I libri di Carlo ed il difficile mestiere di padre (di F.Dumano)

Foto: © Archivio Piero Albery
Fausta Dumano

Scrittrice e insegnante detta "Insognata"

Ricordi in bianco e nero… questa volta fissa il tuo sguardo sul ragazzo, il terzo a destra. Sapresti indicare la sua professione, il suo lavoro?

Certamente tra i miei amici è quello più poliedrico: non è stato mai con le mani ferme, Carlo Scappaticci. Liceo Classico, laurea in materie letterarie… L’ iter avrebbe voluto come logica che facesse il prof di italiano, lui invece dopo aver collezionato punti tanto da sentirsi un’offerta promozionale da discount, fugge dal pianeta scuola.

Per raccogliere punti ha insegnato pure in Africa.

Ricordi in bianco e nero… Studente universitario, pur essendo figlio della ”borghesia” (genitori insegnanti, la mamma prof di lettere, il padre veterinario ed insegnante di Scienze e Matematica, sindaco di Arpino) lo incontravi con i pennelli e ”sporco di vernice.

L’ imbianchino“. Il suo motto: ”impara l’arte, tutto nella vita può servirti”.

Ricordi in bianco e nero… Lo incontri con i chiodi e il martello, sta andando in piazza a montare il palco del Gonfalone. Ogni suo lavoro diventa un libro, Carlo lo scrittore, Oibo Pepe, scopri che in Africa ha fatto pure la guida del deserto, lo incontri a Firenze come cartomante. In Africa impara a cucinare il cous cous, torna ad Arpino e apre un ristorantino multietnico. Va a fare il cuoco dai monaci di Casamari e pubblica ”a tavola con i monaci”. Scopre le montagne, i sentieri, diventa guida per passeggiate nelle nostre montagne e pubblica un libro.

Diventa papà di due meravigliosi bimbi con la pelle perennemente abbronzata, per loro inventa fiabe, scopre che il mestiere di padre è quello più difficile: l’ unico da cui non può licenziarsi e pubblica ”Il mestiere di padre”.

Al momento gestisce una trattoria ad Arpino, ma organizza anche ”camminamenti” sulle vie dei pellegrini.

Nei traslochi della mia vita ho conservato i suoi appunti sul corso di Linguistica di Saussure, i suoi schemi sincronia e diacronia, generosamente regalati con il libro all’università. Sono stata la prima lettrice e correttrice di bozze del suo primo romanzo. La nostra vita non è regolata dalla provvidenza divina, manzoniana, da quella umana di Silone, dall’assenza di provvidenza umana e religiosa come in Verga, ma è il turbinio combinatorio, una miscela di elementi che determina il nostro vivere. Una teoria affascinante.

Siamo in attesa che decida di pubblicare un romanzo che narri le sue avventure con Roberto il francese, seduto accanto a lui nella foto.  Carlo è il fratello del Gigi, quello degli Spirits (leggi qui),  quello che mi insegnò la musica del vento. Ma è anche il fratello del Paolo, che ci segue con attenzione dal Brasile, la cui bacheca è uno stimolo per ricostruire questo film in bianco e nero…

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