Cosa spinge una persona verso l'esplosione di collera nei confronti di un'altra? E cosa vediamo nell’altro quando ci arrabbiamo? Cosa stiamo cercando e cosa ci sta animando? Capire cosa siamo ci permette di difenderci
Probabilmente è una delle emozioni che più spesso ci pervade. La rabbia distruttiva è quella che ci porta via il senno e ci induce a comportamenti inappropriati. Sconsiderati e a volte addirittura antisociali.
La collera, l’ira, la furia nera hanno un volto ed una determinata manifestazione facilmente riconoscibile perché chi ne è pervaso urla, impreca, si dispera, dando voce all’esplosione che gli arriva dallo stomaco. E’ letteralmente senza controllo. Come un fiume in piena esplode, scagliando feroci attacchi contro chi è di fronte.
L’altro, spesso rimane basito da tanto impeto.
Quando qualcuno si arrabbia in modo così animalesco con un altro ha trovato un giusto capro espiatorio a cui accollare le sue aspettative irrealizzate.
Cosa spinge una persona ad additare qualcun altro? E cosa vede nell’altro quando si arrabbia?
Se vediamo che una persona ci solleva delle rimostranze, delle quali non ci spieghiamo il motivo, dobbiamo prendere atto di una cosa: cosa rappresentiamo per lui in quel momento? Con quale pensiero ci ha identificato e soprattutto come e perché questo pensiero è in grado di mandarlo in collera?
Chi è arrabbiato vede nell’altro la rappresentazione di una propria mancanza, di un desiderio spezzato, personificato dal malcapitato di turno. E sa che l’altro ha il potere di metterlo in difficoltà.
Se sono un bullo me la prendo col debole perché rappresenta la possibilità di mantenere il potere e affermare me stesso.
Se sono un persecutore la vittima rappresenta la riprova che sono io a comandare.
È proprio da un simile atteggiamento che nasce la vendetta. In ogni momento in cui qualcuno ci solleva una questione, per questa persona siamo altro rispetto a noi. E capire cosa siamo ci permette di difenderci e respingere al mittente le accuse. O provare a calmarlo in caso di motivazione in tal senso.
Nelle discussioni cosiddette di principio questo meccanismo è più evidente: quale principio sta comandando i pensieri che muovono atteggiamenti iracondi? Chi muove vendetta ha certamente una parte ferita propria da alleviare, che può rinsaldarsi solo se la propria rappresentazione mentale di colpevole ha quel che si merita.
E molto spesso il ballo delle discussioni va a vanti proprio perché non si capisce una simile spiegazione ma si va avanti per questioni personali dove chi accusa cerca una riscossa personale e chi si difende prende gli attacchi come questioni personali.