Quel silenzio che insegna più di mille parole (di M.R. Scappaticci)

In silenzio si possono insegnare moltissime cose. Funziona molto di più un’azione che funge da modello, che un pezzo di carta scritto con dieci regole da rispettare.

Maria Rita Scappaticci

Psicologa e blogger

Si può dire moltissimo rimanendo in silenzio.

E si può imparare altrettanto da chi non ama lunghe conversazioni. Semplicemente: ‘parla’  in un altro modo: rimanda, di sé stesso, azioni che fanno una comunicazione non verbale intensa e dinamica.

 

Il linguaggio del silenzio e dei gesti ha un bagaglio immenso da tramandare. Tanto da divenire la perfetta forma di scambio tra persone. Osservare una persona mentre dirige il suo modo di fare, ascoltare il silenzio del suo sguardo attento e dei suoi schemi mentali realizzati, infatti, ci può rendere più consapevoli.

E riusciamo anche ad ingannare il cervello rispetto all’attenzione da mantenere se dovesse ascoltare un lungo trattato sulla vita.

 

Il modeling, cosi definito dalla psicologia, ha il più alto potere di apprendimento per gli uomini.

Impariamo per imitazione dell’altro, perché siamo esposti costantemente a determinate azioni. Perché, in maniera a volte anche passiva, diveniamo spettatori di realtà.

E questo ce lo insegnano i bambini che apprendono il primo loro repertorio comportamentale e linguistico proprio attraverso la riproduzione dell’altro.

 

Il potere dell’imitazione, come forma per tramandare valori morali, è da sempre sottovalutato per lasciare spazio solo ed esclusivamente a grandi sermoni e conversazioni, condite da parole certamente forbite ma che di concreto trattengono, a volte, molto poco.

Siamo ciò che vediamo più spesso attraverso il gesto ed il modo di fare ed assumiamo caratteristiche altrui esponendoci a quel modo di essere.

 

Se pensate bene a quante volte vorreste che i vostri figli siano educati e colmi di grazie e vi consumate la gola ad imbastire ramanzine e regole di comportamento, condite di eccelse spiegazioni.

E poi vi scappa la mano e siete voi stessi ad alzare la voce, ad essere in ritardo, a buttare la colpa sull’altro, ad abusare del potere, a cancellare tutto ciò che avete sapientemente impostato per le nuove generazioni.

E’ necessario sapere che funziona molto di più un’azione che funge da modello, che un pezzo di carta scritto con dieci regole da rispettare.

Il cervello risparmia, appena può, le proprie energie ma non interrompe mai la sua pratica di apprendimento.

Ed è più facile che incameri modi di fare che assiomi e leggi, soprattutto se sono troppo astratte e prive di contatto col reale.

E questo vale soprattutto per i giovani che non amano ascoltare e vanno troppo di corsa per fermarsi e prestare attenzione.

 

Attrarre i loro sguardi è possibile attraverso l’agire, rimandando dinamicità e cambiamento, mediante gesti concreti che sanno di passione e operosità.

Guardare dalla finestra un uomo che ogni giorno dedica al suo lavoro e alla sua vita tanta passione nel condurre le sue cose diventa un eccellente metodo di insegnamento.

E soprattutto può facilitare la costruzione di nuove abilità e conoscenze.

Bisogna tenere a mente di essere ottimi modelli, prima ancora di raccontare come funziona la vita.

E osservare colui che non parla ma agisce ci rende portatori sani di nuove scoperte, ci rende migliori.