Il sogno di nonno Enrico prende vita nelle cantine di Masseria Barone (Nunc est bibendum)

Il sogno di Nonno Enrico, rimasto in letargo per 40 anni. E ora diventato realtà grazie alle cantine di Masseria Barone con il suo Cabernet

Marco Stanzione

Non invitatemi mai a bere...

Questa settimana Nunc est Bibendum vi porta ad Atina in provincia di Frosinone per parlarvi di Cabernet. La nostra storia inizia come sempre la mattina presto, con la nebbia e le strade fangose di campagna, con la mia macchina che se potesse parlare mi manderebbe a quel paese perché lei mi scarrozza sulle colline e beve gasolio, io invece guido, ascolto ottima musica e bevo buon vino!

La Val di Comino è sempre affascinante, appena ho tempo ci ritorno volentieri: natura incontaminata, borghi bellissimi, il Lago di Posta Fibreno, i castelli, le dimore antiche ed un ricco patrimonio enogastronomico fanno della “strada romantica della Ciociaria” un posto da visitare assolutamente.

Un territorio che però ha sempre guardato al mondo esterno: tanti figli di questa terra, prima e dopo le grandi guerre, sono emigrati in Scozia ed in Irlanda per cercare quella fortuna e quelle possibilità economiche che i piccoli borghi a vocazione agricola non potevano dare.

La Masseria Barone

Oggi raccontiamo i vini e la storia di Masseria Barone, una storia che parla anch’essa di emigrazione e ritorno, un viaggio lungo oltre 50 anni. A raccontarmela e a darmi il benvenuto è Marco Rossi che insieme a suo padre Fabio e a suo fratello Enrico si occupa della cantina.

«I primi vigneti li abbiamo piantati nel 2007 ma la nostra storia parte dal secolo scorso quando mio nonno, tornato dalla Scozia, comprò i terreni dalla famiglia Visocchi».

Atina deve molto a Pasquale Visocchi e alla sua famiglia, furono i primi che credettero in questo territorio e alle sue potenzialità vitivinicole. Se il Cabernet esiste oggi in questa zona ed è diventato una tipicità è grazie alla loro lungimiranza. Piantarono Cabernet e Merlot già dal 1860. Diversi decenni dopo, intorno al 1955 i Visocchi erano in procinto di vendere tutti i terreni.

«Mio nonno ebbe l’intuizione di comprare parte di questi per realizzare il suo grande sogno, iniziare a fare vino. Di li a poco purtroppo mio nonno morì, mio padre era ancora un ragazzino, aveva 9 anni e quindi quel sogno svanì all’improvviso. I terreni furono lasciati in stato di abbandono per diversi decenni».

Il sogno risvegliato

Ma il sogno di nonno Enrico non morì insieme a lui, diciamo che per 40 anni è stato in letargo.

Si perché poi quel ragazzino di 9 anni è cresciuto, è diventato appassionato del mondo del vino, ha disboscato le terre del padre e ha impiantato i primi vigneti.

La storia si ripete e va avanti di generazione in generazione; Fabio, quel bambino di 9 anni ha creduto negli sforzi di suo padre e con un pizzico di sana incoscienza ha ricominciato da capo per portare avanti quel sogno e spianare la strada ai figli Marco ed Enrico.

Ora grazie a loro Masseria Barone è una realtà consolidata, produce vini di qualità con amore e premura.

«Dal 2007 in poi papà ha iniziato a fare vino in piccole quantità, per lui e per gli amici. Il riscontro è stato positivo perché il vino piaceva molto e puntualmente si finiva. Da qui abbiamo iniziato a crederci un po’ di più. Le condizioni erano a noi favorevoli, l’esposizione dei vigneti praticamente perfetta. Papà determinato, noi figli ancor di più ed ecco che abbiamo cominciato a lavorarci sul serio. Gli sforzi sono stati enormi, il lavoro in vigna ed in cantina per noi è fondamentale, siamo piccoli e vogliamo cercare di rimanere il più possibile tali perché vogliamo il contatto diretto con terra e cantina. Siamo piuttosto puntigliosi nel lavoro, non si tralascia nessun dettaglio e svolgiamo questa attività con molti sacrifici. Ma poi quando assaggiamo i nostri prodotti e quando vediamo che piacciono beh…queste sono le soddisfazioni più grandi!».

D’accordo Marco, anche io voglio essere parte di queste soddisfazioni, sono le 9 del mattino… Facciamo colazione all’antica maniera? Nunc Est Bibendum!

Masseria Barone produce tre vini rossi, tutti a base di Cabernet e Merlot…assaggiamoli!

TELINA

Telina è un blend di Merlot e Cabernet, rispettivamente 85% e 15%, assaggiamo l’annata 2016.

Si presenta al calice rosso rubino, già con una discreta consistenza. Al naso i sentori del Merlot ci sono tutti, ciliegia, prugna ma anche frutti di bosco come mirtilli, ribes.

