Un caffè che cambia la prospettiva. Pensiamo di comprendere tutto. E che ci sia una sola via. Che è quella tracciata dall'universo e dai suoi interessi. Invece non è così. È solo un'apparenza.
Nella Genesi, diciamoci la verità, l’argomento della Creazione, è un po’ improvvisato. È chiaro che si punta sullo spettacolo con Dio che crea Terra, Luce, Acqua e Firmamento in uno scoppiettio di effetti speciali per poi passare rapidamente alla creazione di uomo e donna, che un po’ di gossip ci vuole sempre, anche nei kolossal.
Tutti, ma proprio tutti, qualche domanduccia se la pongono, del tipo: quando è nato l’universo? Che faceva Dio prima di crearlo’ Quando scade l’universo? Una cosa del tipo. da consumarsi preferibilmente entro il… . Domande niente affatto banali.
La gran parte delle culture antiche aveva un’idea circolare del tempo, che non prevedeva un inizio e una fine, ma un’eterna successione di cicli.
Anche i greci, quelli antichi, non quelli che hanno imbrogliato per entrare nell’euro, avevano una visione ciclica della storia, ma in versione autoreferenziale, cioè che la loro civiltà era al culmine del ciclo.
Le cose sono cambiate, per necessità, con l’avvento delle culture giudaico-cristiane che avevano bisogno del tempo per fissare eventi quali l’Avvento, il Patto, l’Apocalisse.
Ma la cosa non era così facile da maneggiare. Cosa faceva Dio prima di creare l’Universo? E perchè a un certo punto ha deciso di crearlo? E soprattutto interviene nelle importanti questioni quotidiane come il faccia a faccia tra Matteo Salvini e Matteo Renzi tanto atteso a Porta a Porta?
Strategica ed elegante la risposta che ci viene da Sant’Agostino che affermò “Dio ha creato l’universo con il tempo non nel tempo”. L’eleganza della risposta è tale che mi verrebbe comodo un Sant’Agostino anche la domenica pomeriggio quando piove ed in televisione da una parte c’è la D’Urso e dall’altra Domenica in e sai che domani dovrai tornare in quell’ufficio per combattere con INPS. E nel frattempo è già notte e vorresti che tutto, tempo compreso, scomparisse in un lampo di fiamma ed è subito sera.
Per la scienza, obbligata a dare una spiegazionee per la quale non è possibile rifugiarsi in un elegante escamotage alla Sant’Agostino, l’inizio era fonte di antico imbarazzo.
Così hanno ripescato la visione circolare del tempo. Ed il Big Bang. Si arriva a conclusioni inconcluse che però mettono d’accordo un po’ tutti. Sant’Agostino è contento perchè affermiamo che il tempo nasce con l’Universo, i popoli antichi pure con il loro concetto di universo ciclico e gli scienziati con una teoria che non ha bisogno di Dio per funzionare.
Rimangono fuori i greci e la loro convinzione di essere l’apice del ciclo, ma credo che se ne faranno una ragione.
Generosamente vi risparmio Tolman e la sua teoria sull’universo oscillante. Rimane da chiedersi perchè accada tutto questo. E soprattutto se in mezzo a tutto quel da fare, Dio ha creato il buono e il cattivo.
La verità è che cerchiamo continuamente di far entrare l’universo in cui viviamo in un abito stretto fatto di leggi etiche e morali, ma l’universo veste larghissimo e delle leggi morali dentro di noi e dei cieli stellati sopra di noi, allegramente se ne fotte.
Le cose procedono in una sola direzione, che non sempre è quella descritta nel Libro Cuore, ma molte volte è quella della pura e assoluta convenienza dell’universo stesso. Tutti intimamente sanno che questa vita è l’unico tratto di luce che qui ci tocca percorrere. Poi quando si tratta di tirare le cuoia, quelli senza speranza finiscono col farsela addosso, mentre quelli che una Speranza l’hanno coltivata o l’hanno avuta in dono se ne vanno tristi per quello che lasciano ma sereni per quello che abbracceranno.
Ci sono quelli che o mangi, canti e godi qui, o non mangerai, non canterai e non godrai altrove ed è per questo che se verrà il momento nel quale per farsi i fatti propri gli toccherà fare la pelle a un milione di sconosciuti, si farà la pelle a un milione di sconosciuti, e pure due. Meglio abbondare tanto è gratis. Ma ci sono anche quelli che preferiscono farsi ammazzare per non lasciar torcere un capello agli altri: come l’uomo che salvò la vita ad una decina di passeggeri dell’aereo finito nell’Hudson gelato prima di andare giù per sempre stremato dalla fatica; o come Salvo D’Acquisto che si fece fucilare innocente in cambio della libertà per decine di sconosciuti.
Tutto gratis, tutto senza nulla in cambio. Perché l’Amore non è reciproco, non si ama il prossimo in funzione dell’amore che lui ci dà in cambio: si sale sulla Croce anche per quelli che sotto ti stanno frustando.
Certo però, almeno nell’apparenza, nella limitata comprensione che noi Umani ne abbiamo, questo mondo appare nelle mani del Demone Meridiano, come se non esistessero verità per se stesse evidenti, ma solo il caos che converge verso il grande equilibrio finale che ci trascina tutti come foglie in un fiume in piena. Ma è solo apparenza. Altre regole ci sono: siamo noi che non le comprendiamo. E per questo pensiamo che non ci siano.
C’è una regola anche per quelle foglie finite a caso nell’acqua che le porterà inevitabilmente verso il mare. E la regola è che sono finite lì a caso, perché la regola dice “Io sono il Signore che fa piovere sui giusti e sugli ingiusti, altrimenti mi amereste soltanto per stare all’asciutto. E invece io faccio piovere allo stesso modo su tutti: se mi amate davvero mi amate anche fradici“.
Siamo tutti naviganti in una grossa nave. Tutti dall’ultimo passeggero al comandante. Oltre quelle che regolano il mare pensiamo che non esistano altre leggi. Vediamo solo semplici regole che consentono al vapore di andare nella notte come una piccola lucciola persa nel buio. Ma è ciò che crediamo di vedere. E pretendiamo di capire, presuntuosi, convinti di comprendere tutto, anche se non c’eravamo il giorno in cui Quello che scrisse le regole tendeva la corda e misurava la distanza tra Cielo e Terra, separava gli oceani dal mondo asciutto, decideva dove sarebbe iniziato il giorno e da quando sarebbe partita la notte.
Quella del comandante è una semplice divisa pronta ad essere strappata via: fa nulla, l’importante non è la divisa ma l’uomo che ci sta dentro, per affrontare con coraggio le cose se dovessero andare male ed il mare si trasformi in tempesta.
Il tragitto non è infinito ed aver comprato il biglietto non vuol dire aver preso un impegno per l’eternità. Tutti sono convinti di andare da qualche parte e passano il tempo come possono, ma in realtà lo passano come decidono: ognuno ha diritto di aggrapparsi al salvagente o di lasciarsi andare. Non è colpa di Dio: ti ha lasciato la possibilità di decidere, se sbagli la scelta la colpa non puoi darla a Lui.
Il buio e la paura che induce sono un’arma potente. Per i bambini.
Poi, a volte, si cresce. E si scopre che non avere paura del buio è una grande fregatura. Perché è solo l’innocenza dei bambini a spalancare le porte ad un mondo fatto di luce e di colori.