Storie nella Storia * Le assemblee, gli infiltrati, le Br e gli omicidi – 2^ puntata

La Storia raccontata dai protagonisti silenziosi: solitari nella folla. Gente che spesso ha ritenuto di fare solo il proprio dovere: ma in quegli anni non era così consueto. I sindacalisti in prima linea nella crescita della provincia di Frosinone. La 2^ puntata.

Giovanni Giuliani

Giornalista malato di calcio e di storie

La Storia raccontata dai protagonisti silenziosi: solitari nella folla. Gente che spesso ha ritenuto di fare solo il proprio dovere: ma in quegli anni non era così consueto. I sindacalisti in prima linea nella crescita della provincia di Frosinone. La 2^ puntata.

 

PRONTI A RESISTERE AI NEO FASCISTI

Gli anni dopo la guerra, la ricostruzione… ed ora la macchina del tempo  che arriva ad un momento importantissimo per la storia italiana e del territorio ciociaro e per le rivendicazioni dei lavoratori.

E’ in questa fase storica che avviene qualcosa che porta giovani e meno giovani, anche in Ciociaria, a partecipare in massa all’attività politica. Si entra in una fase di grande entusiasmo e partecipazione.

In poco tempo – ricorda Francesco Notarcola, militante del Pci e sindacalista – si respingono almeno due tentativi di assalto alla Costituzione. Nel 1960 il presidente del Consiglio Fernando Tambroni chiede la concessione dei pieni poteri al Presidente della Repubblica Gronchi e la sospensione della Costituzione“.

Fernando Tambroni passava per un “democristiano di sinistra”. Aveva ricevuto dal presidente della Repubblica Giovanni Gronchi  l’incarico di formare un governo Dc in un clima di apertura verso il Partito Socialista. Un governo al quale avevano preannunciato tutta la loro ostilità molti esponenti della borghesia e della Chiesa. Quel governo non vide mai la luce. Anzi, accadde il contrario: Tambroni ottenne la fiducia su un governo che godeva dell’appoggio dei neofascisti del Movimento Sociale Italiano.

Votata la fiducia, il Msi passò subito “all’incasso” chiedendo a Tambroni che consentisse lo svolgimento del congresso missino a Genova. Una evidente provocazione. La presidenza onoraria del congresso sarebbe stata assegnata a Carlo E. Basile che era stato prefetto di Genova durante la RSI, rendendosi responsabile della deportazione nei lager di centinaia di operai scioperanti.

La CGIL invitò i lavoratori ad impedire fisicamente lo svolgimento di quel congresso. La mobilitazione operaia e giovanile che sconfisse l’ipotesi di svolta autoritaria di Tambroni, cosò il caro prezzo di 11 morti,

«In quel periodo, in provincia di Frosinone, noi dormivamo fuori casa e ci organizzavamo giorno e notte per resistere ad un eventuale colpo di Stato. La gente partecipava alle nostre iniziative di sensibilizzazione su tanti temi, dalla Pace al Lavoro, all’attuazione della Carta Costituzionale. Questo grazie anche all’ impegno del partito Comunista che si raccordava tutti i giorni con le masse sia nelle fabbriche che nelle campagne».

 

L’AFFRANCAMENTO DELLE TERRE CIOCIARE

I risultati arrivano: «Conquistiamo la legge per affrancare un tipo di contratto agrario feudale come la colonia migliorataria. Con l’organizzazione del PCI nelle fabbriche gli operai, inoltre, maturano la necessità di dare svolta alle loro condizioni di vita».

Per comprendere l’importanza di quella conquista, ottenuta con la Legge 607 del 1966, vanno premesse alcune cose. In quegli anni l’economia della provincia di Frosinone è basata sull’agricoltura. L’industria è ancora lontana dal mettere le sue radici in Ciociaria. I grandi proprietari terrieri non lavorano i loro possedimenti: spesso li affittano con contratti di mezzadria, colonia o enfiteusi. Contratti con i contadini, che lavorano quelle terre e in cambio devono versare una quota del prodotto che ne ricavano, oppure impegnarsi a migliorare quei fondi.

