Il bel Gigi ed il suono del vento a Civitavecchia d’Arpino

Foto: copyright Archivio Piero Albery, per gentile concessione
Fausta Dumano

Scrittrice e insegnante detta "Insognata"

Ricordi in bianco e nero… Ti ricordi il dottor Luigi Scappaticci? Detto Gigi… Il turbinio combinatorio del libro degli eventi aperto a metà l’ha strappato precocemente da quella piazza di Arpino che è stata palcoscenico per tanti personaggi. Ma in quella piazza, seduto sugli scalini della chiesa, è sempre rimasto con noi e nelle lunghe notti ha animato i ricordi.

Outing, cominciamo subito. Ricordi in bianco e nero… Quante della mia generazione e di quella precedente alla mia non si sono innamorate almeno una volta del bel Gigi?

Certamente, state ricordando, l’ archivio di Piero Albery è pieno di immagini di Gigi. C’è imbarazzo nella scelta. L’ immagine più ricorrente è quella seduto in gruppo, sugli scalini della chiesa di San Michele Arcangelo, quegli scalini che generazioni hanno consumato sedendosi. Un must, il possesso degli scalini era un simbolo, indicava l’appartenenza a un gruppo.

Ricordi in bianco e nero, io ero più piccola , ma ho ”consumato” tanti notti estive camminando avanti e indietro nella piazza, che con quei riflettori di luce si trasformava nel cortile di un carcere, dove ci sentivamo prigionieri di un paese bigotto e democristiano.

Ricordi in bianco e nero lui era un socialista libertario, contrario a ogni dittatura di destra e di sinistra. Con lui si fantasticava l’evasione da quegli spazi. Ricordi in bianco e nero, le note di Tragedy, le sere in cui loro evadevano, mi ”accannavano”. Il massimo dell’ evasione che mi ha concesso qualche serata all’Easy Life, in discoteca. Poi arrivò la svolta: Massimo Struffi, ma questa è un’ altra storia, trasformò le nostre serate in eventi culturali, in serate artistiche… Ah sempre sostenuto che vivere negli anni 70 ad Arpino circondandomi di amici più grandi sia stato fantastico e fondamentale per imparare.

Ricordi in bianco e nero… A Gigi devo tante, tantissime cose, devo tanti Grazie. La velocità del suo viaggio mi ha impedito di dirglielo. Prima di tutto ”Va dove ti porta il cuore” fondamentale in quegli anni di bigottismo moralista, segui il cuore, anche quando sei consapevole che seguendolo diventi il soggetto bisbigliato del pettegolezzo. Gigi il cuore nelle sue storie d’amore l’ha seguito sempre, è stato il nostro maestro fino alla fine.

Ricordi in bianco e nero Gigi ci ha insegnato ”L’ elogio della sbronza consapevole, saper bere con classe ed eleganza…” Niente sbrattamenti e vomiti. Bere con stile, sbronze ma eleganti. Non bere in solitudine e per tristezza, si beve in compagnia, quella giusta, e in allegria…

Ricordi in bianco e nero, ancora oggi, nelle sere che ”alzo il gomito” bevo con stile ed eleganza. “Non confondere le stelle con le lampadine”, qui confesso avrebbe dovuto insegnarmi maggiormente. ”Non investire in figure di cartone”.

Ricordi in bianco e nero… Nei traslochi della mia vita ho conservato un libricino scritto da Massimo Struffi: ”In memoria di Gigi”. Ricordi in bianco e nero, il suo sorriso ti strappava l’anima ed è rimasto impresso nella nostra anima… Gigi era il sapore del vento della libertà, bisognava saper distinguere il suono del vento, gli strumenti che suonava e allora l’Acropoli di Civitavecchia diventava un teatro dell’ opera lirica, mentre ti insegnava a riconoscere la forma dell’arpa, che dava il nome ad Arpino, ti faceva ascoltare il suono del vento. Ci sono dei venti dolci che suonano il violino, dei venti arroganti, il cui suono sembra una raffica di piatti rotti violentemente, immagina di lanciarli dall’ alto della torre medievale…

Ricordi in bianco e nero… nell’ ascoltare il vento, si giocava a nascondino. Non mi dire che hai paura, per assaporare il vento della libertà, bisogna sfidare la paura. Sognatore, un po’ filosofo…

Formidabili quegli anni…Meravigliosi incontri, anche grazie a Gigi.