CORRADO TRENTO per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI
Fumata nera. Per adesso. Quella bianca è attesa per martedì prossimo. Ma intanto, per quanto riguarda l’ipotesi del commissariamento della Asl di Frosinone, ci saranno altri giorni per cercare di invertire una rotta che però appare comunque segnata.
I motivi dello slittamento
Ieri non c’era il numero legale per lo svolgimento della seduta dell’esecutivo. L’articolo 8, comma bis, della legge 18/94 stabilisce che il commissariamento di un’Azienda Sanitaria viene deliberato dalla giunta regionale. Successivamente il presidente, che in questo caso è anche commissario, firma il decreto di nomina indicando il professionista incaricato.
Macchitella in pole
In ogni caso il nome che resta in pole position per la nomina a commissario della Asl di Frosinone è quello del dottor Luigi Macchitella: classe 1946, nel recente passato ha ricoperto lo stesso incarico presso l’Azienda Sanitaria di Viterbo. Ma resta in campo anche l’opzione di Antonio D’Urso, classe 1962, attualmente direttore generale del San Camillo di Roma. È stato manager anche della Asl di Lucca. Sia Macchitella che D’Urso fanno parte della short list. Antonio D’Urso resterebbe comunque dg del San Camillo. Il fatto è che l’Azienda Sanitaria Locale di Frosinone ha diversi problemi ed emergenze e avrebbe bisogno di un manager a tempo pieno. La situazione è in evoluzione.
L’urlo del territorio
Ad ogni modo è evidente che il commissariamento della Asl di Frosinone assumerebbe un doppio significato inevitabilmente: ennesima sconfitta della classe politica locale e “schiaffo” ad un territorio che continua ad inanellare ridimensionamenti. “Ma se proprio si deve nominare un commissario, perché non uno della provincia di Frosinone?”. Tambureggiante la domanda che si è rincorsa ieri sotto ogni punto di vista. Nicola Zingaretti, presidente attentissimo a tutti i segnali che arrivano dai territori, sta probabilmente analizzando questo aspetto.
Cautele e strategie
Tra i motivi che spingono verso il commissariamento c’è soprattutto quello che viene definito “il principio di autotutela della Pubblica Amministrazione”. In altre parole: la possibilità che l’ex direttore generale Isabella Mastrobuono presenti ricorso al Tar contro la mancata conferma da parte dello stesso Zingaretti dopo il giudizio negativo sul suo operato espresso dall’Organismo Indipendente di Valutazione. Ha due mesi di tempo, ma sembra che stia preparando già il ricorso. Nel caso di reintegra, o di accoglimento della sospensiva, la Asl potrebbe trovarsi con due direttori generali. La nomina di un commissario risulterebbe più gestibile. Anche se in queste ore più di qualcuno ha sottolineato che l’ente della Pisana potrebbe a sua volta presentare ricorso al Consiglio di Stato dopo l’eventuale decisione del Tar. Senza considerare che nei contratti dei dg sarebbe previsto, nel caso di reintegra di un precedente manager, la cessazione dalla carica.
La posta in gioco
Il consigliere regionale Mauro Buschini sa perfettamente che la nomina di un direttore generale del territorio avrebbe un “ritorno politico” formidabile. Scenario capovolto nel caso di designazione di un commissario di un’altra provincia. L’esponente del Pd deve muoversi nei confini e nelle logiche della maggioranza, ma la sensazione è che stia provando a verificare se c’è ancora qualche margine di manovra. Una cosa è chiara però: per sovvertire un pronostico già scritto occorrerebbe un “miracolo”. La partita della Asl, sul piano del peso politico, a questo punto vale di più perfino di un assessorato. Così come la nomina di un direttore sanitario o amministrativo ciociaro avrebbe il sapore di un premio di consolazione.
La consegna del silenzio
C’è un elemento però che va valutato: il silenzio. Da ieri mattina diversi protagonisti di questa vicenda, soprattutto di centrosinistra, evitano accuratamente di sbilanciarsi, perfino di rilasciare dichiarazioni. Un segnale da non sottovalutare. Certamente è stato sottolineato che su un argomento del genere tirare il Governatore per la giacca avrebbe un effetto boomerang. Probabilmente però c’è anche dell’altro. La situazione è complessa e il momento delicato: le considerazioni amministrative e quelle politiche si sovrappongono. Il commissariamento rimane l’unica opzione e il nome di Luigi Macchitella sembra già scritto. Intanto però la fumata bianca non c’è stata…