flusso di ricordi.

 

E così io che negli archivi vado togliendo la polvere sulle donne, ricostruisco questa donna, che è cresciuta in un’epoca difficile. Durante la Seconda Guerra Mondiale si ammala, il vaiolo. Sono i primi segnali della sua tempra coraggiosa. Come le tante ragazze di buona famiglia (è la figlia del potestà di Arpino, il cavaliere Gustavo D’Emilia) frequenta l’Istituto Magistrale, con un destino scritto: la maestra come le sue sorelle. Ma lei batte i piedi per terra: «A Roma, all’università!».

 

Si proietta verso il mondo della ricerca. Laureata, le si aprono le porte come ricercatrice. Ma la malattia del padre la richiama nel paese, si apre la carriera di prof. A Roma resta solo il fratello. Il destino avrebbe voluto anche scrivere un matrimonio con un buon partito, un colonnello dell’ aeronautica militare. Ma lei batte nuovamente i piedi per terra, inizia a scrivere ”Un viaggio chiamato amore”con un intellettuale siciliano, dal sangue blu, un antifascista Ernesto Dumano, entrato nelle pagine della storia .

 

Nella stanza tutta per se di  Virginia Woolf, mentre noi bambine, io e mia sorella dormiamo, lei studia, vince il concorso, scrive discorsi ambientalisti, relazioni per il sindacato UCIM. Diventa la segretaria, la sede era presso i padri barnabiti di Arpino. Esce dal sindacato cattolico, mentre infuria la bufera dell’educazione sessuale. Lei sosteneva l’importanza dell’affettività nelle scuole.

 

Curioso questo intreccio: io figlia ribelle degli anni 70 contestavo una donna, che solo oggi scopro essere stata un’avanguardia in un’epoca scomoda. Solo oggi scopro i tanti Grazie che le devo. La sua “ora di lettura” mi aperto tanti libri. Scaraventandomi nel pianeta della disabilità mi ha fato conoscere l’altro da me, le badanti migranti laureate. Mi ha fatto scoprire le emozioni dei figli di un ”dio minore”.

 

E ops solo ora che mi siedo sulla sua sedia, quando il cellulare non ha rete, è spento, irraggiungibile, ti assale l’ansia di madre, realizzi che avresti potuto sforzarti nel cercare i gettoni, la sua ansia è la tua oggi. Nella camera tutta per me, esplode un baule con gli scritti di una donna tutta da scoprire, lettere e foto ingiallite… la storia di una donna che mi ha aperto la strada. Spuntano fuori i suoi quaderni di ricerca, foglie appassite che catalogava…

 

A raccontarla ad Arpino saranno i suoi colleghi, le generazioni di studenti, chissà cosa scopriremo di questa donna incredibile.

 

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