A volte un sigaro è solo un sigaro… (di M.R. Scappaticci)

La paranoia che ormai si è impadronita della gente. Prima ti stupisce e poi ti spiazza con le sue accuse. Ma nasce dalle insicurezze che ognuno si porta dentro. Per questi che è con noi che dobbiamo fare i conti.

Maria Rita Scappaticci

Psicologa e blogger

A volte un sigaro è solo un sigaro diceva Freud.

 

Intendeva che spesso ci incartiamo per cercare spiegazioni dettagliate e minuziose agli eventi, complicandoci la vita e arrovellando il cervello, quando basterebbe guardare la realtà cosi come si presenta senza turbarsi l’anima con castelli in aria che riempiono spazi di fantasie perverse e distruttive.

 

La paranoia è divenuta ormai un dogma sociale. È insita nella gente, anche tra la più colta. Si muove indisturbata tra i meandri delle menti più astute, si alimenta dai pensieri solitari. Si anima nelle azioni senza senso degli insospettabili e tramanda il suo essere invasiva di generazione in generazione.

 

Sì perché è difficile non cedere all’influenza di un paranoico, anche se l’impatto nell’ascoltarlo è di assoluto stupore per quanto riesce a creare e ad andare lontano con la mente.

 

Un paranoico ci sa fare molto bene.

Prima ti stupisce con il suo pensiero poi ti spiazza con mille accuse e poi, se tenti di dissentire, ti accusa e fa leva sul senso di colpa per prendersi anche il tuo pensiero, troppo lineare e non abbastanza arguto.

 

Un paranoico ti lacera dentro, per poi fagocitare te stesso e la tua mente nelle peggiori ossessioni che mai avresti creduto di possedere.

 

La paranoia nasce dal dubbio e dalle insicurezze di ognuno ed ecco il motivo per cui non è difficile che trovi terreno fertile nei gruppi e nelle società fatte da persone che tentano di nascondere la loro “triste” vita normale a favore di una bellissima vita condita che eccessi inverosimili.

 

Nessuno ha più sentore di sentirsi a suo agio e tutti hanno la smania di far vedere quanto siano eccellenti e senza macchia. Da qui la paura che si possa essere scoperti per ciò che si è davvero e lapidati in pubblica piazza senza sconti. “Sto fingendo la mia vita quindi ho il sospetto che tu sia lì a spiare il mio errore per renderlo pubblico e ridere con gli altri della mia debolezza”.

 

Ecco la paranoia del mondo.

 

Ci si sente sempre più vulnerabili e senza difese, come i popoli primitivi, nei confronti di una modernità che si costruisce davanti ai nostri occhi come maestosa, perfetta e senza alcun segno di paura.

 

Essere se stessi con le proprie imperfezioni può costringerci a rimanere desolati e isolati, buttati fuori dalle peggiori selezioni darwiniane che la storia ricordi.

 

Ed ecco la paranoica del singolo che disarma e non mette un freno al pensiero ossessivo. Sempre più insicuro della propria identità, percepita come imperfetta e non presentabile davanti alla giuria spietata rappresentata in primis da se stessi.

 

Forse non siamo ancora in grado di conoscerci, non sappiamo molto di noi stessi.

 

Ecco perché basta poco a mandarci in crisi.

 

Eppure è con noi che dobbiamo fare i conti, sempre e comunque.

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