Abra il rivoluzionario silenzioso che volava in America

Foto: copyright archivio Piero Albery

Il dolce e toccante ricordo di Abramo Tancredi Fossi, detto Abra, il rivoluzionario silenzioso che per molti fu il '68 e per molti altri il '77. Pochi sapevano che esponeva in America

Fausta Dumano

Scrittrice e insegnante detta "Insognata"

Ricordi in bianco e nero… Su una sedia a dondolo scorrono i fotogrammi di Arpino, vado avanti e indietro con il tempo. Non c’è un ordine cronologico nel narrare, il filo che  lega i ricordi sono le foto di Piero Albery. Il teatro principale è ancora una volta quell’incredibile salotto di piazza Municipio. Questa volta passa lui: Abramo Tancredi Fossi, detto Abra. Un artista geniale in una terra poco generosa con i suoi figli . Ricordi in bianco e nero…

 

Abra è stato il mio ’68. Non l’ho capito certamente quella mattina che, calzettoni e treccine, l’ho visto la prima volta. Decodificare il ’68 agli occhi di una bimba non è semplice. Da una parte la maestra, che mi faceva pregare perché Dio ci liberasse di quei giovani che a Roma e Parigi erano ribelli. Dall’altra parte mio cugino, che era tra i protagonisti.

 

Piazza, nel bar, accanto al flipper una grande tela. Un centurione romano giocava al flipper, era la Fantastoria. Lui era un’Avanguardia, ma non lo sapevo. Ricordi in bianco e nero… Barba nera, capelli ricci tipo africano, pantaloni di velluto. Quell’incontro con quel gigante rivoluzionò la mia vita: il mio ’68 fu lui, ma non lo capii subito.

 

Mi portò dentro il vento della libertà, mi insegnò ad essere curiosa, a guardare oltre il confine. Da ragazzina mi incuriosivano quelle storie che si raccontavano sulla vita goliardica universitaria. Lui era chiamato Abra XXIII. Non sono mai riuscita a capire il confine tra le storie e le leggende. Ricordi in bianco e nero, Abra non è stato soltanto il mio ’68, ma anche il ’77. Mi trascinò in un’ avventura cartacea, ci riunì a formare Teorema:un giornale di informazione culturale, attualità. Pensa tu, attorno a quest’avventura, ricordi in bianco e nero, c’era anche Stefano Di Scanno, il futuro direttore de L’Inchiesta Quotidiano. E c’era lo scrittore Carlo Scappaticci. Insomma, Teorema è stata la nostra prima palestra di scrittura.

 

Abra non è stato solo un artista di avanguardia ma anche un ricercatore. A lui si deve la scoperta ad Arpino del cortile Farnese, fatta insieme alla sua compagna Giuliana Maggiani… Ricordi in bianco e nero… Abra non era uno che se la tirava, che parlava di se, mettendosi su un piedistallo. Eppure avrebbe avuto tutto il diritto di farlo. Soltanto all’ università ho scoperto che lui aveva esposto in America, quando esporre ”laggiù” non era proprio dietro l’angolo. Ricordi in bianco e nero… che sorpresa scoprire che quell’ Abra, il pittore arpinate, era ”noto” oltreoceano.

Ricordi in bianco e nero… Ad Abra devo tanti consigli e suggerimenti per la mia tesi in storia dell’ arte ‘Arpino dal ‘500 al ‘700‘. Abra sembrava avesse fatto un patto con il diavolo: era sempre uguale, quei capelli neri tipo africano. Il gossip diceva che li tingeva, o che era un parrucchino: poco importava, Abra era perennemente giovane perché lo era dentro. Ricordi in bianco e nero… il tempo è un gran tiranno.

bra con stoicismo vive la sua malattia, circondato dall’affetto della sua compagna. Ah non sono brava a scrivere fiabe d’ amore, ma sicuramente Abra e Giuliana sarebbero i protagonisti. L’archivio di Piero ha raccontato con i suoi scatti Abra ma anche il suo viaggio d’amore con Giuliana.

Ricordi in bianco e nero: sogno una mostra dedicata ad Abra, mentre lo immagino nell’altrove dipingendo gli angeli con il cellulare vestiti con i jeans.