Mentre a Roma è cambiato tutto e Silvio Berlusconi in persona ha fatto “saltare” il tavolo del centrodestra, in provincia di Frosinone Forza Italia fa finta di nulla e Mario Abbruzzese e Pasquale Ciacciarelli continuano ad andare avanti come se niente fosse. Stessa situazione, ma con sfumature diverse, nel campo del centrosinistra.
Ma vale la pena soffermarsi su quanto accaduto nella Capitale. Silvio Berlusconi ha imposto il passo indietro a Guido Bertolaso, virando su Alfio Marchini e recuperando anche Francesco Storace. Questo perché l’obiettivo dell’operazione è doppiamente politico: mettere all’angolo (a destra) la Lega e Fratelli d’Italia, minando la voglia di leadership di Matteo Salvini sul versante del centro moderato. Infatti il “blitz” rappresenta soprattutto una mano tesa a Pierferdinando Casini e anche ad Angelino Alfano. Come del resto è accaduto pure a Milano. Silvio Berlusconi sa che nella Capitale si gioca il predominio del centrodestra ed è per questo che Matteo Salvini ha accelerato. In questo modo il Cavaliere si riposiziona al centro e infatti ha detto: “Noi non siamo la destra”.
La vera partita è quella del referendum autunnale. Se Matteo Renzi lo perde (magari dopo aver incassato le sconfitte alle comunali di Roma, Milano e Napoli), allora le elezioni anticipate saranno inevitabili. Senza l’Italicum. Se le vince, stesso discorso perché sarà proprio il premier ad accelerare. Con l’Italicum.
Nell’uno e nell’altro caso Berlusconi sa bene che il duello potrebbe essere tra il Pd e i Cinque Stelle. Quindi, per restare perlomeno decisivo (senza rinunciare però all’idea del “colpaccio”), deve mantenere la leadership del centrodestra.
Mentre a Roma, dunque, il mazzo di carte viene sparigliato, in provincia di Frosinone Forza Italia insiste sull’unità del centrodestra, con Fratelli d’Italia e Noi con Salvini. Ad Alatri e Cassino, forse anche a Sora. Mario Abbruzzese e Pasquale Ciacciarelli non fanno altro che sbandierare il 25% ottenuto alle provinciali (non dicendo però che in quell’occasione hanno votato gli amministratori, non il popolo sovrano). Ma intanto ad Alatri il centrodestra ha due candidati (Antonello Iannarilli ed Enrico Pavia), a Sora gli azzurri non avranno il simbolo sulla scheda e a Cassino può succedere di tutto. A qualcuno è venuto in mente che magari anche in Ciociaria si poteva ribaltare il tavolo? Qualcuno ha visto in televisione che accanto a Berlusconi c’erano Antonio Tajani e Claudio Fazzone?
A Roma si fa la rivoluzione del centrodestra, a Frosinone non si muove foglia.
Ma quello che sta succedendo nella Capitale dovrebbe far riflettere anche il Pd e Area Popolare. Perché se a Roma e Milano Berlusconi e Alfano provano dei laboratori, qualcosa si sta muovendo.
In provincia di Frosinone, invece, Alfredo Pallone spinge il Nuovo Centrodestra nel centrosinistra: alla Provincia, a Sora, a Frosinone. Dovunque. E i leader del Pd non si pongono il problema che magari qualcosa di importante sta accadendo proprio in vista del referendum. Una volta la Ciociaria era un laboratorio politico di avanguardia (il governo D’Alema con il sostegno di Cossiga nacque con l’esperimento al Comune di Frosinone), ora invece va nella logica dell’indietro tutta. Alla rovescia.