Il giorno della verità è dietro l’angolo. Chi vuole fare sul serio contro Acea ora deve venire allo scoperto. Il presidente della Provincia Antonio Pompeo ha preso tutti in contropiede ed ha convocato la Consulta d’Ambito. E’ il gruppo di otto sindaci che prepara i lavori per l’assemblea dei Comuni serviti da Acea. Un solo punto all’ordine del giorno. Che sintetizzato dal linguaggio burocratico è: ‘E adesso scriviamo cosa vogliamo fare con Acea’
Nel corso delle due precedenti assemblee, i sindaci hanno deciso di non mandare alcuna risposta all’Autorithy che determina le tariffe dell’acqua. In questo modo risulta presente la sola relazione di Acea. E l’autorità applicherà gli aumenti chiesti dal gestore, in mancanza di una contro richiesta dei Comuni. Nell’ultima riunione sono state respinte le tesi di Acea che replicava alle contestazioni fatte dai sindaci a febbraio. Ed a febbraio i sindaci erano stati chiari: o Acea si mette in regola o avviamo l’iter per rescindere il contratto. Le risposte del gestore non sono state ritenute valide.
Ora Pompeo chiede: e cosa volete fare?
CORRADO TRENTO per CIOCIARIA EDITORIALE OGGI
Il presidente Antonio Pompeo ha convocato ieri la riunione della Consulta d’Ambito per giovedì 27 ottobre alle ore 15. Un solo argomento all’ordine del giorno: “Convenzione di gestione tra Acea Ato 5 spa rep 7205 del 27/6/2003 – diffida ad adempiere ex articolo 1454 codice civile – Conferenza dei sindaci del 13 ottobre 2016. Indirizzi e orientamenti conseguenti”.
Il linguaggio burocratico ha una traduzione chiara: la Consulta d’Ambito dovrà decidere quando fissare la data della conferenza dei sindaci. Con all’ordine del giorno la decisione sulla proposta di risoluzione della convenzione, che a questo punto i sindaci Nicola Ottaviani (Frosinone), Carlo Maria D’Alessandro (Cassino) e Roberto Caligiore (Ceccano) dovranno formalizzare.
Il 13 ottobre scorso gli amministratori del centrodestra, con il contributo decisivo di alcuni primi cittadini del centrosinistra, bocciarono la proposta della Segreteria Tecnico Operativa, a giudizio della quale non ci sono i presupposti per la risoluzione della convenzione con il gestore. Adesso però, proprio alla riunione della Consulta d’Ambito, verranno valutate anche sia l’ulteriore relazione della Sto che (probabilmente) un nuovo parere legale dell’avvocato Riccardo Farnetani.
La Segreteria Tecnico Operativa, che sarà chiamata ad elaborare lo schema di delibera, sta lavorando pure ad un’analisi sia dell’iter successivo ad una eventuale risoluzione che ai possibili costi. D’altronde l’ingegner Serafino Colasanti si era già espresso nell’ultima riunione dell’assemblea dei sindaci: Acea potrebbe andare avanti per un anno e mezzo con una gestione in economia (soltanto ordinaria amministrazione). Ulteriori proroghe sarebbero possibili soltanto garantendo l’equilibrio economico al gestore. Poi si dovrebbe procedere con una gara a livello europeo. Quanto al costo della risoluzione, per Colasanti potrebbe aggirarsi sui 120-130 milioni di euro. Più il valore delle infrastrutture: 50-60 milioni di euro. Nell’ultima seduta l’esito della votazione è stato chiaro: 42 no alla proposta della Sto, 14 sì e 1 astenuto. Con il centrodestra compatto e il Pd diviso.
Il sindaco di Alatri Giuseppe Morini, per esempio, ha votato no. Però è evidente che in sede di Consulta d’Ambito si parlerà anche dei precedenti dei conguagli. Quello di 75 milioni di euro riconosciuto al gestore da una sentenza del Consiglio di Stato e quello di 53 milioni definito dall’Autorità nazionale per l’energia, il gas e il servizio idrico. Conguagli che stanno pagando e pagheranno i cittadini.
Nel parere legale del 7 ottobre scorso l’avvocato Riccardo Farnetani ha scritto: «Nella valutazione del provvedimento da adottare per la conclusione del procedimento, occorre tenere anche presente che l’eventuale risoluzione verrebbe impugnata dal gestore (che già ha impugnato davanti al Tar la deliberazione di avvio del procedimento) sostenendone l’illegittimità per carenza di presupposti. In caso di accoglimento di questo ricorso il gestore avrebbe diritto ad un risarcimento del danno che sarebbe molto consistente».
Il 13 ottobre scorso, però, la maggioranza dei sindaci ha ritenuto sostanzialmente che ci fossero le condizioni per procedere con la risoluzione della convenzione. Senza però presentare un emendamento in tal senso. Il sindaco di Veroli Simone Cretaro in quell’occasione ha chiesto agli esponenti del centrodestra di procedere con la messa in votazione della richiesta di risoluzione. Invitando tutti a non affrontare la questione con logiche elettorali e politiche.