In bocca è ampio, caldo e con un tannino molto delicato. Abbastanza fresco ed equilibrato Telina è un prodotto davvero piacevole, bevendolo a casa in compagnia quasi non ci siamo accorti che una bottiglia è finita in 10 minuti, un vino da bere abbinato ad un bell’arrosto di carni miste, non necessariamente carni rosse, anche il semplice pollo, tacchino o selvaggina.

RICUCC’

Nonno Enrico, Ricucc’ appunto, sarebbe fiero di portare il nome di questo delizioso Cabernet. Un vino che mi ha colpito per l’eleganza e la bevibilità.

Rosso rubino, al naso mi hanno subito travolto le note speziate, pepe e paprika su tutte. Poi ovviamente anche qui frutta rossa ma anche sentori erbacei. In bocca è morbido ed avvolgente, il tannino è più deciso ma non disturba assolutamente, abbastanza fresco e sapido.

Un vino che va bevuto ad una bella cena magari a base di carne e formaggi, si abbina bene anche a salumi speziati, salami, salsicce secche o soppressate.

Dicevamo però della bevibilità, qualità fondamentale di questo vino. Non abbiate remore nel berlo anche come semplice aperitivo o ad accompagnarlo a semplici stuzzicherei, Ricucc’ è fatto anche per questo e per me è un grande pregio.

MARCON

Marcòn è la riserva di Masseria Barone, il vino di punta, l’eccellenza. Blend di Cabernet e Merlot, rispettivamente 85% e 15%, questo vino deve essere bevuto in tranquillità, deve avere la giusta attenzione e diversi assaggi per capirne le evoluzioni, anche a distanza di poche ore.

Rispetto ai due vini precedenti la riserva fa un lungo passaggio in botte e si sente. Ciononostante il vino mantiene le sue caratteristiche gusto olfattive, classico esempio di passaggio in legno che nobilita e non modifica.

Rosso intenso, lievi riflessi granata Marcòn è un vino complesso, le note fruttate e speziate dei vini precedenti ci sono ma fanno da “apripista” ai sentori vanigliati e balsamici acquisiti nelle barriques di rovere francese.

Dopo una ventina di minuti il naso cambia, ed emergono sentori eterei e tostati. In bocca il vino è caldo, morbido, dotato di grande struttura ed equilibrio, tannini marcati ma eleganti.

Ottima la persistenza, adatta per l’abbinamento con un grande prodotto tipico della Val di Comino, il Pecorino di Picinisco DOP, un formaggio genuino e dalle qualità enormi.

Dopo aver assaggiato i vini di Masseria Barone spero che il loro lavoro continui nei decenni a venire e spero che altre generazioni apprendano la nobile arte del vinificare; cari Fabio, Marco ed Enrico questa bella storia deve continuare, il sogno di nonno Ricucc’ non deve morire!

I vini di Masseria Barone sono decisi ed avvolgenti, quindi stavolta in musica possiamo permetterci di osare di più: aprite una bottiglia di Marcòn Riserva, fatela decantare, avvicinatevi al camino, magari fuori piove, magari siete in compagnia…versate un calice e degustatelo con “October Rust” dei newyorkesi Type O Negative in sottofondo. Gothic Rock sensuale, malinconico ed avvolgente… Esiste serata migliore?

Schede tecniche

Marcon

Zona di produzione: Atina (FR)

Altitudine: 450 m s.l.m.

Tipologia dei terreni: marnoso-arenaceo-tenore calcareo elevato

Sistema di allevamento: guyot

Densità dei ceppii: 4000 per Ha

Età delle viti: 6 anni

Produzione per ha: 60 q.li

Resa uva in vino: 60%

Epoca di vendemmia: metà ottobre

Uvaggio: cabernet sauvignon 85% merlot 15%

Vinificazione: macerazione sulle bucce a temperatura controllata

Fermentazione alcolica: in acciaio per 20 gg

Fermentazione malolattica: svolta in piccole barriques da 225 lt

Affinamento: in barriques nuove di rovere francese per  10-12 mesi ed in bottiglia per minimo 6 mesi

Ricucc’

Zona di produzione: Atina (FR)

Altitudine: 450 m s.l.m.

Tipologia dei terreni: marnoso-arenaceo-tenore calcareo elevato

Sistema di allevamento: guyot

Densità dei ceppi: 4000 per Ha

Età delle viti: 6 anni

Produzione per ha: 60 q.li

Resa uva in vino: 60%

Epoca di vendemmia: metà ottobre

Uvaggio: cabernet sauvignon 85% merlot 15%

Vinificazione: macerazione sulle bucce a temperatura controllata

Fermentazione alcolica: in acciaio per 20 gg.

Fermentazione malolattica: svolta in acciaio

Affinamento: in acciaio

Recensione a cura di Marco Stanzione
Sommelier di Officine Sannite

IN COLLABORAZIONE CON I SOMMELIER DI