Orgoglio e vendetta: la trappola del passato che imprigiona il tuo futuro

Maria Rita Scappaticci

Psicologa e blogger

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di MARIA RITA SCAPPATICCI
Psicologa e blogger

 

Il passato rappresenta la nostra storia, il nostro senso di appartenenza, la nostra cultura e veicola il nostro modo di vivere.

Esiste una memoria storica, fatta di legami generazionali, avvenimenti, situazioni che ci riguardano e significano il nostro essere. E poi esiste una memoria psicologica, fatta di sentimenti, relazioni, emozioni vissute che influenzano la nostra vita. E soprattutto il nostro modo di comportarci.

Il passato, a volte, rappresenta una trappola, un modo per giustificare la nostra attuale vita. Una ricerca di rimborsi emotivi che continuiamo ad analizzare anche nel presente, con altre persone.

La trappola risiede nel fatto che, pur andando avanti negli anni, pur conoscendo attimi di vita differenti, siamo sempre orientati alla ricerca delle cose non riuscite. E che molto tempo prima ci hanno lasciato un segno. Soprattutto quando si tratta di prendere consapevolezza e cambiare la situazione presente.

Una trasmissione di emozioni ereditate si mantiene in memoria e ci indica la strada. Ci fa pensare di trovare un riscatto, finalmente, a qualcosa che è andato storto.
Ma ci fa perdere di vista la vera relazione nuova che abbiamo davanti, ci fa dimenticare che siamo capaci di cambiare, senza cancellare da dove veniamo in termini emotivi. E’ storia comune tra i pazienti, ritornare sul passato, ricordare traumi, ingiustizie subìte, rivendicare vendette per giustificare le loro attuali posizioni e le loro rivendicazioni.

Fare questo significa cercare vendetta e non un cambiamento.

Significa che per stare bene abbiamo bisogno che l’altro abbia una lezione e non ricercare un’alternativa per orientare noi stessi verso il meglio. Non si può abbandonare il passato e, a mio avviso, non si deve cancellare il nostro percorso di vita perché è l’unica fonte di noi che ci rende diversi da tutti gli altri.
La nostra memoria storica ci rappresenta e contribuisce a creare la nostra identità.

Ciò che rischia di ledere il benessere presente è il nostro modo di rivendicare, sulle persone presenti, i torti che ci portiamo dietro. Non si può cancellare un passato a meno che non siamo vittime di malattie degenerative e la prospettiva non si augura per liberarsi dalle cattive abitudini. Ma si può lasciar andare il nostro bisogno di avere rivincite verso gli altri. Vivendo così si rischia di perdere di vista la nostra vita, i nostri bisogni ed i nostri desideri.

Possiamo creare giorni ricchi di felicità se solo lasciassimo per un da parte la lamentela del nostro passato. La differenza sta nel pensare al domani con uno spirito di voglia di riuscita per noi e non rivendicare qualcosa contro qualcuno. E’ una sostanziale differenza che trasforma ferite profonde in piacevoli traguardi che ci fanno ammirare noi stessi e renderci sempre più consapevoli della nostra vita, togliendola dalla mani di mostri emotivi lesivi e negativi.

Il percorso esiste per tutti, basta avere voglia di intraprenderlo e badare più a se stessi che agli altri. Per alcuni versi è doloroso ma lo è di più vivere costantemente nella rabbia che qualcuno ci deve qualcosa.

Siamo noi che dobbiamo molto a noi stessi.

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