L’uomo incompreso (Il caffé di Monia)

Caffè consigliato alle donne che ancora si ostinano a fare le fusa agli uomini incompresi. E consigliato pure ai maschietti che si divertono a giocare all'Incompreso. E fatevela una risata ogni tanto

Monia Lauroni

Scrivere per descrivere

Lamentoso, sfigato, al limite del tollerabile. Inarrivabile, inattacabile. Indefinibile, compassionevole. Una volta eravamo noi donne, oggi facciamo invece i conti con la dilagante piaga sociale dell’Incompreso. L’uomo che accenna ma non si concede.

A metà strada tra Clark Kent e Forrest Gump è quasi impossibile entrare davvero in contatto con lui. Per quanto la vostra giornata possa essere stata stressante, l’Incompreso starà sempre peggio di voi. L’Incompreso è una forma moltiplicata della gattamorta. Ed essendo gattomorto è, per sua natura, morto.

Cercare di entrare in contatto con lui è come tentare di comunicare con una persona che sta in coma. Che sia un collega, un figlio, un amico, uno che vi piace. Tutti vi dicono, con più o meno tatto, di lasciar perdere ma voi sapete che, in qualche modo, può sentirvi. E allora continuate a gridare nel deserto, scansate eventuali pretendenti, rimanete a fare la calza partendo dal gomitolo, dalla matassa confusa che vi ha lasciato.

Lui se ne sta lì, pancia all’aria ad aspettare che troviate il modo, le parole, l’orario giusti per potergli far fare le fusa. Lui, l’Incompreso non è, lui sta.

Vi vuole bene, certo che ve ne vuole, ma moderatamente. Ve lo dimostra tra le righe dei suoi “nonostante”. Nonostante sia un brutto periodo, nonostante tutte le grane che gli sono capitate nelle ultime 24 ore, nonostante il pianeta Terra sulle sue spalle gli abbia fatto uscire tre ernie almeno. Nonostante tutto gli farebbe piacere concedervi udienza, ma…

Si dimostra disposto, sua sponte, a riservare per voi manciate del preziosissimo tempo di cui dispone. Siete proprio speciali, allora! Quando sarà, lascerà trapelare qualche dettaglio tristanzuolo del passato che gli è toccato vivere, del presente cattivo che deve affrontare e del futuro senza sconti che gli si para davanti. Un quadro tra il vago e il confuso; difficilmente saprete quali pensieri lo attaglino davvero o addirittura, nei casi più gravi, che lavoro faccia per vivere.

Ma una volta messi insieme i pochi pezzi del puzzle, basandovi sugli indizi che si è lasciato “inavvertitamente” sfuggire, non potrete rimanere indifferenti riguardo le sue sorti.

Il suo atteggiamento passivo nei confronti di ogni cosa è il Sacro Graal di qualunque aspirante crocerossina. E noi donne lo siamo. E lui, l’Incompreso lo sa.

Però è “così sensibile”. Dice parole molto belle, per essere un maschio, ammesso che lo sia. Parole con cui vi dipinge, in buona sostanza, come l’unica cosa piacevole della sua sciagurata esistenza. Vorrebbe vedervi, ma solo per chiacchierare, non ha doppi fini, mai. Pensa che fortuna!

Lo scotto da pagare per tale entusiasmante meraviglia di maschio è che anche il più infinitesimale soffio di vento potrebbe danneggiare le sue fragili ossa di cristallo. Per questo pratica periodi medio-lunghi di isolamento in cui scompare, anche dai social,  per ragioni sconosciute e inconoscibili dovute forse al suo oscuro passato.

Ma lui tornerà, ancora più misteriooso ed eccoci pronte, arruolate, in prima linea al fronte per difendere e onorare la Resurrezione dell’Incompreso.

Non sorride, L’Incompreso, mai. Tendenzialmente disattiva le spunte blu su whatsapp, le sue sono perennemente grigie, come la vita. Così rifugge lo scontro e l’incontro. Lui rifugge tutto per definizione. E’ un gattomorto. È morto, non può. Non è possibile condividere qualcosa con i morti.

Non importa quanto la vostra giornata possa essere stata piena di problemi,  lui ne avrà sempre uno in più di voi e non avete alcun diritto di importunarlo con inezie tipo la vostra esistenza. E’ sensibile, troppo, non lo sopporterebbe.

Il suo tempo verbale preferito è il condizionale. Per quale motivo l’Incompreso eserciti un qualunque tipo di fascino su di noi, è materia che rimettiamo alla (fanta)scienza.

Casi umani alla mano, possiamo azzardare ipotesi soltanto sulla sua genesi: alla mezzanotte dei 20 anni al massimo, quegli uomini fino ad allora di buona volontà si trasformano senza scampo in Incompresi, come la carrozza di Cenerentola in zucca. Come i cavalli in topi. Come il vestito in stracci. E come le nostre esistenze in infinite sedute psichiatriche.

E fatevela una risata, ogni tanto. 

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