La legge per l’affrancamento delle terre (prevede l’acquisto della proprietà da parte dell’enfiteuta mediante il pagamento di una somma di denaro) ottiene una spinta decisiva dalla provincia di Frosinone.

Ci sono scioperi e proteste. Spesso ad organizzarle è l’Alleanza Nazionale dei Contadini di cui all epoca Notarcola era presidente. In Parlamento c’è il suo predecessore alla guida dell’organizzazione dei contadini: è il deputato Angelino Compagnoni (Pci) di Ceccano che ora è protagonista di quel dibattito.

È un sistema difficile da scardinare. Lo testimonia la manifestazione fatta a Monte San Giovanni Campano, frazione de La Lucca, dall’Alleanza dei contadini, dopo che la Corte Costituzionale aveva dichiarato la legittimità della legge per affrancamento della colonia migliorataria.

Furono necessarie manifestazioni e scioperi per ottenere l’applicazione di quella legge.

 

LE GABBIE SALARIALI

In provincia di Frosinone si iniziano a denunciare le gabbie salariali che verranno abolite solo nel 1969. La paga variava a seconda dell’area geografica. Francesco Notarcola porta un esempio: “Se tu facevi il tornatore a Milano prendevi 100 mentre se lo facevi a Frosinone magari prendevi 50. Grazie a quel clima rivoluzionario che si respira nell’aria si ottengono risultati: grazie , quindi, alle manifestazioni studentesche e gli scioperi degli operai tra il ‘68 ed il ‘69 ottenemmo l’abolizione delle gabbie”.

C’era sempre stata, fino ad allora, una certa resistenza della Dc e più in generale del quadripartito, ovvero democristiani, repubblicani, socialdemocratici e liberali.

E’ la spinta al rinnovamento che porta un livello di democrazia più alto. Si vive un periodo di gradi conquiste. Si realizza lo Statuto dei lavoratori (1970), si delinea la strategia del movimento operaio che sposta in avanti i diritti e il livello di democrazia e libertà. Si conquista più dignità rispetto ai padroni dell’economia.

Nel tempo nascono i consigli di fabbrica, in tutti i luoghi di lavoro, un nuovo modo per dar vita alla rappresentatività degli operai. Ognuno è candidato e ognuno è elettore. In questo periodo si registra il più alto grado di democrazia in Europa nei luoghi di lavoro. Sindacato e lavoratori nelle fabbriche contrattano tutto: il salario, l’occupazione ,l’avviamento al lavoro, si contrattano le ore di straordinario, l’istituzione della mensa, l’indennità di trasporto, il riconoscimento di un premio feriale. C’è il Collocamento democratico: in sostanza va a lavorare chi ne ha bisogno….

Notarcola ricorda come i confronti fossero molto forti tra le parti: “Proprio in questi anni per la prima volta nella sua storia il consiglio regionale del Lazio si riunisce a Cassino su nostra proposta e si affrontano tante tematiche che poi incideranno positivamente sulle condizioni degli operai”.

 

LE ASSEMBLEE, GLI INFILTRATI DELLE BR, GLI OMICIDI

Quasi parallelamente alle conquiste dei lavoratori si affaccia alla ribaltata un fenomeno destinato a segnare la Storia del Paese, quello del terrorismo, quello degli Anni di Piombo. Si spara, si uccidono innocenti, anche in Provincia di Frosinone.

È un periodo molto lungo che va dal ‘69 agli inizi degli anni ’80. Il sindacato si mobilita.

