Anche le mamme distratte, addirittura le puttane, amano i loro figli

Una mamma è sempre una mamma. Ed ama sempre i suoi figli. Anche se un familiare violento la picchia per obbligarla a vendersi e fare i soldi. Anche se si distrae e accade di tutto. Nessuna tragedia autorizza a mettere in discussione l'amore di una mamma

Il diario di Mamma Ciociara

Diario settimanale, molto poco ordinario, di una mamma ciociara in una famiglia ciociara molto poco ordinaria

Può una puttana amare i suoi figli? Possono i figli sopravvivere ai genitori e vivere una vita serena? Uguale agli altri? In queste feste di Natale la Mamma Ciociara ha pulito, preparato, cucinato, farcito, recuperato cartoni e nastrini, ha montato giocattoli e scattato migliaia di foto che non verranno mai stampate. Ha sgridato la prole disordinata e ingorda, avida di balocchi.

Ha osservato Papà Facocero ridere scartando il suo inutile regalo acquistato per pochi euro in una bottega gestita da cinesi e lo ha osservato ancora di più sul divano coperto dai suoi figli intento a cantare le canzoni dei cartoni animati per poi vederli tutti addormentati dopo dieci minuti, compreso il cane.

Ma un pensiero di quelli negativi e “fuori posto” ha ossessionato la mamma Ciociara: “Cosa staranno facendo i figli di Gloria Pompili, come passeranno il Natale i bambini di Margherita Risi e di tutte quelle donne che non ci sono più”. Tutte quelle mamme che avrebbero regalato ai loro figli momenti come quelli a prescindere dall’inferno in cui vivevano, tutte quelle mamme hanno lasciato un vuoto silenzioso. Non bastano mille pensieri, parole, gesti di carità o articoli a riempire quel vuoto.

Quei bambini che hanno visto la madre trattata come un cane, quella donna che gli sorrideva con gli occhi neri e la stanchezza nelle ossa, ma che per loro, sicuramente, avrebbe dato tutto. Per loro aveva già dato il corpo e buona parte dell’anima, serbando il cuore. Quei bambini che hanno visto la madre morire davanti a loro, presa a calci, insultata in un’afosa giornata estiva.

E cosa devono aver provato i figli di Margherita, uscita per andare a comprare gli ultimi regali di Natale in una nebbiosa domenica di fine dicembre, che magari un minuto prima cantavano e immaginavano l’arrivo di Babbo Natale e un secondo dopo avevano nelle orecchie solo silenzio, un fischio e il dolore profondo, una paura che resterà per sempre dentro di loro. Quelle mamme, così come tutte le altre mamme che non ci sono più, sono una parte del Natale.

La Mamma Ciociara ha passato molto tempo a pensare a questa cosa, cosa accadrebbe alla sua famiglia se lei non ci fosse più?

Ognuno pensa di essere immune, ma forse proprio come le malattie, anche la morte si cela malefica dietro una giornata qualsiasi. Non ci si stanca mai abbastanza di annusare i propri figli, di baciare le loro mani, i loro piedini e i loro occhi mentre dormono, una carezza ancora, un abbraccio o un gesto d’amore anche scontato.

Lontano da chi lascia emssaggi d’amore sui social . E poi davanti al bar dice “Se lo meritava! Nessuno la costringeva! Sicuramente si è distratta con il telefonino! Correva troppo!”. Parole che fanno sanguinare quella ferita, quella nei cuori di questi bambini.

Si dice che per un genitore sopravvivere ai figli è impossibile, ma come sopravvive un figlio piccolo alla morte della madre o del padre? Come?

Una madre che non c’è più continua ad amare i suoi figli, pagani, cristiani e spiritualisti hanno le loro teorie, ma chi resta ha bisogno di cose concrete e tangibili.

Come scriveva Melania G. Mazzucco in “Un giorno perfetto” : Le cose grandi possono essere ridotte a cose piccole e le cose piccole possono essere ridotte a niente. E questo è tutto.

Siamo tutte puttane, siamo tutte distratte, siamo madri. Può una puttana amare i suoi figli? Può una madre distratta amare i suoi figli?