Giorgetto, il medico delle bambole (di F. Dumano)

Foto: copyright Archivio Piero Albery

C'era un tempo in cui i giocattoli erano progettati e costruiti per durare. E quando si rompevano... c'era Giorgetto con il suo negozio sul corso Tulliano. Dove trovavi anche...

Fausta Dumano

Scrittrice e insegnante detta "Insognata"

Ricordi in bianco e nero… Giorgetto lo chiamavano così forse per via della sua statura o perché era il medico dei giocattoli feriti ed i bambini hanno la tendenza a coniare diminutivi.

Di certo aveva la passione per la musica, aveva pure un gruppo musicale ma, ricordi in bianco e nero, non avevo ancora l’età per seguirlo.

Nel mio immaginario il suo negozio – laboratorio nel corso Tulliano era l’ antenato dell’Ikea, dove trovavi i mobili che si componevano. Ovviamente, ricordi in bianco e nero, del suo negozio io ero attratta dal reparto giocattoli: da lui trovavi le ”primizie” quei giocattoli che vedevi in tv, fonte di informazione.

Ricordi in bianco e nero, appartengo ad una generazione fortunata, ma caduta in disgrazia: la generazione del boom economico, che l’ha visto svanire in una bolla di sapone.

 

BAMBOLE…..

Mia madre era un’insegnante e in quegli anni essere insegnante significava ”prestigio sociale ed economico”. Oggi essere un docente non è un prestigio, nella scala sei una ceppa, ma questa è un’ altra storia.

In quegli anni potevo quindi scrivere a Babbo Natale la lettera che era l’equivalente della lista delle nozze. Sono cresciuta nell’epoca in cui le bambole diventano umane, ho assistito al passaggio delle bambole di pezza, che potevi portare a spasso, alle bambole di porcellana, che si ammiravano, ma bisognava  proteggerle in una teca, erano fragili per passare poi alle bambole parlanti. Un filo da tirare, un dischetto e le pile e….ops la bambola parlava, cantava…

Capriolina faceva le capriole, Alice avvicinandole il cucchiaino con gli spinaci girava la testa rifiutandolo, il cucchiaino di cioccolata oh yes  apriva la bocca.

Ah ti stupisco io bimba ”molto maschia”, sempre sbucciata alle gambe, ho iniziato in quegli anni la mia collezione di bambole.

Ops ancora oggi colleziono bambole, quelle di porcellana.

IL MEDICO DELLE BAMBOLE

Ricordi in bianco e nero, quel filo da tirare era molto fragile, bastava poco e si spezzava. No crisi, bastava recarsi dal medico delle bambole, appunto lui, Giorgetto.

Pinze e altri oggetti a me arcani e nella sua sala operatoria la malata guariva. Oggi i giocattoli sono dei malati terminali, realizzati con una tecnologia, che hanno il biglietto di sola andata. Ricordi in bianco e nero i miei giocattoli superata  la convalescenza potevano aspirare a diventare centenari.

Crescendo da  Giorgetto scoprivi altri reparti, il mangiadischi, oggetto oggi di archeologia musicale che fa compagnia al mangiacassette, quel mangia  davanti + il filo che li lega.

In un’ ala del negozio trovavi ”i giocattoli dei grandi” dalle macchinette del caffè ai tostapane, la gelatiera e il frullatore.

Crescendo poi scopri che il medico delle bambole è una miniera musicale e ti fermi ad ascoltarlo. Perché Giorgetto aveva pure un gruppo musicale ma, non avevo ancora l’età per seguirlo: oggi, quella per ascoltarlo, invece, si.

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