Fammi guardare come ti comporti e ti dirò chi sei

Maria Rita Scappaticci

Psicologa e blogger

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di MARIA RITA SCAPPATICCI

Psicologa e blogger

 

La più grande verità che ho appreso in 16 anni di studi di psicologia è che non c’è miglior modo per conoscere qualcuno se non attraverso l’osservazione del suo comportamento.

Le materie psicologiche utilizzano da sempre strumenti scientifici per misurare l’efficienza di un cervello umano. E gli stessi ci dicono molto sull’emozioni, lo stress, le frustrazioni che una persona si trova a vivere in un preciso momento della sua vita.

Ma esiste un canale privilegiato per imparare a riconoscere alcuni segni ancor prima di misurarli: osservare un comportamento, un’azione, una situazione.

Proviamo ad immaginare come un film muto possa raccontarci una storia senza dire neanche una parola: lo scorrere delle immagini e le movenze degli attori bastano per farci arrivare il messaggio.

E cosi potrebbe essere nella realtà.

Studi scientifici hanno da sempre cercato di dare un senso ai gesti, sia mimici che corporei dando grandi soddisfazioni alla letteratura.

In questo settore, infatti, sono state elaborate le più importanti teoria sulla elaborazione degli stati mentali di un individuo attraverso l’osservazione degli atti motori. Ma sarebbe un peccato limitarsi a decodificare un singolo gesto senza inserirlo nella logica di un comportamento più complesso.

Se ci pensiamo bene, abbiamo “velocizzato” la comunicazione attraverso l’uso della parola e siamo convinti che il nostro messaggio verbale è proprio ciò che arriverà alla platea. Possiamo manipolare la parola, essere bravi ammaliatori, ma per essere credibili dobbiamo necessariamente credere in ciò che diciamo se non vogliamo rischiare di fare un flop.

Il nostro comportamento ci tradirà sempre qualora cercassimo di essere ciò che non siamo o nascondere un nervosismo dietro una finta disinvoltura.

Imparare ad osservare queste variazioni può rivelarsi assolutamente funzionale nella vita di ognuno, soprattutto nelle situazioni in cui capire il significato della comunicazione può influenzare una nostra importante decisione.

In psicologia, questa tecnica è definita osservazione naturalistica, largamente diffusa ed utilizzata per individuare schemi comportamentali messi in atto per ottenere determinati scopi.

Niente è più rivelatore di un modo proprio di agire.

Il comportamento, infatti, è il nostro modo di agire a reagire ad un evento, sia esso positivo o negativo.

Ed ecco allora che riuscire a definire come una persona affronta una situazione può dirci molto su di sé e sul suo modo di essere.

Ognuno di noi ha elaborato dei paradigmi comportamentali che ne fanno un essere unico ed irripetibile e attraverso questi modelli si “muove” nelle relazioni.

Riconoscere una modalità piuttosto che un’altra ci dice molto di più della persona che abbiamo di fronte rispetto alla lettura dell’enciclopedia della sua autobiografia.

Il metodo osservativo coglie la dimensione sociale ed interattiva dell’individuo.

Ci dice se abbiamo di fronte un tipo taciturno, un festaiolo, un esuberante, un manipolatore e tutto nel massimo realismo possibile perché non è necessario creare situazioni ad hoc per capire qualcosa ma basta semplicemente osservare come si comporta nel quotidiano di una banale routine.

La questione è che ognuno di noi ha le potenzialità per poter capire senza ascoltare ma il più delle volte siamo “vittime” di noi stessi e cioè di quello che vogliamo credere per essere abbastanza oggettivi da decifrare tali segnali.

Basterebbe affinare lo sguardo invece che le orecchie per conoscere il modo di pensare dei nostri simili ed evitare spiacevoli sorprese.

Una raccomandazione è d’obbligo: evitiamo di stalkizzare ogni essere umano che abbiamo vicino pur di capire quali sono i suoi pensieri e soprattutto diamo sempre il beneficio del dubbio se non siamo abbastanza bravi a gestire il nostro giudizio soggettivo.

L’errore di credere ciò che non è sta ad un palmo di naso.