Quei ‘piccoli imbrogli’ dei quali dobbiamo vergognarci (di P.Alviti)

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

di Pietro ALVITI

 

 

Che tentazione, approfittare di una password lasciata incustodita, oppure installare un programma per catturare le credenziali di un altro, farmi i fatti suoi, magari, fargli qualche dispettuccio, ma senza esagerare, così un po’ per ridere, magari poi sostituirmi a lui in qualche discussione e poi magari arrivare al suo conto corrente.

 

Certo la Bibbia non conosceva internet e facebook ma conosce gli uomini.

 

La tentazione dell’imbroglio è comune, ci fa sembrare, come sempre, il male come una cosa buona, ci dà vantaggi, ci fa superare un esame, guadagno di più in un affare, mi vendo quella macchina ad un prezzo più alto del dovuto.

 

Tanto che ci fa, nessuno mi ha visto. E poi, scusatemi, che male ho fatto? Lo fanno anche gli altri, senza che la loro coscienza gli dica niente…

 

Le false bilance della nostra vita sono i tanti sotterfugi che mettiamo in atto per rendercela più facile, subito pronti a scusarci in ogni modo, l’età, il bisogno, fanno tutti così, eh ma in fondo che male ho fatto.

 

Anzi sono furbo, intelligente, più in gamba degli altri che invece stanno lì a studiare per prepararsi ai compiti in classe, alle interrogazioni, ai concorsi, al lavoro. E quando ci riescono, nonsotante le mie bilance false, subito ad accusarli: i soliti raccomandati…

 

E, ancor peggio, quando lo fanno i nostri figli, quando anche loro apprendono, da noi, ad usare bilance false, siamo pronti a giustificarli… è l’età, l’abbiamo fatto tutti, dimenticando cosa ci sarebbe successo a casa se nostro padre se ne fosse accorto…

 

E così se ne vanno a farsi benedire l’onestà, la solidarietà, il rispetto per gli altri, il coraggio di ammettere i propri limiti, i propri errori, il coraggio del chiedere scusa, la limpidezza del perdono…

 

Ma i pesi falsi non saranno giustificati.

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