Dopo l’attentato di Piazza Fontana i Comunisti si organizzano e si difendono. Mobilitano la gente e la mobilitazione riguarda anche le organizzazioni sindacali. Nei luoghi di lavoro, dalle scuole alle fabbriche passando per gli uffici pubblici. Cerchiamo di capire l’orientamento degli operai, se ci sono infiltrazioni di terroristi e come si forma il rapporto tra terroristi e simpatizzanti. E’ forte la presenza di fiancheggiatori delle Br, che facevano capo a formazioni come Potere Operaio, alla Fiat di Piedimonte San Germano.

A questo punto a Notarcola viene in mente un particolare: “Se entrava un volantino della Cgil in una qualsiasi fabbrica ciociara la vigilanza se ne accorgeva subito mentre quando entravano centinaia di volantini delle Br nessuno sapeva come fossero entrati. Episodi del genere hanno sempre insospettivo perché – ricorda ancora Notarcola – ci facevano capire che erano azioni mirate a rompere l’unita’ degli operai. Mentre i sindacati ottengono risaltati concreti sul salario e sulle condizioni di vita dei lavoratori arrivano continue provocazioni da parte di chi si considerava più a sinistra del PCI”.

Per Notarcola era chiaro il piano contro il Partito e contro il sindacato da parte dei brigatisti: “Questo l’ho vissuto in prima persona. Quando andavo a fare le assemblee nelle zone del cassinate mi trovavo sempre presenti persone risultate poi implicate nell’omicidio di Carmine De Rosa”, l’ex ufficiale dei carabinieri e capo della Sorveglianza dello stabilimento Fiat di Cassino ucciso il 4 gennaio 1978 proprio mentre si stava recando al lavoro nello stabilimento cassinate. Insieme a lui viene ferito anche Giuseppe Porta, ufficiale dei carabinieri in congedo e responsabile dei servizi di sorveglianza del centro-sud della Fiat.

Quei fiancheggiatori erano gli stessi che si contrapponevano a Cgil, Cisl e Uil durante le assemblee dei lavoratori. Si vivono giorni e mesi difficili. Dopo l’omicidio De Rosa viene ucciso anche Guido Rossa. E’il gennaio 79. Rossa viene ucciso a Genova per aver denunciato infiltrazioni brigatiste nelle assemblee dei lavoratori…

In Ciociaria Notarcola e compagni continuano a sfidare infiltrati e fiancheggiatori sul piano politico proprio nel corso delle assemblee, anche alla Fiat…

Ma intanto si continua ad uccidere in Provincia di Frosinone. Patrica: 8 novembre 1978, il giudice Fedele Calvosa viene assassinato in un agguato mentre dalla sua casa di Patrica si stava recando in ufficio a bordo della Fiat 128 di servizio condotta da Luciano Rossi, un autista civile del Ministero della Giustizia, che da poco aveva sostituito nel compito l’agente di custodia Giuseppe Pagliei, peraltro presente anch’egli sull’auto per affiancare il più giovane collega. All’altezza di un incrocio, tre uomini armati di pistole e mitra si pararono dinanzi all’autovettura e aprirono il fuoco. Il primo a cadere fu l’agente Giuseppe Pagliei, poi cadde Fedele Calvosa.

Luciano Rossi, ferito, tentò di fuggire, ma fu scorto da uno degli attentatori e finito con un colpo al volto. Dalle armi dei suoi compagni fu ferito anche uno degli attentatori.

L’attentato fu rivendicato e addebitato dagli inquirenti all’organizzazione Formazioni comuniste combattenti che, in collegamento con Prima linea e Brigate rosse, stava conducendo una feroce campagna contro i rappresentanti delle forze dell’ordine e i magistrati.

A Frosinone nessuno si aspettava che venisse ucciso un giudice, un uomo delle istituzioni. Si era alzato il tiro ma la reazione ci fu: Il PCI ma anche Cgil, Cisl e Uil aumentano la vigilanza e con il sostegno delle gente davanti alle fabbriche si fa fronte comune contro il terrorismo”…

(Continua)….

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Storie nella Storia * Notarcola, il diario di un rivoluzionario di professione – 1^ puntata